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La cattolicità della Chiesa


 

Dalla Galilea delle genti, il Paese biblico dove maggiori erano la mescolanza dei popoli e l'apertura ai pagani, il viaggio papale in Terra Santa richiama nuovamente l'attenzione internazionale sulle minoranze cattoliche e cristiane nel Vicino e nel Medio Oriente, per rivolgersi poi alle religioni, a tutte le donne e gli uomini di buona volontà. Con un obiettivo molto concreto:  tornare alle radici di ogni convivenza, e cioè alla famiglia e al suo insostituibile ruolo educativo.
E da Nazaret, la città dove Maria ascoltò l'annuncio dell'angelo e dove il piccolo Gesù crebbe e divenne adulto, Benedetto XVI ha trattato una questione che riguarda tutte le società, e con accenti che vanno ben oltre i confini visibili della Chiesa. Parlando di sacralità della famiglia, il Papa ha infatti detto che moltissimi uomini e donne hanno oggi bisogno di riappropriarsi di questa verità. Che cioè il nucleo familiare ha un ruolo fondamentale per una vera formazione umana dei giovani:  ecco perché, in una prospettiva aperta sul futuro, agli Stati conviene sostenere le famiglie.
In questo contesto tematico, il vescovo di Roma ha voluto di nuovo insistere sulla dignità e sulla valorizzazione delle donne, indispensabili nella creazione di un mondo che sia davvero umano. Una questione, cioè, che evidentemente riguarda non soltanto i cattolici e che, a sorpresa, si è rivelata come uno dei motivi più ricorrenti del suo pellegrinaggio in Terra Santa. Dove le donne possono molto nel compito educativo, che deve mirare all'onestà e al rispetto dell'altro.
Tra le responsabilità che incombono alle famiglie, e in particolare alle donne, non solo cattoliche o cristiane, vi è l'urgenza di superare le tensioni e i conflitti in una regione esausta. Per questo Benedetto XVI ha ripetuto ancora l'appello alla riconciliazione, in una terra dove la molteplice ricchezza dei riti cattolici - evidente nelle lingue e nei canti della celebrazione liturgica sul monte del Precipizio - si accompagna alla presenza di comunità appartenenti a religioni diverse.
Anche ai capi religiosi della Galilea - cristiani, musulmani, ebrei, drusi - il Papa si è rivolto con parole che possono essere facilmente comprese e accolte da chiunque, fondandosi sul riconoscimento che il mondo e la pace sono doni di Dio e non proprietà esclusive dell'uomo, e che ogni essere umano è chiamato a conformarsi alle leggi da lui scritte nell'universo. La convinzione di Benedetto XVI, segno visibile della cattolicità della Chiesa, è che le varie tradizioni religiose dispongono di forti potenzialità per educare a una convivenza pacifica. Salvaguardando i giovani dal fanatismo e dalla violenza si porranno le basi per un mondo più umano, secondo il disegno di Dio.

g.m.v.

 (© L'Osservatore Romano 15/05/2009)