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VIAGGIO APOSTOLICO IN POLONIA (31 MAGGIO - 10 GIUGNO 1997)

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI BAMBINI DELLA PRIMA COMUNIONE E AI CATECHISTI

Chiesa della Sacra Famiglia (Zakopane) - Sabato, 7 giugno 1997 

 

1. "Lasciate che i bambini vengano a me" (Mc 10, 14), così disse una volta Gesù agli Apostoli. Era un meraviglioso invito. Il Signore Gesù amava i bambini e voleva che fossero vicino a Lui. Molte volte li benediceva, e perfino li poneva come esempio per gli adulti. Diceva che il regno di Dio appartiene a coloro che si fanno simili a questi più piccoli (cfr Mt 18, 3). Naturalmente ciò non significa che gli adulti debbano ridiventare bambini da ogni punto di vista, ma che i loro cuori debbono essere puri, buoni e fiduciosi, che debbono essere pieni d'amore.

Cari bambini! Il Papa viene oggi da voi per dirvi a nome del Signore Gesù che Lui vi ama. Certamente i vostri sacerdoti catechisti e le suore catechiste vi hanno parlato di questo molte volte. Voglio però ripeterlo ancora una volta, perchè ricordiate per tutta la vita questa gioiosa notizia. Gesù vi ama!

Poco tempo fa avete potuto convincervi di ciò in modo particolare. Ecco, Gesù è venuto per la prima volta nei vostri cuori. L'avete ricevuto sotto la specie del pane nella prima santa Comunione. Che cosa vuol dire che è venuto nei vostri cuori? Per dare una risposta a questa domanda, dobbiamo tornare per un attimo nel Cenacolo. Là, durante l'Ultima Cena, poco prima della sua morte, il Signore Gesù diede agli Apostoli il pane e disse: "Prendete e mangiatene tutti: questo è il mio Corpo". Nello stesso modo diede loro il vino dicendo: "Prendete e bevetene tutti: questo è il calice del mio Sangue". E noi crediamo che, benché gli Apostoli sentissero nella bocca il sapore del pane e del vino, veramente consumavano il Corpo e il Sangue di Cristo. E questo era il segno del suo amore infinito. Chi infatti ama, è pronto a dare alla persona amata tutto ciò che possiede di più prezioso. Il Signore Gesù in questo mondo aveva poche cose da poter offrire agli Apostoli. Tuttavia diede loro qualcosa di più - diede loro se stesso. Da allora, ricevendo questo Cibo santissimo, potevano essere costantemente con Gesù. Egli stesso dimorava nei loro cuori e li colmava di santità. Ecco che cosa significa che Gesù è venuto nei vostri cuori. Egli è in voi, il suo amore vi riempie e fa sì che diveniate sempre più simili a Lui, sempre più santi.

Questa è una grande grazia, ma anche un grande compito. Affinché il Signore Gesù possa inabitare in noi, dobbiamo adoperarci perchè il nostro intimo sia sempre aperto a Lui. Questo è, dunque, il vostro compito: amare sempre Gesù, avere il cuore buono e puro, e il più spesso possibile invitarLo, affinché mediante la santa Comunione dimori in voi. E non fate mai ciò che è cattivo. A volte questo può essere difficile. Ricordate però che Gesù vi ama e desidera che anche voi lo amiate con tutte le vostre forze.

2. Oggi insieme a voi voglio ringraziare Cristo per l'infinito amore che elargisce a tutti gli uomini. Lo lodiamo in modo particolare per il dono dell'Eucaristia, nella quale è rimasto perchè abbiamo la vita e l'abbiamo in abbondanza (cfr Gv 10, 10). Ringrazio anche i vostri catechisti, che vi hanno portato da Gesù eucaristico, come anche coloro che in tutta la Polonia si assumono la fatica di trasmettere la fede nelle scuole. E' un compito alto, benché molte volte non facile. Esige una testimonianza di fede, di speranza e di carità. Di fede, che poggia fermamente sul Vangelo; di speranza, che nella prospettiva della salvezza non cancella nessun uomo; di carità, che non esita a dare ciò che è il meglio anche a prezzo del sacrificio di sé. Non vi abbandoni la convinzione che i giovani, nonostante non lo dimostrino, hanno bisogno e desiderano questa vostra testimonianza. Lo Spirito Santo, che ha illuminato e rafforzato generazioni e generazioni di apostoli di Cristo, sostenga anche voi - le schiere dei catechisti e delle catechiste di oggi in Polonia.

Infine voglio rivolgere parole di gratitudine anche ai genitori - a voi, qui presenti e a tutti i genitori della Polonia. Portando un giorno i vostri figli al battesimo, avete preso l'impegno di educarli nella fede della Chiesa e nell'amore per Dio. Questi bambini, che per la prima volta si sono accostati alla santa Comunione, sono segno che avete assunto tale impegno e cercate con sincerità di assolverlo. Vi prego di non rinunciare mai a questo. Sono prima di tutto i genitori ad avere il diritto e il dovere di educare i loro figli, in sintonia con le proprie convinzioni. Non cedete questo diritto alle istituzioni, che possono trasmettere ai bambini e ai giovani la scienza indispensabile, ma non sono in grado di dar loro la testimonianza della sollecitudine e dell'amore dei genitori. Non lasciatevi illudere dalla tentazione di assicurare alla vostra prole le migliori condizioni materiali a prezzo del vostro tempo e della vostra attenzione, di cui essa ha bisogno per crescere "in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini" (Lc 2, 52). Se volete difendere i vostri figli contro la demoralizzazione e il vuoto spirituale, proposti dal mondo con vari mezzi e, a volte, perfino nei programmi scolastici, circondateli del calore del vostro amore paterno e materno e date loro l'esempio di una vita cristiana.

Affido il vostro amore, i vostri sforzi e le vostre preoccupazioni alla Sacra Famiglia, patrona di questa chiesa. Che la protezione di Gesù, di Maria e di Giuseppe sia per voi di conforto.

3. Una volta ancora abbraccio con il mio cuore i bambini qui presenti e tutti i bambini del nostro Paese, specialmente quelli che portano il peso della sofferenza e dell'abbandono.

Rendo omaggio a tutti i genitori che si assumono la fatica quotidiana di mantenere ed educare la propria prole. Ringrazio i pastori e i fedeli di tutta la parrocchia per la benevolenza, l'ospitalità e per il dono della preghiera. Benedico di cuore tutti.

  

© Copyright 1997 - Libreria Editrice Vaticana



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