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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AD UN CONVEGNO DI VESCOVI, SACERDOTI E LAICI
DELLE CHIESE DEL MEDIO ORIENTE

Sala Clementina - Sabato, 20 aprile 1996

 

Beatitudine,
venerati Fratelli nell’episcopato e nel sacerdozio,
carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Con gioia vi accolgo nella casa del Successore di Pietro, in occasione dello speciale incontro a cui partecipate. Porgo il mio benvenuto a ciascuno di voi, Pastori e fedeli provenienti dalle Chiese cattoliche del Medio Oriente: la pace del Signore risorto sia con voi e con le vostre Comunità ecclesiali!

In questo tempo la sacra liturgia, dopo la celebrazione della Passione e della Risurrezione del Signore, ci fa rileggere gli Atti degli Apostoli, che presentano la nascita ed il primo sviluppo della Chiesa, a partire dalla iniziale comunità, riunita in preghiera con Maria ( At 1, 13-14 ). Per l’opera dello Spirito Santo, "il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati" ( At 2, 47 ). Illustrando la vita dei discepoli, il libro degli Atti insiste sulla loro assiduità "nell’ascoltare l’insegnamento degli Apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nella preghiera" ( At 2, 42 ), ed aggiunge che essi godevano la stima di tutto il popolo (cf. At 2, 47 ; 4, 33 ).

Anche oggi la Chiesa è chiamata a vivere questo ideale dei primi cristiani, per formare insieme un’autentica comunità di fratelli, alla sequela di Cristo. È importante che brilli l’unità del popolo cristiano; unità che si realizza attorno ai pastori delle diocesi e in fraterno dialogo fra tutti i credenti. L’unità della fede nella condivisione dei reciproci doni arricchisce spiritualmente la Chiesa e la spinge ad una sempre più vasta solidarietà anche materiale.

Nel mondo attuale, nel quale molte persone e molti popoli sono colpiti da difficoltà economiche e soffrono povertà e malnutrizione, la Chiesa può così contribuire ad una migliore ripartizione delle ricchezze naturali e dei beni di consumo. La testimonianza di fede passa attraverso le quotidiane espressioni dell’amore che sono la condivisione e la solidarietà tra gli uomini, particolarmente "con i poveri, che sono i preferiti di Dio, . . . nostro Padre comune. E noi tutti siamo fratelli di un’unica famiglia" (Gregorio di Nissa, L’amore dei poveri).

2.

La testimonianza dell’unità e della carità è indispensabile alla Chiesa per la nuova evangelizzazione. Di fronte alle sfide della secolarizzazione, alle chiusure verso la vita da parte di non pochi settori dell’opinione pubblica, è quanto mai urgente che i cristiani offrano una testimonianza credibile della loro fede, incarnando il Vangelo nella loro esistenza. Credenti maturi e formati possono così offrire a quanti sono alla ricerca della verità risposte adeguate ai loro interrogativi. Questo comporta che ogni Comunità ecclesiale sia aperta all’accoglienza e al dialogo, rispettando le diversità culturali ed annunciando a tutti l’unico Vangelo della salvezza.

Possa, carissimi Fratelli e Sorelle, una sempre più profonda adesione al Cristo risorto aiutarvi a saper discernere i segni dei tempi ed a camminare uniti secondo quello spirito sinodale che caratterizza la struttura delle vostre Comunità ecclesiali. La missione dei cristiani in Medio Oriente è grande, ma al tempo stesso complessa e delicata. Occorre per questo coltivare un mutuo rispetto e nutrire costante attenzione specialmente per quanto concerne il campo ecumenico ed il dialogo con le grandi religioni monoteiste.

3.

Mi piace, in proposito, evocare il recente viaggio in Tunisia, dove ho visitato la comunità cattolica che vive in quel Paese, confermando i figli della Chiesa nella loro adesione al Vangelo. Li ho pure esortati a difendere e a far progredire i valori spirituali, morali e socio-culturali mediante il dialogo e la collaborazione con quanti seguono altre religioni, così da sviluppare la vita fraterna e la solidarietà tra gli abitanti di una stessa nazione e tra tutti i popoli (cf. Nostra aetate, 2). Ciò non potrà che intensificare i rapporti già esistenti di amicizia e di reciproca stima. In questo spirito vi incoraggio a proseguire la vostra missione, avendo cura di favorire l’edificazione di una società aperta all’intesa ed alla solidarietà fra tutte le sue componenti.

Mentre invoco sulle vostre Comunità la materna protezione di Maria santissima e dei santi Patroni, con grande affetto imparto la Benedizione Apostolica a voi ed a quanti vi aiutano nel vostro servizio ecclesiale.

 

© Copyright 1996 - Libreria Editrice Vaticana 

    



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