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Nella fase intermedia del sinodo sulla famiglia

Recezione e approfondimento


di Maurizio Gronchi

Recezione e approfondimento sono i due termini che indicano l'atteggiamento con cui la Chiesa è chiamata a vivere l'inter-sessione sinodale, con l'aiuto dei lineamenta consegnati in vista dell'assemblea del prossimo ottobre. Ai documenti ufficiali usciti dal sinodo - il messaggio, la relazione e il discorso conclusivo del Papa - si aggiunge una serie di domande, che emergono dalla relatio synodi e sono rivolte alle conferenze episcopali, per consentire un cammino.
Che cosa aspettarsi da questo ulteriore coinvolgimento delle Chiese particolari? In primo luogo, recezione, cioè accoglienza nello spirito di quella comunione che si è manifestata nel corso dei lavori dello scorso ottobre, non senza quella normale dialettica propria del confronto aperto e leale in cui è maturato l'ampio consenso espresso nella votazione finale della relatio. In secondo luogo, approfondimento, vale a dire scavo nelle questioni che hanno bisogno di un attento e responsabile discernimento, come richiede la cura pastorale per la vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo.
Per meglio orientarsi lungo questo percorso è utile evidenziare ciò che distingue il cammino ecclesiale da altre forme di confronto presenti nella società civile, nella politica e nella cultura. La differenza messa in luce dal Papa nell'udienza generale dello scorso 10 dicembre è significativa: "Il sinodo non è un parlamento" ma "uno spazio protetto affinché lo Spirito Santo possa operare". E "ora questa relatio torna nelle Chiese particolari e così continua in esse il lavoro di preghiera, riflessione e discussione fraterna al fine di preparare la prossima assemblea". Non si tratta di vedere chi ha ragione o torto, tra le diverse e legittime posizioni, quanto invece di porsi in ascolto di "ciò che lo Spirito dice alle Chiese" (Apocalisse, 3, 6), sostenuti dalla preghiera e dalla riflessione, nel contesto di un autentico discernimento comunitario, che si differenzia sostanzialmente dalla ricerca di maggioranze più o meno qualificate.
Per chiarire il genere di lavoro cui è chiamato il popolo di Dio in comunione con i pastori, conviene riferirsi alle precise indicazioni della costituzione dogmatica conciliare Dei verbum (n. 8) a proposito di come la "tradizione di origine apostolica progredisce nella Chiesa con l'assistenza dello Spirito Santo". Tre sono i fattori principali che determinano questo sviluppo, e cioè "la contemplazione e lo studio dei credenti", quindi "l'intelligenza data da una più profonda esperienza delle cose spirituali", e infine "la predicazione di coloro i quali con la successione episcopale hanno ricevuto un carisma sicuro di verità". Si tratta in altre parole della riflessione teologica, del senso della fede che appartiene all'esperienza spirituale di tutti i fedeli, della predicazione della gerarchia, ovvero del magistero. Teologi, fedeli e pastori sono dunque coinvolti, ciascuno per la propria parte, a contribuire alla recezione e all'approfondimento di quanto emerso dal sinodo straordinario. In tal senso, come si legge nella prefazione ai lineamenta, saranno coinvolte "tutte le componenti delle Chiese particolari ed istituzioni accademiche, organizzazioni, aggregazioni laicali ed altre istanze ecclesiali".
Recepire e approfondire il Vangelo della famiglia in vista del prossimo sinodo significa distinguere senza separare le acquisizioni consolidate dalle questioni disputate. Ciò che è indiscutibile - l'indissolubilità del matrimonio tra un uomo e una donna, la sua unicità e l'apertura alla vita - deve essere tenuto insieme a ciò che necessita di ulteriore approfondimento, cioè l'attenzione pastorale nei confronti delle situazioni più difficili indicate dalla relatio synodi nella sua integralità. E dal momento che l'assemblea sinodale si è presa cura della famiglia in tutta la sua complessità, con le luci e le ombre, non può che essere lo stesso sguardo pastorale a orientare il cammino che ci attende in questa fase intermedia, guidati dallo Spirito Santo che conduce la Chiesa verso la verità tutta intera (cfr. Giovanni, 16, 13), "sicché progredendo l'intelligenza della fede - come scrive Paolo vi nell'enciclica Mysterium fidei (n. 25) - rimanga intatta la verità di fede".

( © L'Osservatore Romano 23 gennaio 2015)