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La logica dell'incontro


 

Incontro è la parola chiave che Benedetto XVI ha scelto, sul volo verso Praga, per presentare il suo viaggio nella Repubblica Ceca, il tredicesimo internazionale del pontificato, ai giornalisti che lo accompagnano in questo itinerario nel centro del continente europeo. Crocevia di culture e di persone è infatti la terra boema e morava, per la sua collocazione geografica ma ancor più per la sua storia, di scontri, certo, ma soprattutto di incontri. A iniziare dalla confluenza delle due tradizioni, orientale e occidentale, con cui respira la Chiesa, impiantata in questa regione da Cirillo e Metodio da un lato e dai missionari latini dall'altro.
Questa lunga storia di incontri e scontri - comune ad altri Paesi dell'Europa centrale e orientale - ha segnato anche la seconda metà del Novecento, fino alla resistenza all'asfissiante regime comunista che è stata vissuta nel Paese da cattolici e da laici insieme. Con sofferenze e maturazioni che hanno contribuito a modellare un concetto nuovo di libertà, fondata sulla verità tanto quanto la dittatura era basata sulla menzogna. Così ha detto il Papa rendendo esplicitamente omaggio a Václav Havel, lo scrittore che si oppose durante gli anni dell'oppressione, poi protagonista della pacifica "rivoluzione di velluto", di cui ricorre il ventesimo anniversario, e infine presidente.
La libertà ritrovata è ora un po' vuota e dunque a rischio, in un Paese fortemente secolarizzato e dove i cattolici sono soltanto una minoranza. Le minoranze creative però - ha continuato Benedetto XVI - costruiscono il futuro, vivendo valori che non sono del passato. Perciò essi vanno resi presenti nel dibattito pubblico tra agnostici e credenti, grazie al contributo che la Chiesa può offrire sul piano culturale, accompagnato dalla presenza nell'ambito educativo e dall'opera della carità.
Come è testimoniato dall'enciclica Caritas in veritate, la presenza cattolica nel contesto attuale ha aperto una discussione che secondo il Papa è incoraggiante. Le cose infatti non vanno lasciate come sono né si può pensare ad assetti economici e sociali che prescindano da principi etici. Questa è la grande sfida a cui guarda Benedetto XVI, con fiducia nella ragione quale principio comune e nella responsabilità che è più forte di ogni egoismo. In Europa e nel mondo.

g.m.v.

 (© L'Osservatore Romano 27/09/2009)