Index   Back Top Print


logo

 

Famiglia e annuncio del Vangelo 

Il dono della libertà

 

di Lucetta Scaraffia

L'Instrumentum laboris in preparazione del sinodo si distingue dal passato - come del resto hanno già rilevato molti commentatori - per un'acuta analisi delle difficoltà che sta vivendo la famiglia oggi e per la necessità di una ricerca, apertamente evocata, di nuove vie per risolverli, nella consapevolezza che non sia più sufficiente il modello di pastorale adottato finora.

Dietro la crisi della famiglia infatti sta qualcosa di più grande ed essenziale per realizzare un annuncio del Vangelo che agisca in profondità: la questione della libertà. Il cristianesimo ha introdotto la libertà nel rapporto fra l'essere umano e Dio, la libertà di amarlo e di seguire i suoi comandamenti, una libertà totale, senza minaccia di punizioni nel corso della vita mortale.

È un progetto di libertà che ha animato e fecondato la storia delle culture di matrice cristiana, ed è diventato libertà di pensiero, di religione, libertà di scegliere la propria vita. Entro questa cornice di libertà è cambiata anche la famiglia, che da istituzione rigida - dove ogni trasgressione, soprattutto se femminile, veniva severamente punita - è diventata anch'essa il regno della libera scelta.

Oggi possiamo scegliere quando e chi sposare, e anche non sposare nessuno, e quando e quanti figli avere, o non generarne nessuno, senza rinunciare a una vita sessuale. In questo quadro di possibilità che non prevedono sanzioni, che ci permette di trasformare quella che era una istituzione costrittiva in una scelta totalmente libera, la famiglia richiede una pastorale diversa. Richiede soprattutto una maturazione spirituale - che diventa morale - dell'essere umano, che deve crescere per essere all'altezza della libertà ricevuta.

Come cristiani, non possiamo pensare che esista qualcosa di meglio di una società che ci permette di scegliere la nostra vita con totale libertà, così da trasformare ogni momento in una risposta libera ai comandamenti divini. Ma dobbiamo essere all'altezza di questa libertà, e non viverla - come ci suggerisce il mondo attuale - solo come una possibilità di allargare il nostro individualismo fino a distruggere ogni relazione sociale.

Se il cristianesimo insegna il valore profondo di ogni scelta libera, di ogni adesione spontanea all'insegnamento di Gesù, al tempo stesso, nel proporre il valore di questa libertà, deve anche preparare l'essere umano a viverla in modo consapevole e responsabile. E questo non può più essere realizzato solo con la costruzione di norme a cui obbedire, ma attraverso una preparazione che renda consapevole ognuno del valore e della responsabilità di ogni libera scelta.

La modernità, con questa inedita apertura alla libertà di scelta, non interviene solo a distruggere i legami sociali, come talvolta può sembrare, ma impone alla Chiesa un passo in direzione dell'evangelizzazione profonda della società, e chiede che l'adesione al cristianesimo diventi vera e consapevole, affinché ogni scelta sia coerente con l'appartenenza cristiana. Si tratta di una vera occasione di rinnovamento, di una spinta all'approfondimento della vita del credente, che può consentire di vivere con vera consapevolezza morale e spirituale il dono di libertà che il Dio cristiano ha fatto all'essere umano.

 

(© L'Osservatore Romano 04 luglio 2014)