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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PELLEGRINI DI LORETO
 IN OCCASIONE DEL VII CENTENARIO LAURETANO

Aula Paolo VI - Sabato, 25 maggio 1996

 

Carissimi Fratelli e Sorelle di Loreto!

1. Benvenuti a Roma, presso la Sede del Successore di Pietro! Per due volte, in occasione del recente settimo Centenario Lauretano, il Papa ha percorso come pellegrino il tragitto da Roma a Loreto. Ed oggi voi, per ricambiare tali visite, dai colli ameni, che dall’Appennino declinano verso l’Adriatico, siete venuti a Roma ricalcando le orme degli antichi "romei", che, dopo aver reso omaggio alla Vergine nella Santa Casa, qui si recavano per venerare le tombe degli Apostoli.

Saluto con affetto ciascuno di voi, iniziando dal caro Monsignor Pasquale Macchi, che ringrazio per i sentimenti manifestati a nome di tutti e per le parole con cui ci ha aiutato a fare memoria del tempo di grazia, vissuto durante il trascorso periodo giubilare. Saluto i Signori Cardinali Opilio Rossi e Virgilio Noè. Saluto i sacerdoti, i consacrati e le consacrate, e tutti voi, cari fedeli, che avete aderito in gran numero a questo pellegrinaggio. Rivolgo uno speciale saluto al Signor Sindaco e a tutte le Autorità presenti. Ringrazio di cuore per il riconoscimento che mi è stato conferito da parte del Comune di Loreto. E poi ringrazio naturalmente i giovani e i bambini che hanno manifestato con la danza, con i canti, la loro presenza e il loro riconoscimento per la visita del Papa.

Tra la Santa Sede e Loreto vi è un intimo legame. "Vero cuore mariano della cristianità, ha goduto sempre speciale attenzione da parte dei Romani Pontefici, che ne hanno fatto meta frequente del loro pellegrinaggio e oggetto delle loro cure apostoliche" (Giovanni Paolo II, Lettera a S. E. Mons. P. Macchi nel settimo Centenario Lauretano, n. 1, 15 ag. 1993: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XVI 2, 526). Chi non ricorda il viaggio in treno, che il mio venerato predecessore Giovanni XXIII volle compiervi il 4 ottobre 1962, a pochi giorni dall’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II? E il Servo di Dio Paolo VI, di cui Monsignor Macchi fu zelante Segretario, conservava nel cuore quel "luogo singolarmente ricco di fascino naturale e di spirituale incanto" (Insegnamenti di Paolo VI, VII, 206).

Da parte mia, la devozione alla Madonna di Loreto risale alla giovinezza: nell’intera Europa, infatti, e segnatamente nella mia Patria, sono numerose le chiese dedicate a questo titolo mariano, quasi che l’impiantarsi in Italia del santuario, legato al mistero dell’Incarnazione a Nazaret, abbia poi irradiato in tutta la cristianità una rinnovata adorazione di tale mistero e una singolare venerazione della Madre di Dio.

2.

Ora, carissimi, vorrei soffermarmi con voi a considerare alcuni dei motivi di riflessione e di azione pastorale che il settimo Centenario Lauretano ha offerto alla Chiesa.

Anzitutto, su un piano generale, esso ha contribuito a mantenere nel giusto rilievo e a riproporre l’importanza della pietà mariana nella vita cristiana. In tal senso, il Centenario, in continuità con l’Anno Santo Mariano di dieci anni or sono e con l’Enciclica Redemptoris Mater, si proietta verso il Grande Giubileo del Duemila. Maria fu storicamente l’aurora che "precedette il sorgere del Sole di giustizia, Cristo nostro Dio; e tale continua ad essere, misticamente, nella vita della Chiesa, ogni volta che si attende una nuova venuta, in grazia, del Signore" (Giovanni Paolo II, Lettera a Sua Em. P. Macchi, cit.).

La Santa Casa di Nazaret contiene, poi, un suo messaggio peculiare, che si riferisce al mistero dell’Incarnazione, di cui è parte integrante il fatto che il Verbo di Dio, assumendo la nostra condizione umana, volle nascere e vivere in una famiglia: la Santa Famiglia di Nazaret. Ecco, pertanto, che il Centenario ha offerto l’occasione di riproporre la Santa Famiglia come modello di ogni nucleo familiare. Si tratta, ancora una volta, di un aspetto importante dell’insegnamento conciliare, rilanciato con forza durante il recente Anno internazionale della Famiglia. "A Loreto la realtà misteriosa del Natale e della Santa Famiglia diventa, in qualche modo, palpabile, si fa esperienza personale, commovente e trasformante" (Insegnamenti, n. 3, l. c., 528-529). Possa tutto questo realizzarsi per voi, care famiglie di Loreto qui presenti, e per tutte quelle della vostra Comunità. A voi affido l’invocazione da me inserita nelle litanie lauretane: Maria "Regina della Famiglia".

3.

Carissimi Fratelli e Sorelle! L’evento entusiasmante e di maggior rilievo internazionale di tutto il periodo celebrativo del settimo centenario è stato senza dubbio il Pellegrinaggio dei giovani d’Europa, nel settembre scorso, da me convocato ed al quale ho avuto la gioia di prendere parte. In quei giorni Loreto ha assunto "il volto di capitale spirituale dei giovani dell’Europa" (Giovanni Paolo II, Saluto d’apertura dell’incontro a Montorso, 9 set. 1995: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XVIII, 2 (1995) 341), tappa quanto mai significativa del grande pellegrinaggio che i giovani vanno svolgendo nel mondo, annunciando a tutti i popoli che Cristo è Via, Verità e Vita. Sono certo che in voi, cari giovani di Loreto, così numerosi anche quest’oggi, e in tanti vostri coetanei, quell’esperienza ha lasciato un segno profondo e un seme di pietà mariana. Guardate sempre alla Madre di Gesù e imparate da Lei ad essere seguaci attenti, coraggiosi di Cristo e infaticabili costruttori della civiltà dell’amore.

Un altro elemento, poi, da sottolineare, è quello della valorizzazione degli aspetti artistici e culturali del culto mariano, a Loreto e in tutta la Chiesa. Se è vero che la Santa Casa costituisce una mirabile "icona" del mistero del Verbo Incarnato (cf. Giovanni Paolo II, Lettera A S. Em. Macchi, cit., nn. 2-3, Insegnamenti, XVI 2, 527-529), venerarla significa prender coscienza dell’importanza dell’arte sacra per l’evangelizzazione e, soprattutto, lasciarsi come educare dallo "stile" di Loreto: uno stile fatto di semplicità e di intensità, di bellezza e di verità, di universalità e di storicità, di silenzio e di parola. Questo stile, che splende sul volto di Maria e nella Santa Famiglia, è modello per ogni progetto che intenda ispirarsi al Vangelo e fecondare con esso le arti e le culture degli uomini. Questo implica, inoltre, solerte attenzione alla cura e alla conservazione dei beni artistici e culturali del patrimonio cristiano, ma pure un suo opportuno sviluppo e aggiornamento.

4.

Ecco alcuni elementi, carissimi Fratelli e Sorelle, che stanno a testimoniare come il settimo Centenario abbia contribuito validamente a riportare il Santuario di Loreto al ruolo di primo piano che gli spetta in Italia, in Europa e nel mondo. Di ciò rendo grazie al Signore, e sono grato a tutti voi, che avete offerto preghiere ed impegno affinché le celebrazioni ordinarie e straordinarie si svolgessero nel migliore dei modi. Così facendo avete reso un grande servizio all’intera Comunità cristiana, che trova nella Santa Casa un "cuore" vivo e pulsante di fede nel suo cammino verso l’Anno Santo del Duemila.

Mentre rinnovo la mia riconoscenza per la vostra visita, auguro che questo pellegrinaggio confermi in ciascuno di voi la fedeltà a Cristo ed alla Chiesa, e di cuore vi imparto la Benedizione Apostolica, estendendola ai vostri cari, ai bambini, ai malati ed all’intera Comunità Loretana.

 

© Copyright 1996 - Libreria Editrice Vaticana 

    



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