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ATTO COMMEMORATIVO DEL SERVO DI DIO PAPA PAOLO VI
NEL CENTENARIO DELLA NASCITA

SALUTO DI GIOVANNI PAOLO II

Aula Paolo VI - Sabato, 22 novembre 1997

 

Signori Cardinali,
Venerati Fratelli nell'Episcopato e nel Sacerdozio,
Illustri Signori e Signore del Corpo Diplomatico,
Carissimi Fratelli e Sorelle !

Nella memoria e nel cuore della Chiesa e del mondo, come bene ha affermato il Cardinale Casaroli nel suo commosso ricordo, il Servo di Dio Papa Paolo VI ha ormai un monumento che nessuno potrà distruggere. La solenne celebrazione di questa sera ne costituisce ulteriore conferma. La sua figura, più che mai viva in tutti noi, è stata in quest'Aula, che a lui si intitola, così efficacemente rievocata grazie al generoso impegno di tante persone, alle quali desidero ora rivolgere una parola di saluto e di riconoscenza.

La mia gratitudine va anzitutto ai professori dell'Orchestra del Festival Internazionale di Brescia e Bergamo, al Coro da Camera di Praga, ed al Maestro Agostino Orizio, che li ha così validamente diretti. La loro magnifica esecuzione ha elevato lo spirito di tutti noi a quella dimensione di armonica bellezza che Paolo VI ha più volte indicato quale via per la conoscenza e la comunicazione della Verità.

Cordiale gratitudine esprimo, in particolare, al carissimo Signor Cardinale Agostino Casaroli, per lunghi anni mio apprezzato e strettissimo collaboratore, che ha illuminato questo atto commemorativo con la sua ampia e profonda relazione, che in certi passaggi ha avuto il tono di una toccante testimonianza, avvalorata dalla pluriennale condivisione delle sollecitudini pastorali del grande Pontefice.

La venerazione ed il filiale affetto verso il Papa Paolo VI hanno richiamato qui, questa sera, tante persone. Molte di esse lo hanno conosciuto personalmente; alcune, le più fortunate, hanno beneficiato anche della sua amicizia. A ciascuno rivolgo il mio fraterno pensiero.

Il mio deferente saluto va innanzitutto al Signor Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro e a tutte le altre Autorità e Personalità presenti. Saluto, poi, i Signori Cardinali tra i quali un particolare pensiero va al Signor Cardinale Carlo Maria Martini, successore dell'allora Cardinale Montini sulla Cattedra di Sant'Ambrogio. Saluto, inoltre, Mons. Pasquale Macchi, Mons. John Magee e Monsignor Vigilio Mario Olmi, Ausiliare di Brescia qui venuto insieme col Presidente dell'Istituto Paolo VI di Brescia, il Sindaco di Brescia e il Sindaco ed il Parroco di Concesio. Saluto, infine, con particolare intensità tutti i familiari e parenti, che sono qui con noi stasera.

Nominando Concesio, paese natale di Giovanni Battista Montini, il pensiero corre spontaneamente alla casa paterna ed al fonte battesimale, dove egli ricevette il Sacramento della nuova nascita nel giorno stesso in cui - come non ricordarlo? - partiva da questo mondo l'anima eletta di Teresa di Lisieux. Alla spiritualità della Santa carmelitana possiamo ben accomunare l'anelito religioso del Papa Paolo VI, che espresse il suo grande amore per Cristo con il lungo e sapiente servizio alla Chiesa.

In questi cento anni l'evento ecclesiale più rilevante è stato, senza dubbio, il Concilio Ecumenico Vaticano II. Il Signore ha voluto che un gracile figlio della terra bresciana diventasse il robusto timoniere della barca di Pietro proprio durante la celebrazione dell'Assise conciliare e negli anni della sua prima attuazione. Siamo tutti profondamente grati a Dio per il dono di questo grande Papa, che ha saputo guidare la Chiesa in un momento storico di vasti, repentini e imprevedibili cambiamenti. Per l'inestimabile eredità di magistero e di virtù, che Paolo VI ha lasciato ai credenti e all'intera umanità, lodiamo il Signore con sincera riconoscenza. A noi tocca ora di fare tesoro di così sapiente eredità. Ci aiuti Iddio a continuare la sua opera apostolica e missionaria, per intercessione di Maria, che il mio venerato Predecessore onorò particolarmente con il titolo di "Madre della Chiesa".

A tutti rinnovo i miei sentimenti di gratitudine, con la mia Benedizione.

 

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