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Benedetto XVI e l'attenzione al creato

«Viva il Papa,
viva lo scoiattolo!»


di Lucetta Scaraffia

Quando ho assistito in televisione all'arrivo del grande abete che troneggerà, carico di addobbi natalizi, al centro di piazza San Pietro nei giorni di Natale, mi sono domandata se, nel suo grande tronco, c'è qualche tana dove dorme - o meglio dormiva - uno scoiattolo. Perché questa è la trama della storia per ragazzi e adulti che, con profondità e ironia, ha raccontato Susanna Tamaro nel suo ultimo libro, Il grande albero (Salani), illustrato da Giulia Orecchia.
Anche se parla di alberi e di animali, e il mondo è raccontato dal loro punto di vista, immaginando una loro coscienza e una capacità di comunicazione, non è un libro di facile propaganda ecologica, ma un artificio letterario poetico per farci riflettere sul rapporto freddo e irresponsabile, da padroni lontani, che intratteniamo con la natura. In un intreccio di tempi che si intersecano pur nella loro grande diversità - quello secolare della vita degli alberi, il tempo breve della vita degli animali selvatici e quello della vita umana - la personalità dell'abete, che con i secoli acquista conoscenza e saggezza, si dipana con tempi quasi musicali.
Siamo pronti quindi anche noi lettori a vivere come dramma l'evento che ne segna il destino:  arrivano esseri umani armati di motoseghe che lo tagliano e lo trasportano fino a piazza San Pietro. Ma il piccolo scoiattolo Crik, inconsapevole testimone del dramma, non si arrende, combatte per la vita dell'albero e in questa battaglia per ottenere un miracolo salverà anche la sua vita.
Con un piccione come aiutante, riesce ad arrivare davanti al Papa proprio mentre questi celebra la messa di Natale, sfuggendo al servizio di sicurezza, pronto ad abbatterlo perché sospetta che anche questo piccolo animale possa essere un messaggero dei terroristi. Ci riesce perché il Papa lancia un segnale di sospensione e, nello stupore generale, si accinge ad ascoltare quello che gli vuole comunicare lo scoiattolo:  naturalmente, tutto succede in diretta televisiva, fra commenti cattivi e increduli di chi pensa sia un segno di pazzia del vecchio Papa, ed è pronto a indignarsi:  "Qualcuno lo deve fermare, ne va del nostro prestigio. Siamo in mondovisione!".
Ma il Papa non demorde, e anzi parla di alberi e di scoiattoli nella sua omelia, in cui propone i grandi alberi, le cattedrali verdi, come esempio:  "E se non affondiamo le radici nella terra, come facciamo ad alzare lo sguardo verso il cielo?". Fra il giubilo dei presenti, che inneggiano "Viva il Papa, viva lo scoiattolo!" si avvicina all'albero, e lo abbraccia:  "La corteccia era ruvida contro la sua guancia. Il profumo della resina era il profumo della sua giovinezza. Quante volte, passeggiando sui monti Tatra, l'Altissimo gli aveva parlato con il mormorio delle fronde, in quegli istanti sembrava che il tempo abbracciasse già l'eternità". E poi benedice Crik, "umile creatura infiammata dall'amore". Il giorno successivo, un enorme camion riporterà il grande abete e lo scoiattolo alla foresta dove, ricongiunto alle sue radici, l'albero riprenderà a vivere.
Non sappiamo se nel gigantesco abete portato per questo Natale c'è uno scoiattolo, sappiamo però che, se ci fosse, anche Benedetto XVI, come il Giovanni Paolo II immaginato dalla Tamaro, saprebbe ascoltarlo. Papa Ratzinger, infatti, è ben noto per l'attenzione che sa prodigare al creato e alle sue creature, e per di più ha sempre confessato uno speciale amore verso i gatti, come racconta un altro grazioso libretto, uscito qualche tempo fa con prefazione di Georg Gänswein, Joseph e Chico (Edizioni Messaggero). Qui è un gatto, Chico, che racconta la sua lunga amicizia con il Papa, che gli ha detto molte cose di sé, e quindi sa comunicare nello speciale linguaggio dei gatti.
È anche con libri come questi che si può sensibilizzare i lettori sui temi ambientali, e si può far capire come la Chiesa abbia a cuore il benessere non solo degli esseri umani, ma anche del mondo, animale e vegetale, che Dio ci ha affidato.