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Da oggi presieduta da un arcivescovo

 

La Pontificia Accademia per la Vita nel mondo attuale

 

di Angel Rodríguez Luño
Membro della Pontificia Accademia per la Vita


Una semplice constatazione degli interrogativi posti dalle moderne ricerche biomediche è di per sé sufficiente a giustificare l'importanza della bioetica. Se a questo si aggiunge l'affievolirsi o persino il venire meno dell'orizzonte di valori non negoziabili, proprio del relativismo etico attuale, si avverte come imprescindibile l'esigenza di affermare il fondamento incontrovertibile della verità dell'uomo e della sua dignità. In questo contesto si tratta di cogliere non soltanto la dimensione scientifica, ma soprattutto quella propriamente etica dei problemi che si pongono.
Benedetto XVI, nel discorso del 31 gennaio 2008 indirizzato ai partecipanti alla sessione plenaria della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha ribadito con forza l'importanza sempre maggiore della bioetica nel mondo di oggi:  "Le nuove tecnologie biomediche, infatti, interessano non soltanto alcuni medici e ricercatori specializzati, ma vengono divulgate attraverso i moderni mezzi di comunicazione sociale, provocando attese e interrogativi in settori sempre più vasti della società. Il Magistero della Chiesa certamente non può e non deve intervenire su ogni novità della scienza, ma ha il compito di ribadire i grandi valori in gioco e di proporre ai fedeli e a tutti gli uomini di buona volontà principi e orientamenti etico-morali per le nuove questioni importanti".
I grandi valori da riaffermare e da salvaguardare in questo campo sono innanzitutto due:  il rispetto incondizionato dell'essere umano come persona in tutte le fasi della sua esistenza, dal concepimento fino alla morte naturale, e il rispetto dell'originalità della trasmissione della vita umana attraverso gli atti propri dei coniugi. In altre parole:  si tratta di difendere la stessa vita umana e il carattere insostituibile della famiglia, radicata nel matrimonio tra un uomo e una donna.
Non raramente la Chiesa viene denunciata come se fosse un ostacolo alle scienze biomediche. Ma i nuovi problemi connessi, ad esempio, con le ricerche sulle cellule staminali embrionali, con i tentativi di clonazione umana, con le tecniche di procreazione artificiale, con il congelamento degli embrioni umani, con la diagnosi pre-impianto e con i tentativi, anche di carattere legislativo, di favorire l'eutanasia, evidenziano che si rischia di oscurare uno dei pilastri del vero progresso umano:  quello della dignità della persona. A tale proposito il Papa nel summenzionato discorso ha rilevato:  "Quando esseri umani, nello stato più debole e più indifeso della loro esistenza, sono selezionati, abbandonati, uccisi o utilizzati quale puro "materiale biologico", come negare che essi siano trattati non più come un "qualcuno", ma come un "qualcosa", mettendo così in questione il concetto stesso della dignità dell'uomo?".
Certamente la Chiesa guarda sempre con speranza al progresso della ricerca e incoraggia le scienze biomediche che aprono prospettive terapeutiche finora sconosciute, mediante, ad esempio, le terapie volte alla restituzione della fertilità, l'uso delle cellule staminali somatiche e certe forme della terapia genica. Nello stesso tempo essa cerca di illuminare la coscienza di tutti, affinché il progresso della scienza sia veramente degno dell'uomo. Come ha ribadito Benedetto XVI nel discorso pronunciato il 24 febbraio 2007 ai partecipanti all'ultima assemblea generale della Pontificia Accademia per la Vita, "la formazione di una coscienza vera, perché fondata sulla verità, e retta, perché determinata a seguirne i dettami, senza contraddizioni, senza tradimenti e senza compromessi, è oggi un'impresa difficile e delicata, ma imprescindibile".
Tenendo conto di questi nuovi orizzonti, risulta evidente l'importanza fondamentale che riveste la Pontificia Accademia per la Vita, voluta e istituita da Giovanni Paolo ii con il motu proprio Vitae mysterium dell'11 febbraio 1994. Suo compito specifico è di "studiare, informare e formare circa i principali problemi di biomedicina e di diritto, relativi alla promozione e alla difesa della vita, soprattutto nel diretto rapporto che essi hanno con la morale cristiana e le direttive del Magistero della Chiesa".
Mantenendo la sua caratteristica di organismo di studio e di ricerca, in collaborazione con esperti in tutto il mondo, essa si impegna a promuovere una nuova cultura della vita con l'organizzazione di Congressi su tematiche di particolare rilevanza, con la produzione di pubblicazioni approfondite e documentate e con il confronto sincero e franco con le diverse istanze scientifiche, antropologiche, giuridiche ed etiche.
A questo proposito la Pontificia Accademia per la Vita ha pubblicato importanti documenti e puntualizzazioni su diversi problemi di rilevante attualità nel mondo scientifico ed ecclesiale:  in particolare, soltanto in questi ultimi anni, sotto la guida sapiente di monsignor Elio Sgreccia, prima come vice-presidente e poi come presidente, si possono indicare rispettivamente i seguenti documenti:  la Dichiarazione sulla produzione e l'uso scientifico delle cellule staminali embrionali umane (24 agosto 2000), Il rispetto della dignità del morente. Considerazioni etiche sull'eutanasia (9 dicembre 2000), La prospettiva degli xenotrapianti. Aspetti scientifici e considerazioni etiche (26 settembre 2001), Etica della ricerca biomedica. Per una visione cristiana (26 febbraio 2003), La dignità della procreazione umana e le tecnologie riproduttive (21 febbraio 2004), la Dichiarazione congiunta della Federazione Internazionale delle Associazioni Mediche Cattoliche e della Pontificia Accademia per la Vita sullo Stato Vegetativo (17-20 marzo 2004), Qualità della vita ed etica della salute (21-23 febbraio 2005), L'embrione umano nella fase del reimpianto. Aspetti scientifici e considerazioni bioetiche (27-28 febbraio 2006) e La coscienza cristiana e sostegno del diritto alla vita (15 marzo 2007) e, da ultimo, il Congresso sul tema "Accanto al malato inguaribile e al morente:  orientamenti etici ed operativi" (25-26 febbraio 2008).
Questi elementi e il ruolo che si è accresciuto dalla sua fondazione a oggi, sono più che sufficienti per giustificare che il presidente della Pontificia Accademia per la Vita abbia d'ora in poi la dignità di arcivescovo, mettendo così in evidenza il suo importante servizio e la fiducia che il Papa nutre nei confronti di questa istituzione che è espressione dell'impegno della Chiesa per la promozione e la difesa della vita di ogni uomo, creato a immagine di Dio.

 

(© L'Osservatore Romano 18 giugno 2008)