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Il viaggio del Papa a Cagliari

Dalla Sardegna
a tutto il Paese


 

Una visita davvero calorosa e molto significativa. Così, in  estrema  sintesi, si può riassumere la giornata trascorsa  ieri  a  Cagliari  da  Benedetto XVI. Non solo, ovviamente, per il clima, e non solo per il fatto, già di per sé rilevante, che un vescovo di Roma abbia voluto recarsi in Sardegna per la terza volta in meno di un quarantennio, dopo le visite nel 1970 di Paolo VI e nel 1985 - per ben  tre  giorni - di Giovanni Paolo II.
Anche questa volta, come trentotto anni fa, si è trattato di poche ore, ma straordinarie e segnate da un affetto che conferma una volta di più l'ospitalità e l'amicizia delle quali il popolo sardo va, con ragione, fiero. Affetto al quale il Papa, primate d'Italia, ha risposto con altrettanto trasporto:  mostrando, sin dall'arrivo, il suo vero volto, quello del vescovo attento ai bisogni del popolo che gli è affidato, e poi, durante il succedersi degli incontri cagliaritani, rivolgendosi alla Sardegna ma anche a tutto il Paese.
Due sono i fatti che permettono di parlare di una visita calorosa:  il ritardo nel programma della mattinata a causa delle persone che, numerosissime, sono scese in strada ad accogliere il Papa, e gli applausi che hanno punteggiato e interrotto l'omelia davanti al santuario di Nostra Signora di Bonaria e il discorso ai giovani:  ben trenta volte la prima e una ventina il secondo. Accoglienza e applausi che, di riflesso, hanno mostrato anche l'accurata preparazione della visita nella metropoli sarda, grazie in particolare al suo arcivescovo.
Benedetto XVI, infatti, ha saputo cogliere bene identità, ricchezze e problemi  di  un  popolo  di  donne - le "donne sarde" esaltate dal Papa - e di uomini nella cui anima come "elemento costitutivo", ha detto, è rimasta la fede in Cristo. Quella fede in cui va collocata la devozione a Maria:  una devozione radicata nella storia del Novecento e che il Papa sta sottolineando nei suoi viaggi, come è stato ricordato dal sostituto della Segreteria di Stato in occasione della visita in Salento.
All'attenzione puntuale nei confronti della Sardegna si è accompagnata quella per il Paese di cui Benedetto XVI, come vescovo di Roma, è primate. Il quadro è quello di relazioni istituzionali eccellenti, in questa occasione sottolineate oltre che dalla presenza cordiale delle autorità sarde - il sindaco di Cagliari e il presidente della Regione - dalla partecipazione ad alcuni momenti della visita papale del capo del Governo italiano e di uno dei sottosegretari alla Presidenza del Consiglio dei ministri.
Così le parole del Papa si sono rivolte ai sardi, ma della Sardegna hanno subito superato i confini quando Benedetto XVI ha parlato della necessità di evangelizzare il mondo del lavoro, dell'economia e della politica grazie a "una nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare". Ed è senza dubbio un segnale positivo che queste parole abbiano suscitato un consenso non formale e che sembra andare al di là delle divisioni e delle strumentalizzazioni politiche. L'appello del Papa non è stato tuttavia generico, come mostra soprattutto il suo discorso ai giovani. Quando Benedetto XVI ha parlato di speranza che non ignora le difficoltà, quando ha criticato la società consumistica e i suoi idoli, quando ha riproposto tre valori:  famiglia, formazione, fede. Rivolto alla Sardegna, ma parlando a tutto il Paese.

g. m. v.

(© L'Osservatore  Romano 08-09/09/2008)