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Benedetto XVI incontra l'Azione Cattolica Italiana

 

Una storia di fedeltà
che si rinnova

 

di Gaetano Vallini


La storia dell'Azione Cattolica è anche e soprattutto storia di santità. Ne era convinto Paolo VI che nel 1972 fece un'apologia della più antica associazione laicale italiana:  "Apologia delle persone, anzitutto, che lasciarono una mirabile testimonianza di amore e a Cristo e alla Chiesa, di integra vita di fede, di pietà, di disponibilità a pagare di persona; in una parola, che vissero con la convinzione e con l'esempio il grande motto:  "Preghiera, azione, sacrificio"". Ma è anche una storia di fedeltà al successore di Pietro; fedeltà che, come un filo, lega le origini, quelle di Mario Fani e di Giovanni Acquaderni, all'oggi, passando per Armida Barelli, Pier Giorgio Frassati, Alberto Marvelli, la piccolissima Nennolina e tanti altri aderenti a un'associazione che ha dato alla Chiesa sei santi, venti beati e altrettanti venerabili.
A conclusione della XIII assemblea nazionale e come momento culminante delle celebrazioni per i 140 anni di fondazione, domenica mattina in piazza San Pietro l'Azione Cattolica si presenterà a Benedetto XVI forte di questa storia di santità e di fedeltà. Lo farà con l'intento di riscoprire le figure esemplari che l'hanno accompagnata e formata, cercando nella tradizione le ragioni del proprio futuro, e per essere confermata nella fede da quel "padre bianco" - come era chiamato in un inno del dopoguerra - al quale si sente da sempre vicina. Del resto lo stesso Paolo VI nel 1967 offriva all'associazione un'indicazione chiarissima, non a caso ricordata dal presidente nazionale Luigi Alici in apertura di assemblea:  "Venite vicino... andate lontano!". Così, se in quel "lontano" non è difficile scorgere l'orizzonte pressoché infinito della missione, in quel "vicino" è espresso il senso di un'appartenenza al cuore della Chiesa di Roma.
Così è ai tempi di Pio IX, che approva i primi circoli di Fani e Acquaderni nati per difendere la fede e sostenere il Pontefice in tempi in cui l'Italia e l'Europa sono segnate da un profondo anticlericalismo. E così avviene  in  seguito  con  Pio  XI  e Pio XII, in un periodo non meno difficile, quello del regime fascista. Con ciascuno di questi Papi l'Azione Cattolica costruisce un rapporto che caratterizza la vita associativa.
La fedeltà al Romano Pontefice viene vissuta anche nel dopoguerra con particolare intensità e matura negli anni del Concilio Vaticano II con Giovanni XXIII e Paolo VI, i quali, in un periodo di grande fermento ecclesiale, offrono all'associazione le linee per il cammino futuro. Sono anni in cui si fa strada quella "scelta religiosa" tanto caratterizzante all'interno quanto fraintesa all'esterno. Scelta riconfermata in seguito e rilanciata ancora oggi con una nuova accentuazione:  promuovere il primato della fede, ma anche accrescere la responsabilità dei laici nei confronti della storia, nella costante ricerca del bene comune.
Con Giovanni Paolo II gli incontri con il Vescovo di Roma diventano un appuntamento imprescindibile delle assemblee. È lui ad affermare nel 2002:  "La Chiesa non può fare a meno dell'Azione Cattolica". Ed è sempre Wojtyla - che per una singolare coincidenza va a Loreto nel 2004 per un incontro nazionale in quello che sarà il suo ultimo viaggio - ad affidare all'associazione tre consegne per il rinnovamento:  contemplazione, comunione, missione.
Ora tocca a Benedetto XVI - al quale l'Azione Cattolica si sente certo non meno legata - orientare il cammino. Del resto l'ultimo triennio associativo ha compiuto i primi passi nel segno di Papa Ratzinger:  infatti - per un'altra coincidenza - il 24 aprile 2005 i delegati alla XII assemblea erano in piazza San Pietro per la messa d'inizio del pontificato.
"So che voi ci siete!", ha detto Giovanni Paolo II all'Azione Cattolica. Ed è la frase che sempre, di fatto, le hanno ripetuto i Papi. La riproporrà  con  altre  parole Benedetto XVI, che ha già mostrato la sua acuta attenzione all'associazione. In quel "so che voi ci siete", comunque detto, è racchiuso un impegno esigente a testimoniare il Vangelo che l'Azione Cattolica, fedele alla sua storia, continuerà a fare proprio.

 

(© L'Osservatore Romano 4 maggio 2008)