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Per diffondere il quotidiano del Papa

Da sempre, un punto dolente per «L'Osservatore Romano» - una delle sue difficoltà - è quello della «ristrettezza del suo raggio di diffusione», per riprendere le parole che nel 1961 l'allora cardinale Giovanni Battista Montini scrisse per il centenario del giornale. Difficoltà nella diffusione che negli ultimi anni, per i meccanismi della distribuzione in un panorama informativo sempre più ricco (ma anche più confuso), sono aumentate. Nonostante questo, il quotidiano del Papa merita davvero di essere sempre più conosciuto e diffuso.
In primo luogo nel panorama italiano, per la naturale relazione del foglio vaticano con il grande Paese di cui il vescovo di Roma è primate. E «L'Osservatore Romano» merita di essere sempre più diffuso nel momento in cui si sta rinnovando per essere meglio al servizio del Papa e della Santa Sede. Suscitando nuovo interesse. Due piccoli esempi: un nostro vecchio lettore ha avuto la sorpresa di trovarlo a disposizione sul bancone di una piccola ma frequentatissima trattoria del Veronese, e altrettanto lieta è stata una giovane collaboratrice del giornale vedendolo in un bar del centro di Roma. Piccoli segni, certo, ma ve ne sono altri, anch'essi importanti, come le richieste di nuovi potenziali lettori, incuriositi, a edicole magari non rifornite.
Per questo «L'Osservatore Romano» compirà il 2 marzo un passo molto importante e nuovo nella sua storia: sino alla fine dell'anno infatti il nostro giornale sarà distribuito ogni domenica con un'altra importante testata del giornalismo cattolico, «L'Eco di Bergamo», diretto per decenni da don Andrea Spada - lo storico Gladius - e ora, con grande professionalità e costante successo, da Ettore Ongis. Il numero domenicale del giornale del Papa sarà infatti trasmesso elettronicamente dal Vaticano per venire stampato e distribuito con lo storico foglio bergamasco in diverse decine di migliaia di copie, senza aumento di prezzo.
Questa inedita iniziativa - è la prima volta dal 1929 che il nostro quotidiano sarà stampato anche fuori dai confini vaticani - è resa possibile dalla generosa offerta che la diocesi di Bergamo e il suo vescovo, Roberto Amadei, hanno messo a disposizione di Benedetto XVI nell'anno in cui si celebra il cinquantesimo dell'elezione papale di un suo grande predecessore, Angelo Giuseppe Roncalli, il vescovo di Roma venuto dalle terre bergamasche. Nell'umile fiducia che, sotto il segno di Benedetto e di Giovanni, «L'Osservatore Romano» si diffonda sempre di più.

g.m.v.