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DISCORSO DEL SANTO PADRE
 GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI AL PELLEGRINAGGIO
DELLA DIOCESI DI PRZEMYSL (POLONIA)

18 giugno 1998

 

 

1. Do un cordiale benvenuto a voi riuniti nell'Aula Paolo VI così numerosi. In modo particolare saluto l'Arcivescovo Józef, vostro Pastore, e lo ringrazio per le parole rivoltemi all'inizio di questo incontro. Saluto anche il Vescovo ausiliare Stefan, che è qui con noi, come pure i rappresentanti del clero, degli ordini religiosi, degli alunni del Seminario Maggiore e di tutti i fedeli della Chiesa di Przemysl e della terra di Podkarpacie, da me ben conosciuta e così cara al mio cuore. In spirito mi unisco anche ai Vescovi emeriti, Ignacy e Boleslaw, e da questo luogo voglio inviare loro oggi il mio saluto e l'assicurazione della preghiera. Rivolgo il mio benvenuto anche ai rappresentanti delle Autorità provinciali e delle città di Przemysl e di Krosno.

Siete giunti a Roma, alle Tombe dei santi Apostoli, come pellegrini, per consolidare la vostra fede e per imparare a rendere testimonianza a Cristo. Seguite le orme dei primi cristiani che suggellarono col martirio la loro fedeltà al Vangelo proprio in questa Città.

L'odierno incontro mi richiama alla mente i due giorni del mio soggiorno a Dukla e a Krosno, in occasione della mia visita dello scorso anno, nella vostra arcidiocesi. E' stato commovente il ritorno, dopo tanti anni, agli uomini e ai luoghi che conosco così bene, avendoli prima frequentati numerose volte. La terra di Bieszczady mi affascinava sempre con la sua straordinaria bellezza, che è il riflesso nell'ambito naturale della grandezza ed insieme della vicinanza di Dio. Conservo nel profondo del mio cuore i momenti della nostra comune preghiera. Oggi mi portate con voi, in un certo senso, una piccola parte della nostra Patria, e anzitutto il ricordo di Giovanni di Dukla, "questo grande tesoro della vostra terra", che la Provvidenza mi ha concesso di proclamare santo della Chiesa universale, proprio a Krosno.

2. "Rallegratevi, giusti, nel Signore" (Sal 96[97],12).

Nella Liturgia della parola prevista per oggi, il Salmista ci esorta alla gioia. Abbiamo questa gioia, perché con noi è Cristo risorto e la sua potenza salvifica. Ci rallegriamo perché è con noi lo Spirito Santo, disceso sugli Apostoli il giorno della Pentecoste (cfr At 2,1- 13). E' Lui ad animare la Chiesa, ad aprire i cuori e le menti degli uomini alla verità divina. Tale gioia ha la sua fonte nella nostra fede, nella consapevolezza di essere figli di Dio, redenti con il Sangue di Cristo. Tuttavia dobbiamo sempre ricordare che la fede è un dono di Dio e di esso siamo responsabili.

Oggi, in un'epoca di grandi trasformazioni, la Polonia ha bisogno di uomini di fede viva, con lo sguardo fisso su Dio, veri apostoli del bene, della verità e dell'amore, che preparano le vie della nuova evangelizzazione in tutta la Nazione. Sull'esempio dei vostri Patroni: S. Giovanni di Dukla e il beato Józef Sebastian Pelczar, legati alla terra di Bieszczady, seguite con coraggio Cristo sulle vie che Lui stesso vi indica. Edificate dunque il futuro felice della Patria in spirito di rispetto per la tradizione e fedeli alle sue radici cristiane. Siate degni testimoni della sua storia ultramillennaria. La fedeltà a Dio è sempre creativa. Scende nel profondo e, allo stesso tempo, si apre alle nuove sfide e ai nuovi segni del tempo.

3. Le vie della nuova evangelizzazione sono numerose e diversificate. Lungo queste vie ci guida lo Spirito Santo, accompagnandoci con la sua luce e con la sua forza. Con gioia vengo a sapere che nella vostra arcidiocesi si sta animando l'apostolato dei laici. Ciò trova la sua espressione in un grande impegno nei lavori del Sinodo Diocesano, attraverso il quale desiderate arricchire la fede e conoscere la dottrina della Chiesa, nel concreto delle condizioni attuali e locali. Sento che nelle parrocchie lavorano i gruppi sinodali, che approfondiscono gli importanti problemi religiosi. Sappiamo infatti quale grande ruolo svolge la catechesi nel consolidamento della fede e nel renderla matura. La fede è un valore strettamente personale, da cercare e da vivere. Quanto però dipende qui anche dalla famiglia, dalla scuola e dall'ambiente sociale! Perciò un inserimento attivo nei lavori del Sinodo vi aiuterà a comprendere meglio, a vivere e ad arricchire nella comunità della Chiesa la vostra fede.

Mi rallegro perché si sta sviluppando il movimento della preghiera mariana nei gruppi del Rosario Vivente. Incoraggio tutti a tale preghiera: i bambini, i giovani, le persone anziane e gli infermi. Il Rosario è una preghiera di cui la Chiesa ha costante bisogno e anche ciascuno di voi. Vi dirò che questa è una preghiera che io amo tanto e vi prego di ricordarmi quando la reciterete.

La Chiesa in Polonia pone grandi speranze nell'Azione Cattolica, che si va sviluppando anche nella vostra arcidiocesi. Il suo compito principale è di assumere e sviluppare varie iniziative apostoliche. Oggi c'è un grande bisogno di approfondire la conoscenza della dottrina sociale della Chiesa, ma anche di approfondire la spiritualità cristiana, che porta in modo naturale a un legame più stretto con Dio e con la Chiesa. E' bene che le iniziative concrete vengano precedute dalla preghiera e dalla riflessione. Durante gli incontri formativi che organizzate, chiedete allo Spirito Santo di assistervi nel discernere le vie per attuare il Vangelo negli ambienti di lavoro, nelle famiglie e nelle comunità parrocchiali. Il mondo di oggi attende coraggiosi testimoni della fede, che con la loro vita mostrino la santità e aiutino gli altri a tendere ad essa.

4. Miei cari, ancora una volta voglio ripetere le parole pronunciate a Krosno durante la canonizzazione del Beato Giovanni di Dukla: "Questa terra (di Bieszczady) ha infatti dato molti testimoni autentici di Gesù Cristo, persone che hanno posto pienamente la loro fiducia in Dio ed hanno dedicato la loro vita all'annuncio del Vangelo. Seguite le loro orme! (...) «perché tutto il mondo veda le vostre opere buone e renda gloria a Dio che è nei cieli» (cfr Mt 5,16). La fede seminata da San Giovanni nei cuori dei vostri avi cresca come un albero di santità e «faccia molto frutto ed esso permanga» (cfr Gv 15,5)" (10.06.1997). Questo è il mio fervido augurio, che anche oggi rivolgo dalla Tomba di San Pietro a tutti voi qui presenti e a coloro che non sono potuti venire in pellegrinaggio a Roma. Trasmettetelo ai vostri cari, alle famiglie, alle parrocchie, e specialmente agli ammalati, ai sofferenti e alle persone anziane.

Che Dio benedica tutta la comunità del Popolo di Dio dell' arcidiocesi di Przemysl e la vostra bella terra di Bieszczady.

      

© Copyright 1998 - Libreria Editrice Vaticana



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