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 DISCORSO DEL SANTO PADRE GIOVANNI XXIII
AL CLERO E ALLE AUTORITÀ CIVILI,
RACCOLTI IN PREGHIERA
DINANZI ALLE  VENERATE SPOGLIE
DEI SANTI PIO X E GIOVANNI BOSCO
*

Basilica Vaticana
11 maggio 1959

 

Venerabili Fratelli e diletti figli!

Lo spettacolo che questa sera si offre alla contemplazione dei Nostri occhi Ci riempie l'animo di profonda e commossa esultanza. La grande piazza della Basilica di S. Pietro, che da secoli apre le sue braccia marmoree al saluto delle folle oranti e pellegrine, invitandole al raccoglimento ed alla preghiera, riceve in questo vespero i due Santi gloriosi e tanto cari al cuore delle moltitudini cristiane: S. Pio X, Pontefice Romano, e S. Giovanni Bosco, apostolo della gioventù.

Lo spazio, recinto dal colonnato possente del Bernini, è trasmutato in quest'ora come in un tempio solenne, in un altare di preghiera e di lode. Vi tornano le venerate spoglie del Pontefice Santo, dopo un mese, di quella che quasi vorremmo chiamare l'ultima visita pastorale nel Patriarcato che un giorno fu suo; ed in coincidenza felice di eventi, esse si incontrano coi resti mortali di S. Giovanni Bosco, che, portato dalla pietà dei suoi figli nella chiesa a lui recentemente dedicata nel quartiere Tuscolano, sta per ritornare alla sua Torino.

Con viva soddisfazione dell'animo, ed anche con la personale partecipazione della parola, dello scritto e della presenza, abbiamo seguito giorno per giorno le due solenni manifestazioni, che tanto fervore e tanta devozione hanno ovunque suscitato nell'eco diffusa in tutto il mondo: Venerabili Fratelli Nostri e diletti figli, consentite che nel momento conclusivo, che accosta in significazione così singolare ed amabile i due luminosi modelli di santità dei tempi nostri, abbiamo a rilevare lo spirituale valore dell'odierna circostanza.

1. Per quanto si riferisce a Pio X, la scena edificante di questa sera, è in tutto degna delle prime pagine del Libro Divino: degna di essere comparata a quel capo cinquantesimo del Genesi, dove è detto che i figli di Giacobbe accompagnarono per la deposizione definitiva la salma del loro Patriarca alla tomba duplice, che Abramo si era fatto per sé e per i suoi in terra di Canaan, nel campo di Efron Eteo, in faccia a Mambre [1].

Non diversamente i figli di Venezia, a cui per distinto segno di affezione avevamo concesso il grande favore, e il grande onore, di trasferire per breve tempo nelle Lagune, le spoglie sante di Papa Pio X, già loro insigne Patriarca, prima che Pontefice glorioso della Chiesa universale, come per aiutarlo al compimento di una sua antica promessa, eccoli ora pronti, in perfetta fedeltà, alla restituzione del sacro pegno, perchè, ricomposto nella Basilica di S. Pietro, prosegua di qui una sopravvivenza di intercessione per quanti lo invocano, e di edificazione e di letizia per tutto il popolo cristiano.

Ma quale grandezza, quale trionfo in questa postuma peregrinazione del Patriarca antico presso la sua buona gente Veneta: quale spirituale esaltazione sul suo passaggio presso le porte delle principali città, disposte lungo il suo cammino da Venezia a Roma: e qui in Roma, quanta cordialità devotissima ed entusiastica di accoglimento, sì da farCi ripetere più volte : « Mirabilis Deus in sanctis suis ! » [2].

Nulla è mancato invero alla solennità di questo ritorno e di questo ricevimento: innanzitutto la turba, non solo « non modica », ma imponentissima; e i « currus et equites » pazienti o scalpitanti, poiché tutte le forme moderne di trasporto furono messe in azione, a renderlo più rapido e solenne.

Grande benedizione fa questa per le genti Venete, e per la gente Italica: apostolato efficacissimo di verità, di pietà religiosa e di pace!

Il rilevarlo, oltre al riuscire di profonda soddisfazione al Nostro spirito, Ci apre il cuore alle più liete speranze.

La vita dei Santi che il Signore ha la bontà di donare di tratto in tratto alla sua Chiesa, ritrae moltissimo dalla varia configurazione dei luoghi, dei tempi e degli uomini, tra cui questi esseri privilegiati e generosi vissero e moltiplicarono le virtù predare ed i buoni esempi, di cui si arricchisce il patrimonio spirituale di un popolo forte e cristiano.

E per questo, Venerabili Fratelli e diletti figli, che ringraziando Iddio per le ricchezze immense, moltiplicate da questo passaggio delle sacre spoglie di un santo Pontefice, Noi le accogliamo nel loro ritorno all'Urbe, e le ricomponiamo con commossa riverenza, qui dove continueranno ad essere oggetto di venerazione da parte dei pellegrini di tutto il mondo.

Ad alcuni Santi più illustri nella Chiesa di Dio sono riservati talora compiti eccezionali che si prolungano nei secoli. Ogni Santo poi ha la sua provvidenziale missione da compiere, ha una sua fisionomia, che lascia una particolare impronta nel tempo suo, e che talora si estende anche nell'ordine materiale e temporale.

Pio X è tutta una glorificazione dei compiti pastorali; e ad osservare minutamente gli undici anni del suo governo di Pontefice Sommo, se ne deduce una tale molteplicità e pienezza di saggi provvedimenti per la struttura interna della amministrazione ecclesiastica, per il rinvigorimento della pietà religiosa del clero e del popolo, per l'esercizio della carità e del ministero pastorale, da riempire l'anima di ammirazione e di stupore. A lui si potrebbe bene applicare come a pastore insigne, vigilante e incomparabile, il trinomio in cui un altro dei suoi più lontani antecessori, in tempi più difficili ed aspri dei nostri, riassumeva la Chiesa Santa, quale egli la volle, ed in parte l'ottenne: cioè: « libera, casta, catholica ».

Ed eccolo ora, il santo Pio Decimo, come l'antico Patriarca Giacobbe, in faccia a Mambre, « in possessionem sepulcri », e per sempre: eccolo al cospetto del popolo suo, di questa sua « gens sancta », di questo « regale sacerdotium », di questo « populus acquisitionis », — così S. Pietro lo chiamava — a rammentare, come il morente Patriarca ai figli suoi esuli in terra straniera, i precetti del Signore.

Egli è qui: e la sua voce, che giunge dal seno di Dio, ricorda a tutti i cristiani la giusta via da seguire: l'apprezzamento esatto, che deve farsi delle cose terrene, e cioè non in vista semplicemente ed esclusivamente della prosperità materiale, ma nella preparazione, per ciascun uomo, del suo ritorno alla Casa del Padre, per cui tutti fummo creati, e segnati in fronte del divino sigillo della grazia.

O glorioso Pontefice nostro Pio! Eccoci innanzi alla tua tomba, al tuo altare. Nel rito di ricomporti nella pace serena e benefica dei Santi del Signore, Ci stanno intorno i Principi della Santa Chiesa, residenti nell'Urbe, componenti il Sacro Collegio dei Cardinali: e accanto a loro i primi e più preziosi e diletti collaboratori del governo ecclesiastico. Si aggiunge la distinta schiera dei prelati, Nostri e loro infaticabili cooperatori ; dei sacerdoti specialmente consacrati al servizio delle anime, nei diversi gradi dell'ecclesiastico ordinamento parrocchiale: e i cori vibranti della gioventù novella, qui convenuta da ogni punto della terra ad educarsi alle conquiste dell'avvenire del Regno di Cristo nella Chiesa; ed infine la folla, la folla devotissima e pia, dei fedeli dell'Urbe e dell'orbe, che un fascino egualmente nobile e potente di ammirazione e di amore attira verso la tua protezione, o Padre Santo. Sii per tutti, o Santo Pio X, amico, ispiratore, intercessore.

2. Accanto a San Pio X, già lo dicemmo, Noi porgiamo egualmente tributo affettuoso di venerazione e di esultanza, in mirabile unanimità di sentimenti e di affetti, a San Giovanni Bosco.

Una felice concomitanza di significati preparò il suo ritorno nell'Urbe, a cento anni di distanza dalla sua prima venuta. L'umile sacerdote dei quartieri popolari di Torino non era sconosciuto, quando la prima volta capitò a Roma.

Per il popolo, Don Bosco fu sempre il prete dei ragazzi, dei giovani, che è quanto dire il sacerdote tutto dedito alla loro istruzione religiosa, alla educazione morale, alla formazione alle virtù civiche ed al lavoro. In questo, egli con sapiente lungimiranza vedeva la prosperità futura della Chiesa e della società e vi si applicò con dolcezza conquidente e ferma dirittura.

Ma per chi sapeva leggere a fondo, Don Bosco si mostrò subito, insieme che della giovinezza, il sacerdote del Papa: il prete Romano, sì da far dire nella sua città, con una punta di gelosia: « Roma ti ammira: Torino ti ama ». A distanza di tanti anni, nell'irradiazione luminosa della sua figura e della sua Opera, ben a ragione si può dire, quasi correggendo la frase geniale : u Tutto il mondo ti ammira: tutto il mondo ti ama ».

Don Bosco è tuttora vivo nell'incanto che egli esercita sulle anime giovanili. Egli infatti ebbe la rara capacità di raccogliere e capire le aspirazioni della giovinezza. Non è vero che questa voglia sempre strafare, imporsi alla luce della dottrina, all'indirizzo della buona disciplina. Al contrario, essa vuole essere compresa con intelletto benevolo, guidata con braccio robusto, con parola sincera : vuol trovare cuori che la amino e la stimino, aiutandola dolcemente e fermamente nella ricerca di ciò che è veramente importante nella vita ; nella vita presente e nella direzione verso la futura.

Ciò è apparso con Nostro profondo compiacimento nella giornata radiosa di Domenica 3 maggio, quando, tra le più che centomila persone che Ci attorniavano al quartiere Tuscolano, la maggior parte erano giovinezze vibranti, che acclamavano il Papa, e nel Papa la perenne giovinezza della Chiesa. Ripensando a questa magnifica realtà, ripetiamo ai giovani le parole di Pio IX, che fu il Pontefice dei tempi di Don Bosco : « Noi siamo con voi ». Il Papato, per cui Cristo governa le anime, ha il suo fondamento non nelle dimensioni territoriali di uno Stato, ma nelle espressioni di attività missionaria apostolica, caritativa, nelle forme di vita in cui si plasmano per il domani le anime giovanili.

In questa sera di commozione e di amore, l'inno di gratitudine si eleva a Don Bosco, apostolo della gioventù, e con lui a tutti i fondatori e condottieri di istituzioni antiche e moderne, che dispiegano in Roma e nel inondo le loro energie alla educazione delle generazioni novelle con la sicurezza di un'alba sempre promettente di vita, di attività e di perfezione cristiana.

Venerabili Fratelli e diletti figli!

Sulla soglia di questa Basilica, presso le tombe degli Apostoli, dei Martiri, dei Dottori insigni, a cui si volgono gli sguardi dei fedeli cattolici di tutto il inondo. Noi risentiamo in quest'ora, a monito solenne e ad incoraggiamento suadente, le profetiche parole della Liturgia: — vidi coniunctos viros, habentes splendidas vestes, et Angelus Domini locutus est ad me dicens: isti sunt viri sancti fatti amici Dei. —

Eccoli insieme questi amici di Dio, dopo il viaggio mirabile della loro esistenza terrena, durante la quale si conobbero e si amarono: eccoli, dopo la peregrinazione di questi giorni da Roma a Venezia, da Torino a Roma.

In vero la supplicazione Ci sale commossa alle labbra: — Sancti tui, Domine, mirabile consecuti sunt iter. —

Il viaggio di questi Santi si è compiuto, anche nel voto di un incontro di S. Pio X con i suoi Veneziani, e di S. Giovanni Bosco con quella popolazione dell'Urbe affidata al ministero pastorale dei figli suoi.

Diletti figli! Come gli occhi si volgono a queste urne gloriose, così i passi di ciascuno di noi si dispongono a proseguire il cammino verso il compimento della vocazione terrena ed eterna.

Sancte Pie, ora pro nobis: Sancte Ioannes, ora pro nobis. O Santi del Signore ! pregate per la Chiesa tutta intera, che vi acclama e vi venera; pregate perchè ciò che fu in cima ai vostri pensieri, ciò che fu l'applicazione costante del vostro lavoro apostolico sia sempre l'impegno nostro per la purezza della fede, per la santità del costume, per la carità dei rapporti fraterni e sociali. Pregate perchè si moltiplichino le buone famiglie, che danno alla Chiesa ed alla società i servitori generosi e fedeli; pregate perché gli uomini tutti, meditando pensieri di pace, giungano alla ferma convinzione che soltanto la bontà mite e generosa scioglie ciò che è arduo e difficile, rafforza i vincoli della fraternità, conquista i cuori, salva le famiglie ed i popoli.


*  AAS. vol. LI, 1959, pp. 367-371.

[1] Gen. 50, 13.

[2] Ps. 67, 36.

 



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