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VIAGGIO APOSTOLICO IN POLONIA
(31 MAGGIO-10 GIUGNO 1997)

CERIMONIA DI BENVENUTO

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II

Aeroporto di Wrocław - Sabato, 31 maggio 1997

 

Egregio Signor Presidente della Repubblica di Polonia,
Venerato Signor Cardinale Metropolita di Wrocław!

1. Ringrazio vivamente per le parole di benvenuto pronunciate dal Signor Presidente a nome delle Autorità di Stato della Repubblica di Polonia. Esprimo la mia gratitudine anche al Metropolita di Wrocław  per l'indirizzo rivoltomi a nome di questa Arcidiocesi ed a nome dell'Episcopato e di tutta la Chiesa in Polonia. Di tutto cuore intendo ricambiare i sentimenti che mi sono stati manifestati.

Così, di nuovo mi trovo tra voi come pellegrino, cari Fratelli e Sorelle, figli e figlie della nostra comune madre Patria. E' ormai il sesto viaggio del Papa Polacco alla terra nativa. Ogni volta, tuttavia, immutabilmente mi pervade una profonda commozione del cuore. Ogni ritorno in Polonia è come il ritorno sotto il tetto della casa paterna, dove ogni piccolissimo oggetto ci ricorda ciò che è più vicino e più caro al cuore. Come, dunque, non ringraziare in quest'istante la Divina Provvidenza, di avermi permesso una volta ancora di rispondere all'invito della Chiesa in Polonia e delle Autorità di Stato a tornare nella mia Patria? Ho accolto con gioia tale invito e oggi voglio ancora una volta dire il mio cordiale grazie per esso.

In questo momento abbraccio con il pensiero e con il cuore tutta la mia Patria e tutti i connazionali, senza alcuna eccezione. Saluto voi tutti, cari fratelli e sorelle. Saluto la Chiesa in Polonia, il Cardinale Primate, tutti i Cardinali, Arcivescovi e Vescovi, i sacerdoti, le famiglie religiose maschili e femminili e tutto il popolo credente, così attaccato alla fede cattolica. Rivolgo parole di saluto specialmente alla gioventù polacca, poiché essa è il futuro di questa terra. Saluto in modo particolare le persone toccate dalla sofferenza dell'infermità, della solitudine, dell'età avanzata, oppure della povertà e dell'indigenza. Saluto i fratelli e le sorelle della Chiesa Ortodossa di Polonia e delle Comunità della Riforma, ed anche i nostri fratelli maggiori nella fede di Abramo e coloro che professano l'Islam in questa terra. Saluto tutti gli uomini di buona volontà, che con sincerità cercano la verità e il bene. Non voglio omettere nessuno, poiché vi porto tutti nel mio cuore e vi ricordo tutti nelle mie preghiere.

2. Ti saluto, Polonia, Patria mia! Anche se mi è toccato di vivere lontano, non cesso tuttavia, di sentirmi un figlio di questa terra e nulla che la riguardi mi è estraneo. Mi rallegro con voi dei successi che riportate e partecipo alle vostre preoccupazioni, cittadini polacchi! Senza dubbio infonde ottimismo - per esempio - il processo in realtà non facile dell'"apprendimento della democrazia" e il graduale consolidamento delle strutture di uno stato democratico e di diritto. Vanno registrati non pochi successi nel campo dell'economia e delle riforme sociali, riconosciuti dalle prestigiose istanze internazionali. Però non mancano anche i problemi e le tensioni, a volte molto dolorosi, che bisogna risolvere con uno sforzo comune e solidale di tutti rispettando i diritti di ogni uomo, e specialmente di quello più indifeso e debole. Sono convinto che i Polacchi sono una nazione dotata di enorme potenziale di talenti di spirito, di intelletto e di volontà; una nazione che è capace di molto e che, nella famiglia dei paesi europei può svolgere un ruolo importante. Ed è proprio ciò che di tutto cuore auguro alla mia Patria.

Vengo a voi, cari connazionali, come colui che desidera servire - rendere un servizio apostolico a tutti e a ciascuno di voi singolarmente. Il servizio del Successore di san Pietro è il ministero della fede, conformemente alle parole di Cristo: "Io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli" (Lc 22, 32). Questa è la missione di Pietro e questa è la missione della Chiesa. Essa, con lo sguardo fisso sull'esempio del suo Maestro, null'altro desidera che di poter servire l'uomo annunziando il Vangelo. "L'uomo, nella piena verità della sua esistenza, del suo essere personale ed insieme del suo essere comunitario e sociale - nell'ambito della propria famiglia, nell'ambito di società e di contesti tanto diversi, nell'ambito della propria nazione, o popolo... , nell'ambito di tutta l'umanità - quest'uomo è la prima strada che la Chiesa deve percorrere nel compimento della sua missione: egli è la prima e fondamentale via della Chiesa, via tracciata da Cristo stesso, via che immutabilmente passa attraverso il mistero dell'Incarnazione e della Redenzione" (Giovanni Paolo II, Redemptor hominis, 14).

3. Vengo a voi, cari connazionali, nel nome di Gesù Cristo - di colui che è "lo stesso ieri, oggi e sempre" (Eb 13, 8). Questo è il motto della presente visita. Nell'itinerario di questo pellegrinaggio apostolico, desidero, insieme con voi, confessare la fede in Colui che è il "centro del cosmo e della storia", e specialmente il centro della storia di questa Nazione, battezzata da oltre mille anni. Occorre che rinnoviamo questa professione di fede, insieme con tutta la Chiesa, che si prepara spiritualmente al Grande Giubileo dell'Anno 2000.

Il percorso di questo pellegrinaggio è molto ricco, e le sue tappe principali vengono determinate da tre città: Wrocław , Gniezno e Cracovia. E dunque innanzitutto Wrocław , che ospita il 46° Congresso Eucaristico Internazionale. "Fategli posto, il Signore viene dal cielo . . . ". Sono convinto che questo Congresso Eucaristico contribuirà efficacemente all'espansione dello spazio vitale offerto a Cristo nel Santissimo Sacramento, a Cristo crocifisso e risorto, a Cristo Redentore del mondo, nella vita di questa Chiesa che è a Wrocław, nella vita della Chiesa in Polonia e su tutto il globo terrestre. Si tratta qui di aprire l'accesso a tutte le ricchezze della fede e della cultura, che uniscono all'Eucaristia. Si tratta di uno spazio spirituale, di uno spazio di pensieri umani e di cuore umano, di uno spazio di fede, di speranza e di carità, ed anche di uno spazio di conversione, di purificazione e di santità. Abbiamo in mente tutto questo quando cantiamo: "Fategli posto . . .".

La seconda tappa è l'antichissima Gniezno. Questa mia visita si svolge nell'anno in cui la Chiesa in Polonia celebra il millennio del martirio di sant'Adalberto. Insieme con noi lo celebrano i nostri vicini Cechi, ed anche gli Ungheresi, gli Slovacchi ed i Tedeschi. Nell'ambito di questo pellegrinaggio vorrei insieme con voi, cari fratelli e sorelle, ringraziare prima di tutto per il dono della fede, consolidata nella nostra storia dal sangue del martire Adalberto. Questo anniversario contiene anche una chiara dimensione europea. Ci ricorda, infatti, lo storico Incontro di Gniezno dell'anno 1000, che ebbe luogo presso le reliquie del Martire. La figura di sant'Adalberto si è inscritta molto profondamente nella storia spirituale, non soltanto della Polonia, ma anche dell'Europa, e il messaggio che contiene fino ad oggi non ha perso la sua attualità.

Ed infine Cracovia, cioè il 600° della fondazione iagellonica dell'Università a Cracovia, e in particolare della sua Facoltà di Teologia, grazie agli sforzi della Beata Edvige Regina. Anche qui si tratta di un evento decisivo per lo spirito della nazione polacca e della cultura polacca.

Intorno a queste tre tappe principali è strutturato tutto il programma di questo viaggio molto vasto e ricco. Viene unito in un unico insieme dalla figura di Gesù Cristo, che è "lo stesso ieri, oggi e sempre" (Eb 13, 8) - la figura di Cristo, che in modo così mirabile rivela la sua potenza nella vita dei santi e dei beati, ai quali la Chiesa riconosce gli onori degli altari. Ci parleranno di questo le canonizzazioni e le beatificazioni di grandi Polacchi e di grandi Polacche, che compirò nel corso di questa visita apostolica. Desideriamo confessare insieme la nostra fede in Cristo, ed anche vogliamo invitarLo nuovamente nelle nostre famiglie, in tutti i luoghi dove ci viene dato di vivere e di lavorare - vogliamo nuovamente invitarlo nella nostra comune casa, che si chiama Polonia.

Per chiudere, ringrazio ancora una volta, per il così caloroso benvenuto in terra patria, un benvenuto sotto la pioggia, ma è proprio quello che mi aspettavo. Bisogna allontanarsi un po' da quel sole che scotta sempre più in Italia, e sentire un clima più rigido, con la pioggia. Per questo benvenuto ringrazio quindi molto. Saluto tutti i presenti, saluto quanti sono qui convenuti per partecipare al Congresso Eucaristico Internazionale, ed anche tutti i miei connazionali e di cuore benedico tutti.



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