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Nel segno di una fede
amica dell'intelligenza


Benedetto XVI incontra l'Azione Cattolica Italiana

I centoquarant'anni dell'Azione Cattolica Italiana, l'assemblea generale e l'incontro con il Papa sono l'occasione per riflettere su questo lungo cammino, che viene da lontano, ha saputo intrecciarsi profondamente con la storia del Paese e ha contribuito alla formazione di parte della sua classe dirigente. La più antica associazione del laicato cattolico italiano è infatti sempre stata - e intende continuare a essere - al servizio della Chiesa e dell'Italia. Come hanno sottolineato nel giorno culminante di questo anniversario l'arcivescovo di Genova e presidente della conferenza episcopale, cardinale Angelo Bagnasco, e lo stesso Benedetto XVI.
In forme diverse a seconda dei diversi momenti storici, questo motivo conduttore del servizio alla Chiesa e al Paese ha caratterizzato la storia dell'Azione Cattolica, dai suoi primissimi anni alla stagione di Pio XI e di Pio XII, sino al periodo successivo al Vaticano II e al lungo pontificato di Giovanni Paolo II. Dove l'enumerazione dei nomi dei Papi non indica soltanto un'ovvia scansione storica, quanto piuttosto il forte legame tra l'associazione e il vescovo di Roma, che dell'Italia è primate. Così, in continuità con la tradizione cristiana e cattolica del Paese, in continuità con la sua storia e la testimonianza di tante sue donne e tanti suoi uomini, l'Azione Cattolica Italiana è impegnata oggi ad "annunciare Gesù" sino ai confini del mondo, che sono poi quelli delle città e dei paesi d'Italia, di ogni ambiente di vita. Beninteso, nella sinfonia di una "Chiesa di popolo" che tutti i giorni tiene aperte le sue porte a chi voglia avvicinarsi.
Per questa missione permanente e inesauribile l'antica associazione deve - ha detto Benedetto XVI - mantenersi "fedele alle proprie radici di fede". E dunque curare la formazione: propria, innanzi tutto. In un momento storico in cui appare davvero indispensabile l'impegno educativo, per confrontarsi con laici e non credenti sui temi decisivi - la concezione della persona, l'esistenza di valori universali e invalicabili, la difesa e la promozione della vita, la libertà educativa, l'importanza della famiglia, lucidamente identificati dal cardinale Bagnasco - è infatti urgente, come ha chiesto il Papa, "allargare gli spazi della razionalità nel segno di una fede amica dell'intelligenza, sia nell'ambito di una cultura popolare e diffusa, sia in quello di una ricerca più elaborata e riflessa". Con una scelta impegnativa e responsabile di cui la Chiesa e tutto il Paese, hanno bisogno.

g.m.v.

(© L'Osservatore Romano 06/05/2008)