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Papa Francesco durante l'udienza generale ricorda la drammatica vicenda della piccola malata di atrofia muscolare spinale

Un atto di carità per Noemi

E invita a non essere aridi e indifferenti ma piuttosto capaci di entrare nel dolore altrui per farlo proprio
di Mario Ponzi

Qualcuno ha pianto questa mattina in piazza San Pietro. Ha pianto mentre il silenzio surreale che si è impadronito della piazza si trasformava in preghiera. Una preghiera chiesta da Papa Francesco per una bambina che sta per rientrare in cielo. "Si chiama Noemi" ha informato il Papa. "Questa mattina sono andato a trovarla" e lei "sorrideva poveretta!". "Facciamo un atto d'amore per lei" anche "se non la conosciamo" perché lei "è una di noi". Noemi, mentre la gente pregava per lei, stava già rientrando nella sua cittadina natale in provincia di Chieti. È lì che da sedici mesi, cioè da quando è nata, attende che la malattia genetica che l'ha colpita - l'atrofia muscolare spinale (Sma) - concluda inesorabilmente il suo itinerario. Accanto a lei solo l'amore impotente di papà Andrea e di mamma Tahereh. E dal 14 ottobre di quest'anno, da quando cioè il cellulare di Andrea Sciarretta squillò annunciandone la telefonata, ai piedi del suo lettino di dolore c'è anche l'amore di Papa Francesco. Non li ha più lasciati soli. Ha chiesto all'arcivescovo Krajewski, il suo elemosiniere, di seguirli da vicino. Da allora i contatti sono stati frequenti. L'ultima volta che monsignor Krajewski è stato a trovarli in Abruzzo era il giorno di Tutti i santi. Il Papa aveva voluto che portasse personalmente il suo augurio e che pregasse con loro come se fosse lui stesso a farlo.
Poi ieri mattina una telefonata angosciosa al cellulare dell'elemosiniere: "Padre, sono Andrea. Non c'è più tempo. Noemi sta morendo...". "Vieni, vieni subito. Il Papa vi accoglierà sicuramente". Il tempo di organizzarsi e questa mattina presto, il viaggio verso Roma. Alle 9 Papa Francesco stringeva a sé Noemi. L'ha accarezzata teneramente, l'ha baciata commosso, l'ha benedetta gioioso della stessa gioia che straordinariamente illuminava il volto di Noemi. Certo non sa cosa le capita, soprattutto non sa perché proprio a lei; ma nei suoi occhi si intravede quella luce che, come ha scritto il padre nella lettera inviata al Papa nei primi giorni di ottobre, trasmette in chi la guarda "coraggio e forza di vivere".
La storia di Noemi è divenuta di dominio pubblico qualche mese fa, quando in Italia è esplosa la polemica intorno alla cosiddetta "cura stamina", un protocollo terapeutico che prevede l'uso di staminali per bloccare malattie neurodegenerative come appunto l'atrofia muscolare spinale da cui è affetta Noemi, la sclerosi laterale amiotrofica e altre ancora. Noemi è nata il 31 maggio 2012. A ottobre le viene diagnostica la Sma. È una condanna a morte. Le restano solo pochi mesi. Inizia il suo lungo Calvario con i genitori che sentono crescere l'amore per la loro bambina al pari dello sconforto per una manifesta impotenza. Sentono parlare della cura stamina e dei progressi di un'altra bimba nelle stesse condizioni di Noemi. Chiedono, come da prassi quando si tratta di cure staminali, autorizzazione al giudice. Che viene negata. Fanno ricorso ma nel frattempo Noemi peggiora. Viene ricoverata a Bologna per una grave polmonite. Rischia la vita. E proprio in quei giorni giunge il no definitivo. Cominciano a perdere ogni speranza. Si uniscono ai tanti malati che decidono di manifestare accampandosi a Roma in piazza Montecitorio. Certo non possono restare così tanto come fanno gli altri. Ma restano solidali anche quando muore il primo di quelli che erano scesi in piazza per reclamare il diritto a tentare tutte le strade possibili per ridare vita alla speranza.
Qualcosa nasce in Andrea quando sente dalla televisione "un santo uomo - scriverà poi nella lettera al Papa - invitare tutti a non farsi rubare la speranza". Abbandonati da un mondo del tutto indifferente alla sofferenza altrui Andrea decide di scrivere al Santo Padre. Una lettera piena d'amore, dirà poi Papa Francesco al telefono con l'uomo. "Padre ci appelliamo a lei. La prego non ci abbandoni, non abbandoni Noemi. Uno Stato non può decidere se dobbiamo vivere o morire. Ve lo chiedo con umiltà, carità e amore".
Papa Francesco non li ha abbandonati. Ha chiamato il papà di Noemi e dopo averlo rassicurato della sua vicinanza "mi ha chiesto - ha raccontato Andrea - cosa mai avrebbe potuto fare. Gli ho fatto capire che siamo invisibili per tutti. Gli ho chiesto di farsi presente anche con gli altri che condividono le mie stesse sofferenze".
La preghiera di questa mattina in piazza San Pietro è stata la prima risposta di Papa Francesco. Ma se ha assicurato ad Andrea che continuerà a seguire la loro vicenda c'è da ritenere che lo farà sicuramente. Intanto monsignor Krajewski è pronto a recarsi tra i manifestanti in piazza Montecitorio, accompagnato dal medico personale del Papa, per esprimere la vicinanza del Pontefice stesso il quale "intende condividere con quei malati - ci ha detto l'elemosiniere - ogni istante della loro sofferenza e il suo stesso medico se mai fosse necessario".