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VIAGGIO APOSTOLICO A SARAJEVO
(12-13 APRILE 1997)

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLA COMUNITÀ ORTODOSSA-SERBA

Arcivescovado (Sarajevo)
Domenica, 12 aprile 1997

 

Eccellentissimo Metropolita di Dabar-Bosnia, Mons. Nikolaj,
cari Fratelli in Cristo!

1. Rendo vive grazie alla divina Provvidenza, che mi ha consentito, durante questa visita a Sarajevo, di incontrarmi con voi. Saluto "con il bacio santo" (Rm 16, 16) della pace e della carità del Signore Gesù tutti i serbi-ortodossi della Bosnia ed Erzegovina, per i quali nutro sentimenti di profondo rispetto.

Il mio saluto cordiale va innanzitutto a Lei, Eccellentissimo Metropolita Nikolaj, e si estende poi a tutti coloro che Le sono di aiuto nel ministero di reggere, santificare e guidare i fedeli della Chiesa Ortodossa Serba.

Rivolgo il mio deferente pensiero e fraterno saluto a Sua Beatitudine il Patriarca Pavle ed ai Pastori delle vostre Comunità che guidano spiritualmente questa porzione del Popolo di Dio in Bosnia ed Erzegovina, annunciando il Vangelo e celebrando i divini misteri.

2. La grazia divina ci unisce nella fede in Dio Uno e Trino, rivelatoci in Cristo, e ci associa nella stima e nell'amore per le Sacre Scritture, che costituiscono le comuni radici della dottrina predicata dai Padri ed enunciata già dai primi Concili Ecumenici. Di questa dottrina siamo chiamati a farci banditori sulle orme degli Apostoli, ai quali è stato affidato il ministero della riconciliazione (cfr 2 Cor 5, 18).

E' un compito che, nel contesto delle difficoltà presenti, ci spinge ad unire gli sforzi per offrire ai nostri contemporanei, spesso attratti dalle lusinghe del mondo, la sola Parola che veramente risana e la grazia che infonde speranza. Dopo gli anni della tristissima guerra fratricida, all'alba ormai di un nuovo millennio cristiano, sentiamo tutti l'urgenza di una reale riconciliazione fra cattolici e ortodossi, così che, con un cuore nuovo e uno spirito nuovo, si possa riprendere il cammino di una sempre più perfetta sequela di Cristo, Sommo Sacerdote e unico Pastore del suo gregge. Perdoniamo e chiediamo perdono: è questo l'inizio per suscitare nuova fiducia e nuovi rapporti tra quanti riconoscono nel Figlio di Dio l'unico Salvatore dell'umanità.

3. Il patrimonio che ci unisce, dono vivo dello Spirito Santo, è ben più grande di quanto ancora ci divide, impedendoci di proclamare in totale sintonia la nostra fede. L'unità di tutti i cristiani è dono del Signore e nella preghiera lo imploriamo costantemente.

Cristo Risorto vive con noi, cammina con la sua Chiesa, suscita costantemente discepoli, elargisce abbondantemente il suo perdono che risana e la grazia che vivifica. Insieme, dunque, siamo impegnati dalla volontà del Maestro ad evangelizzare ogni uomo. Insieme ci troviamo animati dal desiderio che la fede cresca e che dalla fede scaturisca la pace tra tutti i popoli della Bosnia ed Erzegovina.

Siamo tutti coscienti che la pace non può essere data dal mondo. E' per questo che ci rivolgiamo a Cristo ed ascoltiamo ancora una volta la sua voce: "Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore, e non abbia timore" (Gv 14, 27).

4. L'impegno a realizzare la pace ci affratella ancor di più nella comune testimonianza al Signore della storia. Questa è anche la preghiera che insieme eleviamo a Lui quest'oggi unendoci spiritualmente a tutte le nostre Comunità.

Siamo tutti figli di una testimonianza d'amore, quella di un Dio che "ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui non muoia, ma abbia la vita eterna" (Gv 3, 16). Ognuno è chiamato a gustare e a comunicare i doni stupendi che Dio ha voluto disseminare, mediante l'opera della salvezza, nel nostro cuore e nella storia dell'umanità. La nostalgia di una pace piena e la concreta volontà di edificarla, unite al vivo desiderio di una perfetta unità, guidino anche oggi i nostri passi.

E' con questi sentimenti che voglio porgere all'intera Comunità Ortodossa della Bosnia ed Erzegovina l'augurio dell'Apostolo: "Il Signore della pace vi dia egli stesso la pace, sempre e in ogni modo. Il Signore sia con tutti voi" (2 Ts 3, 16).

 



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