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SALUTO DI GIOVANNI PAOLO II 
AL TERMINE DELLA RECITA DEL SANTO ROSARIO

Sabato, 3 maggio 1997

 

Sono lieto di salutare tutti voi, che avete preso parte a questo momento di preghiera, nel primo sabato del mese di maggio, mese mariano. Estendo il mio pensiero a quanti si sono uniti a noi mediante la radio e la televisione.

Tra i presenti, saluto con affetto gli aderenti al Movimento “Pro Sanctitate”, fondato a Roma 50 anni or sono dal compianto Mons. Guglielmo Giaquinta. Carissimi, questa significativa ricorrenza infonda “novità di vita e di annuncio” in ciascuno di voi e dia generoso slancio al vostro apostolato comunitario.

Do il benvenuto ai pellegrini zingari, venuti per la beatificazione di Ceferino Giménez Malla, martire. Grazie per la vostra presenza e per il vostro canto. Davvero la preghiera del santo Rosario era il modo migliore per onorare “El Pelé”, che affrontò l’estremo sacrificio con la Corona in mano! Arrivederci a domani!

Sono lieto di accogliere il gruppo di volontari dell’UNITALSI di Settimo Torinese e li incoraggio nella loro opera di servizio agli ammalati.

Saluto inoltre i giovani della trentaduesima Prefettura di Roma impegnati nella pastorale giovanile, come pure alcuni gruppi parrocchiali: San Lorenzo in Tivoli, San Rocco in Àrcola (La Spezia), Ss. Pietro e Paolo in Asnago (Como).

Saluto anche gli alunni delle Scuole “S. Maria ad Nives” di Genova-Pegli e “S. Vincenzo” di La Maddalena (Sassari).

Saludo ahora cordialmente a las personas de lengua española que se han unido a esta entrañable práctica de piedad mariana, al comienzo del mes de mayo, tradicionalmente dedicado a la Virgen María. Saludo en particular al numeroso grupo de gitanos que han venido a Roma para participar mañana en la beatificación del Venerable Ceferino Giménez, "El Pelé". Este ilustre hijo de vuestra raza fue mártir de la fe y murió con el Rosario en la mano. Vosotros, que habéis sabido mantener vuestra identidad étnica y cultural más allá de las fronteras, haciendo con frecuencia del camino vuestra patria, seguid su ejemplo de piedad cristiana y de especial devoción a María, que vosotros invocáis como "Amari Develeskeridaj" - "Nuestra Madre de Dios" -, para que ella sea la Estrella que guíe y alegre vuestros pasos.

Dirijo también un saludo al grupo componentes de la Misión Católica Española en Munich, que han querido peregrinar a la tumba de Pedro para robustecer su fe. A todos os encomiendo a la Madre del cielo y os bendigo de corazón. 

      

© Copyright 1997 - Libreria Editrice Vaticana  



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