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In cammino


 

Il viaggio in Spagna di Benedetto XVI esprime simbolicamente la realtà più profonda degli itinerari che il vescovo di Roma compie nel mondo. A dirlo è stato il Papa stesso, nel consueto incontro con i giornalisti, durante il volo che l'ha portato a Santiago de Compostela, quando ha ricordato che il cammino - iscritto nella sua biografia personale già con le tappe in diverse università tedesche - rappresenta l'esperienza di ogni credente. Nell'instabilità inevitabile della vita e nel passaggio su questo mondo, la fede è infatti innanzi tutto pellegrinaggio, espresso, per chi crede, dalla figura esemplare di Abramo.
Nel medioevo, i diversi cammini di Compostela - quella "via lattea" sulla terra indicata in cielo dal biancore delle stelle - hanno formato spiritualmente l'Europa. E anche oggi il camino è percorso da chi affronta il pellegrinaggio (o semplicemente la via) per dare il rituale abbraccio al señor Santiago e così lasciarsi abbracciare da Dio stesso.
Come ha fatto il Pontefice nella meravigliosa cattedrale romanica e barocca profumata dall'incenso del botafumeiro, pellegrino insieme a tantissimi altri nella storia e nell'attualità, in un continente e in un mondo che tante volte sembrano dimentichi di Dio ma in realtà ne hanno nostalgia. Nella visione del Papa infatti il cammino indica proprio questo:  l'uscita dalla quotidianità e dalla logica dell'utile, per trascenderle e trovare una nuova libertà.
Tra Santiago e Barcellona - dove svettano le guglie della Sagrada Familia - il nuovo itinerario di Benedetto XVI si muove fra tradizione e rinnovamento creativo, tra verità e bellezza, secondo la dinamica espressa in modo mirabile e visionario da Antoni Gaudí nel tempio espiatorio a cui lavorò per tutta la vita. L'edificio, la cui consacrazione è all'origine dell'itinerario papale, è nato dalla devozione ottocentesca a san Giuseppe (il patrono di Joseph Ratzinger) e alla Sacra Famiglia, e anche oggi esprime nell'arte la centralità e l'importanza dell'istituzione familiare, realtà importante non solo per i cattolici, ma per l'intera società, che su di essa si fonda.
Se la ricerca dell'incontro tra fede e arte, parallelo a quello tra fede e ragione, segna la storia cristiana sin dai primi secoli, restando urgente nel tormentato panorama della contemporaneità, a un altro incontro - ha detto il Papa ai giornalisti - deve guardare oggi la Chiesa nel mondo occidentale caratterizzato dal secolarismo:  è quello tra fede e laicità. In molti Paesi europei, come nella Spagna di oggi, superando la logica dello scontro prevalsa in alcuni periodi dell'Ottocento e del Novecento e che talvolta si riaccende nell'intolleranza.
Ha naturalmente colpito la circostanza di questo ritorno in Spagna di Benedetto XVI dopo la visita a Valencia nel 2006, e mentre già si prepara la giornata mondiale della gioventù di Madrid. Un segno di amore per il Paese lo ha definito il Papa, sottolineando che le circostanze di questi viaggi mostrano una realtà più profonda:  la forza e il dinamismo attuali della fede in una terra storicamente cristiana.
Il Paese, che nel Cinquecento con "una pleiade di grandi santi" ha saputo rinnovare e dare forma al cattolicesimo moderno, vuole oggi continuare a proporre la via di Cristo, nell'ottica di una "universalità senza confini" rappresentata da Compostela, che nel medioevo era alle sponde dell'oceano, finis terrae. Per questo il vescovo di Roma, accolto da un calore che ha dissipato la nebbia autunnale, prosegue nella comunione della Chiesa il suo cammino.

g.m.v.

 (© L'Osservatore Romano 07/11/2010)