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La pioggia e i pellegrini


Appena arrivato a Rio de Janeiro il vescovo di Roma ha concluso il primo discorso dicendo di voler abbracciare l'intero Brasile, perché "nessuno si senta escluso dall'affetto del Papa". Tutta la prima parte di questo primo viaggio internazionale ha mostrato al di là di ogni dubbio che non erano per nulla di circostanza le sue parole. È infatti l'immagine dell'abbraccio quella che meglio rappresenta l'accoglienza al Pontefice e l'eloquente introduzione alla giornata mondiale della gioventù - nella metropoli carioca e nel santuario mariano di Aparecida - svoltesi senza problemi ma sotto una pioggia incessante.
Al freddo invernale hanno però risposto il calore e l'entusiasmo di molte centinaia di migliaia di brasiliani e di pellegrini, venuti da tutta l'America latina e da ogni parte del mondo. Riversati nelle strade stracolme di Rio e ad Aparecida hanno abbracciato il Pontefice, che senza risparmiarsi ha ricambiato, sorridendo a tutti, stringendo mani, accarezzando e baciando bambini, anziani, malati. Naturalmente sono stati soprattutto i giovani a non spaventarsi del maltempo e affollatissima è stata la concelebrazione serale d'apertura della giornata mondiale presieduta dall'arcivescovo di Rio sulla spiaggia di Copacabana, mentre centinaia di bandiere sventolavano al vento dell'oceano.
Ma freddo e pioggia non hanno scoraggiato nemmeno le centinaia di migliaia di brasiliani che hanno voluto pregare con il Papa nel grande santuario dedicato a Maria o aspettarlo lungo le strade di Rio quando le ha attraversate per visitare l'ospedale di San Francesco. Poche ore prima di questo incontro commovente, ad Aparecida, dove ogni anno arrivano molti milioni di persone, con la preghiera davanti alla piccola immagine della Vergine il Pontefice aveva affidato non solo l'incontro mondiale dei giovani, ma la vita del popolo latinoamericano.
Nel santuario Papa Francesco ha voluto ricordare la straordinaria esperienza vissuta come arcivescovo di Buenos Aires durante la quinta conferenza dell'episcopato dell'America latina e dei Caraibi, inaugurata da Benedetto XVI, definendola "un grande momento di Chiesa" per quanto allora accadde. I vescovi si sentirono infatti circondati - "incoraggiati, accompagnati e, in un certo senso, ispirati" - da quanti ogni giorno affollavano il grande santuario mariano per affidarsi alla Vergine.
"Proprio da questo intreccio fra i lavori dei Pastori e la fede semplice dei pellegrini, sotto la protezione materna di Maria" - ha detto il Pontefice - è nato il documento di Aparecida sull'incontro con Cristo e sulla missione della Chiesa. Veniva così rilanciato in modo nuovo il fondamentale rapporto tra vescovo e popolo che Papa Francesco ha voluto sottolineare la sera stessa della sua elezione invocando la benedizione di Dio.
Ad Aparecida e poi a Rio nell'ospedale di San Francesco - dove si curano anche molte vittime della droga e del narcotraffico che lucra sulla morte - il vescovo di Roma ha parlato di speranza, respingendo con pacata nettezza la via della liberalizzazione delle droghe e additando quella risolutiva della rimozione delle cause che portano al loro uso: soprattutto l'impegno per una maggiore giustizia e la pazienza della rieducazione. Per divenire tutti "portatori di speranza" secondo il modello evangelico del buon samaritano.

g.m.v.

 (© L'Osservatore Romano 26/07/2013)