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L'Iran invitato a partecipare alla conferenza sull'Afghanistan

Se Washington e Teheran
collaborano


di Giuseppe M. Petrone

La stabilizzazione dell'Afghanistan, uno dei primi obiettivi della nuova Amministrazione statunitense del presidente Barack Obama, può fornire l'opportunità di un riavvicinamento concreto fra Washington e Teheran. Le aperture degli Stati Uniti all'Iran si sono subito manifestate con la disponibilità ad avere un dialogo diretto, un dialogo che, secondo quanto ha puntualizzato il presidente iraniano, Mahmud Ahmadinejad, dovrebbe fondarsi sul "rispetto reciproco".
Mentre vaste aree del mondo sono coinvolte in tensioni crescenti, il dialogo può rappresentare uno strumento utile per la pace. L'Iran sarà invitato alla conferenza organizzata dalla Nato e dall'Onu sull'Afghanistan che dovrebbe tenersi a Bruxelles il prossimo 31 marzo. A dare l'annuncio è stato il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, al termine della riunione dei ministri degli Esteri della Nato che ha sancito anche l'accordo per una ripresa delle relazioni con la Russia.
Gli Stati Uniti si aspettano una maggiore cooperazione da parte della comunità internazionale sullo scenario globale e in particolare nell'Afpak. Quest'area, infatti, è dove l'Amministrazione Obama si aspetta di vedere un maggiore contributo dai Paesi asiatici, anche da parte della Cina, il cui ruolo è stato sottolineato dal segretario di Stato, Hillary Clinton, durante i colloqui a Pechino al termine della sua prima missione all'estero.
Dopo la decisione della Nato di riprendere il dialogo politico con il Cremlino, Hillary Clinton ha riferito che nell'incontro con il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, a Ginevra, oltre a preparare il primo incontro tra i due giovani presidenti Barack Obama e Dmitri Medvedev, solleverà la questione delle discussioni in corso tra Russia e Iran per la vendita di missili a lungo raggio.
Per quanto riguarda la partecipazione di Teheran alla conferenza sull'Afghanistan "niente è stato ancora deciso - ha detto ancora Hillary Clinton - ma se andiamo avanti con questa idea la mia aspettativa è che l'Iran venga invitato in quanto Paese vicino dell'Afghanistan". La conferenza, alla quale l'Alleanza Atlantica sta lavorando, intende coinvolgere il numero più ampio possibile di attori, sotto l'egida delle Nazioni Unite. È stata Hillary Clinton a sponsorizzare l'iniziativa davanti agli alleati della Nato. Oltre ai ministri degli Esteri dei Paesi membri dell'Alleanza, dovrebbero partecipare i quarantuno Paesi contributori della missione Isaf, i donatori, le Organizzazioni internazionali e anche i Paesi di transito (come la Russia) e i Paesi vicini:  Pakistan, India e Iran. Con un duplice obiettivo:  discutere prima del vertice per il sessantesimo della Nato - che si terrà agli inizi di aprile a Strasburgo e Kehl - del cambio di strategia nella crisi afghana annunciato dalla nuova Amministrazione di Barack Obama e raccogliere i contributi militari e civili già promessi da molti Paesi per rafforzare la missione internazionale.
Ad aprire la conferenza per il processo di stabilizzazione dell'Afghanistan dovrebbe essere il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon. A presiederla, l'inviato speciale dell'Onu nella regione, Kai Eide. L'ipotesi di coinvolgere l'Iran nella ricerca di una soluzione regionale trova molti consensi tra gli alleati. "Prima o poi l'Iran dovrà esser coinvolto", aveva detto solo dieci giorni fa il segretario generale della Nato, Jaap de Hoop Scheffer, al consiglio dei ministri della Difesa Nato a Cracovia. In Polonia, al termine della riunione, il segretario alla Difesa statunitense, Robert Gates, aveva annunciato che erano circa venti i Paesi disposti ad accrescere l'impegno civile e nell'addestramento militare in Afghanistan.
L'Italia, con il ministro degli Esteri Franco Frattini, lavora da tempo ad un coinvolgimento di Teheran, tanto da aver preparato una riunione ministeriale allargata per giugno a Trieste sulla stabilizzazione di Afghanistan e Pakistan alla presenza anche dell'Iran. "Sono estremamente soddisfatto - ha detto Frattini - perché l'idea di coinvolgere l'Iran nella stabilizzazione dell'Afghanistan l'abbiamo lanciata noi" ed è stata condivisa da gli altri Paesi, anche in sede Nato, come gli Stati Uniti, la Francia e la Germania, che sono d'accordo. "Il nostro ruolo - ha aggiunto il capo della diplomazia italiana - è stato quello che ha permesso di dire alla signora Clinton e agli altri colleghi quello che hanno detto, perché la discussione l'abbiamo lanciata noi".
E anche il ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, è molto favorevole. "Alla conferenza sull'Afghanistan del giugno scorso a Parigi - ha sottolineato il capo della diplomazia di Parigi - l'Iran non ha partecipato. Spero che questa volta, ci sia anche l'Iran. Bisogna che i Paesi vicini siano coinvolti".
Il ministro degli Esteri afghano, Rangeen Dadfar Spanta, nel corso della sua recente visita a Washington per colloqui con Hillary Clinton, aveva auspicato che gli Stati Uniti riconoscessero il ruolo importante giocato nella regione dall'Iran circa la sicurezza e la ricostruzione dell'Afghanistan. "Spero che con la nuova Amministrazione Obama - aveva sottolineato il ministro Spanta - vi siano dei cambiamenti nelle relazioni bilaterali tra Washington e Teheran".

 

(© L'Osservatore Romano 7 marzo 2009)