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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLE PARTECIPANTI AL CAPITOLO GENERALE
DELLE SUORE DI SAN PAOLO DI CHARTRES

Sabato, 30 settembre 1995

 

1. Eccovi qui a Roma per tenere il vostro Capitolo generale e, in occasione di questo importante momento della vita della vostra Congregazione, avete chiesto di incontrarmi per manifestare la vostra devozione al Successore di Pietro. E con grande gioia che vi porgo il mio benvenuto!

In veste di partecipanti al capitolo vedo le quattromila Sorelle di San Paolo di Chartres. Con voi è un po’ come se tutti e cinque i continenti fossero ora tutt’insieme presenti qui. Infatti in ciascuno di essi le Sorelle che vi hanno preceduto hanno fondato case per rispondere a tutti gli appelli loro rivolti da ormai trecento anni. Perché è questo l’anniversario che voi festeggiate quest’anno: sono trascorsi trecento anni dal giorno in cui Marie-Anne de Tilly e il reverendo Louis Chauvet, spinti dallo Spirito e mossi dalle miserie di cui ogni giorno erano spettatori nei villaggi dell’Ile-de-France, decisero di consacrare tutte le loro energie al servizio dei più poveri.

2. Come non rendere grazie al Signore per lo splendore del suo operato? E Lui che concede di crescere e di esistere. Siamo sempre nelle sue mani. Quando operiamo, è Lui che ci guida per condurci verso il Regno. Come dice il prefazio del Comune dei Santi, quando Lui incorona i loro meriti, incorona i suoi doni. A considerare l’opera svolta dai vostri fondatori, come si può non restare stupiti dalla generosità da loro profusa, dalla capacità da loro dimostrata, dalla costanza di cui hanno dato prova? Tuttavia come si può non vedere che è stato Dio a permettere loro di operare in questo modo e a voler servirsi di loro “per la sua gloria e per la salvezza del mondo”?

3. “Tutto posso in colui che mi dà la forza” (Fil 4, 13). E bene ricordare queste parole del vostro Santo protettore quando ripensiamo l’opera fin qui compiuta. Sì, da tre secoli le vostre Sorelle, gradualmente insediatesi nei cinque continenti, hanno saputo meditare e mettere in pratica le parole di Cristo nell’Ultima Cena “Senza di me non potete fare nulla” (Gv 15, 5). Senza colui al quale avete donato le vostre vite, la vostra testimonianza sarebbe vuota, il vostro impegno senza alcun valore, la vostra vita priva di significato. Ma grazie alla vostra costanza, alla vostra osservanza fedele dei tre consigli evangelici di povertà, castità e obbedienza, siete diveniate Sorelle di Gesù Cristo, completamente consacrate a Colui di cui un giorno avete, senza pentirvene, accolto l’invito: “Vieni, esaudirò i desideri del tuo cuore”.

4. Proseguite senza posa il vostro impegno di evangelizzazione nei vari luoghi in cui siete già presenti. Nell’annuncio diretto della Buona Novella attraverso la catechesi dei bambini, dei giovani e degli adulti, nulla deve essere tralasciato per far assaporare la Parola di Dio. San Paolo fu forse il più grande catechista di tutti i tempi e vi darà la forza di essere vere testimoni “in ogni occasione opportuna e non opportuna” (2 Tm 4, 2). Voi conoscete e meditate le parole di fuoco che risplendono nelle sue lettere: “Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e questi crocifisso” (1 Cor 2, 2), o ancora: “Per me infatti il vivere è Cristo” (Fil 1, 21). Care Sorelle, il Cristo crocifisso è resuscitato, il Signore della gloria, vi accompagnerà e vi guiderà Lui stesso, facendo di voi degli apostoli dei tempi moderni per tutti e tutte coloro che saranno posti sul vostro cammino.

5. Spinte dalla fede ad annunciare la fede, voi siete anche mosse dalla carità del Signore a mettere in pratica l’amore per i vostri fratelli e le vostre sorelle. Voglio qui salutare tutte le opere caritative a cui vi siete dedicate con generosità e altrettante competenza ed efficacia. I vostri fondatori avevano lungamente meditato sulla frase di Cristo che è la chiave dell’azione del cristiano: “Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avrete fatto a me” (Mt 25, 40). Riprendo volentieri queste parole alla vostra presenza, in occasione di questo capitolo generale. In ognuna delle vostre case, prima, e attorno a voi, poi, prediligete la carità fraterna, quella che permette di riconoscere i discepoli di Cristo. Scuole, ospedali, ambulatori, cliniche, centri di accoglienza per i senza tetto, non c’è luogo in cui la carità non possa trovare espressione, in cui il volto del fratello non possa ricordare quello del Signore. Trecento anni di pratica della carità vi conferiscono una forza incredibile per continuare ad essere, nell’umiltà e nella gioia della vita consacrata, quelle apostole dell’amore di cui il mondo ha tanto bisogno.

6. Chartres, Cayenna, Guadalupe e Martinica, Hong-Kong, Madagascar, Borneo, Corea, Vietnam, è lunga la lista dei paesi e delle città dove vi siete insediate per crearvi delle fondazioni. Davanti a voi, amate Sorelle, si apre un vasto campo di azione. Il mondo intero, come dicevo all’inizio, è una sola terra di missione. E voi siete le ancelle del Seminatore, le amiche dello Sposo che il Maestro troverà sveglie al suo ritorno. Vi ringrazio per la testimonianza da voi finora portata e vi esorto a proseguirla senza posa, fiduciose nel Cristo Salvatore il quale ogni giorno ripete a ciascun cristiano: “Abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!” (Gv 16, 33). Possa San Paolo essere il vostro compagno d’anni, lui, l’atleta di Cristo, che fino alla fine “ha combattuto la buona battaglia” (2 Tm 4, 7)! Possa Maria, Madre del Redentore, condurvi ai più poveri, ai più diseredati, a quanti vi attendono e non osano sollevare il capo! Abbiate la certezza che il Papa conta su di voi e che vi accompagna nella vostra nobile missione al servizio di Cristo e della Chiesa!

Affinché il Signore vi sostenga nella vostra vita religiosa e nella vostra attività, vi imparto di tutto cuore la mia Benedizione Apostolica, estesa a tutte le vostre consorelle, alle vostre famiglie e a quanti vi sono affidati.

 

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