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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI ALL'ASSEMBLEA GENERALE
DEL CONSIGLIO SUPERIORE
DELLE PONTIFICIE OPERE MISSIONARIE

Sala Clementina - Sabato, 11 maggio 1996

 

Signor Cardinale,
Venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio,
Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. A tutti ed a ciascuno porgo il mio cordiale e caloroso saluto, cominciando dal Signor Cardinale Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, che ringrazio per le gentili espressioni rivoltemi a nome di tutti e per le interessanti informazioni circa le attività delle Pontificie Opere Missionarie.

Estendo il mio grato pensiero a Mons. Charles Schlecht, Segretario aggiunto di codesto Dicastero e Presidente del Consiglio Superiore delle Pontificie Opere Missionarie, ai Segretari Generali, ai Direttori Nazionali ed a quanti prestano la loro opera a servizio delle Pontificie Opere Missionarie.

L’odierno incontro si svolge nel contesto dell’Assemblea annuale del Consiglio Superiore delle Pontificie Opere Missionarie, a cui è affidato, come è stabilito negli Statuti, il compito di promuovere "lo spirito missionario universale in seno al Popolo di Dio... mediante una cooperazione spirituale e materiale all’opera di evangelizzazione. Esse creano un fondo centrale di solidarietà per sostenere un programma di assistenza universale" (Statuti, Cap. I, n. 3). Venendo dai vari continenti, voi vi fate interpreti delle attese dei popoli ai quali, attraverso le Pontificie Opere Missionarie, vi sforzate di far pervenire il Vangelo "fino agli estremi confini della terra" ( At 1, 8 ).

2.

L’animazione missionaria, che costituisce il vostro compito primario, è dunque importante e quanto mai urgente. Voi vi prendete cura degli evangelizzatori, sostenete l’azione coraggiosa dei missionari e non trascurate alcuna occasione per trasmettere a tutti la consapevolezza della missione. In particolare, vi dirigete ai piccoli per infondere in loro, "fin dall’infanzia, uno spirito veramente universale e missionario" (Ad gentes, 38).

Carissimi Fratelli e Sorelle, proseguite in questo sforzo apostolico valorizzando ogni apporto per l’opera dell’evangelizzazione e prestando singolare attenzione alla preghiera dei piccoli ed al contributo prezioso di quanti soffrono. Il primo servizio che possiamo rendere alla diffusione del Regno di Dio, come l’esempio della vostra patrona S. Teresa del Bambino Gesù rende ben visibile, è la preghiera. Gesù ha chiesto "di pregare il padrone della messe, perché invii operai nella sua messe" (cf. Mt 9, 37 ). Riceviamo da lui la fede, come il dono più prezioso. È dono che va custodito gelosamente e responsabilmente approfondito; dono che si conserva e cresce nella misura in cui viene condiviso e comunicato ai fratelli.

A tal proposito, risulta indispensabile il compito dei missionari giacché, come ricorda san Paolo, "la fede dipende dalla predicazione" ( Rm 10, 17 ). Attraverso ogni mezzo a disposizione suscitate, carissimi Fratelli e Sorelle, vocazioni generose per la missione; incoraggiate e sostenete quanti il Signore chiama a consacrarsi per la propagazione del Regno di Dio. Il mondo ha fame e sete di Cristo e del suo amore misericordioso. L’organizzazione delle vostre quattro Opere contribuisce notevolmente a far prendere coscienza a tutti i cristiani che "ciascuno, in realtà, è chiamato a cooperare a tale missione" (Discorso all’Udienza generale, 19 aprile 1995).

3.

Sono nate proprio per questo le Pontificie Opere Missionarie. I loro fondatori e fondatrici intesero operare per il bene delle Chiese locali di tutto il mondo; si dettero da fare perché ogni Comunità ecclesiale potesse giungere ad una fede adulta, fosse provvista di clero autoctono ed organizzata in strutture rispondenti alla cultura del luogo. Voi continuate a camminare in questo solco, con dedizione e lungimiranza. E vi preoccupate anche di assicurare i mezzi finanziari indispensabili per la realizzazione dei vostri progetti.

Nei vari stadi dell’attività missionaria che il Decreto conciliare Ad gentes descrive (cf. n. 6), possono vedersi in qualche modo rispecchiate le finalità che le vostre diverse Opere intendono perseguire. La Pontificia Opera della Santa Infanzia si preoccupa dell’inizio o plantatio della coscienza missionaria; l’Opera della Propagazione della Fede rivolge la sua attenzione all’educazione nella vita di fede; l’Opera di San Pietro Apostolo si dedica alla formazione della comunità locale, con clero e membri di vita consacrata originari del luogo. Lo sviluppo delle vocazioni sacerdotali e religiose, come pure la creazione di strutture utili alla cooperazione missionaria mediante il lavoro di sacerdoti e di consacrati, è affidato alle fatiche dell’Unione Missionaria.

Ringrazio il Signore per quello che voi avete compiuto e vi incoraggio a intensificare le iniziative e gli sforzi missionari. Ampio è infatti il lavoro da svolgere considerando i territori in cui la Chiesa non è stata ancora fondata, o in cui il numero di cristiani è molto esiguo. Sottolineavo nell’Enciclica Redemptoris missio, che "il numero di coloro che ignorano Cristo e non fanno parte della Chiesa è in continuo aumento, anzi dalla fine del Concilio (Vaticano II) è quasi raddoppiato" (n. 3). Nella recente Esortazione post-sinodale Ecclesia in Africa, ho avuto modo di richiamare "l’esplicita raccomandazione dei Padri sinodali perché si stabiliscano le quattro Pontificie Opere Missionarie in ciascuna Chiesa particolare e in ciascun Paese, come mezzo per realizzare una solidarietà pastorale organica in favore della missione "fino agli estremi confini della terra"" (n. 135). Sì, carissimi Fratelli e Sorelle, il vostro compito non è ancora terminato: la Chiesa ha bisogno di voi! Andate avanti nella vostra attività. Essa - lo so bene - non è facile, ma ricca di speranze.

4.

Grazie al vostro impegno, le Chiese di antica fondazione potranno dirigere la loro solidarietà verso i più urgenti campi dell’evangelizzazione. Nel secolo scorso, le Opere Missionarie europee sostennero le Chiese dell’allora Nuovo Mondo americano; oggi sono queste ultime ad aiutare le Comunità cristiane di recente fondazione. Così, il Popolo di Dio cresce e si sviluppa. Resta, però, l’esigenza della missione ad gentes, la quale "ha davanti a sé un compito immane che non è per nulla in via di estinzione" (Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 35). Essa è addirittura ancora agli inizi (cf. Ivi, 40). È necessario, pertanto, un rinnovato fervore per rispondere adeguatamente alle sfide dell’epoca contemporanea. Al coraggio e all’audacia degli Apostoli si ispirarono i fondatori delle Opere Missionarie. Lo stesso entusiasmo sia vostro oggi, sapendo che l’attività missionaria rappresenta ancor oggi una grande sfida per la Chiesa (cf. Ivi, 40). Siate ardimentosi ed abbiate fiducia. Cristo ha assicurato: "Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" ( Mt 28, 19 ).

Vi accompagni in questo cammino la Vergine Santissima, Regina delle Missioni, e sostenga ogni vostra fatica nel promuovere la coscienza e la collaborazione missionaria.

Con tali sentimenti, mentre ringrazio voi e tutti quelli che cooperano a questa nobile causa, di cuore imparto a ciascuno l’Apostolica Benedizione.

 

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