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DISCORSO DEL SANTO PADRE
GIOVANNI PAOLO II
AI MEMBRI DELLA FONDAZIONE VATICANA
"CENTESIMUS ANNUS - PRO PONTIFICE"

 

Signor Cardinale,
Venerati Fratelli nell'Episcopato,
Gentili Signore e Signori!

1. Sono lieto di porgere il mio cordiale benvenuto a tutti voi, convenuti in Vaticano per partecipare all'annuale Convegno di studio, promosso dalla Fondazione "Centesimus annus - Pro Pontifice" sul tema "Globalizzazione e solidarietà".

Il mio pensiero va, innanzi tutto, al Signor Cardinale Lorenzo Antonetti, che ringrazio per le cordiali espressioni rivoltemi a nome dei presenti. Con lui saluto Mons. Claudio Maria Celli e tutti voi, carissimi Soci della Fondazione che avete voluto rendermi visita con i familiari.

Il vostro benemerito Sodalizio ispira la sua azione specialmente all'Enciclica Centesimus annus, con la quale ho voluto ricordare il centenario dell'Enciclica Rerum Novarum del mio venerato predecessore Leone XIII, che in un tempo carico di problemi e di tensioni sociali aprì alla Chiesa un nuovo e promettente campo di evangelizzazione e di promozione dei diritti umani.

Il confronto tra i due documenti evidenzia gli scenari profondamente diversi, cui si riferiscono tali interventi del Magistero: il primo doveva prevalentemente confrontarsi con la "questione operaia" in un contesto europeo; il secondo, invece, si apre a problemi economici e sociali nuovi e ad orizzonti planetari. Quest'ultima situazione negli anni seguenti ha assunto dimensioni ancora più complesse, evidenziando questioni di grande rilevanza per il futuro stesso dell'uomo e per la pace tra i popoli. In tutto questo intrecciarsi di situazioni nuove e problematiche, il Magistero non ha mancato di ribadire i perenni principi del Vangelo in difesa della dignità della persona e del lavoro umano, accompagnando con pronunciamenti puntuali e frequenti l'azione capillare e costante dei cristiani nell'ambito sociale.

Mi congratulo, quindi, per il vostro lodevole impegno nella diffusione ed applicazione della Dottrina sociale della Chiesa, e vi sono grato per questa visita, che mi offre la preziosa occasione di conoscere gli sviluppi della vostra benemerita attività.

2. Tema del vostro incontro è quello della globalizzazione, che interessa ormai ogni aspetto dell'economia e della finanza. A nessuno sfuggono i vantaggi che un'economia "mondializzata", ben regolata ed equilibrata, può recare al benessere ed allo sviluppo della cultura, della democrazia, della solidarietà e della pace. Ma è necessario che venga costantemente perseguita l'armonizzazione tra le esigenze del mercato e quelle dell'etica e della giustizia sociale.

Tale regolamentazione etica e giuridica del mercato appare sempre più difficile, come pure risultano sempre più inadeguati i provvedimenti presi dai singoli Stati. Occorre, allora, lavorare per una cultura delle regole, che non guardi soltanto agli aspetti commerciali, ma si faccia carico della difesa dei diritti umani in tutto il mondo. Infatti, perché la globalizzazione dell'economia non produca gli esiti nefasti dell'esplosione selvaggia degli egoismi privati e di gruppo, occorre che alla progressiva mondializzazione dell'economia corrisponda sempre più la cultura "globale" della solidarietà, attenta ai bisogni dei più deboli.

3. Inseriti in diversi Organismi interessati all'economia ed al lavoro, nel contesto promettente e inquietante della globalizzazione, anche voi siete chiamati ad essere costanti interpreti delle esigenze della solidarietà, secondo lo spirito di Cristo e l'insegnamento della Chiesa. In tal modo potrete testimoniare la tenerezza di Dio per ogni uomo e promuovere, con la dignità della persona, una convivenza internazionale più giusta e fraterna perché ispirata alla perenne verità del Vangelo.

In questo compito, esaltante e difficile, vi sostenga la parola del Signore, che invita a vedere in ogni gesto d'amore verso i fratelli l'occasione per servire Lui stesso: "Ogni volta che avete fatto queste cose ad uno dei miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me" (Mt 25,40).

Affido i vostri propositi di bene alla materna protezione della Vergine Santa che, rispondendo "in fretta" alle necessità di Elisabetta (cfr Lc 1,39), ci mostra come essere costantemente solleciti verso le esigenze dei fratelli bisognosi.

Con tali auspici, imparto a voi ed ai collaboratori la Benedizione Apostolica, volentieri estendendola a tutti i vostri cari.

 

    © Copyright 1998 - Libreria Editrice Vaticana



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