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Nel cuore di un lungo cammino

La pubblicazione del messaggio di Francesco ai cattolici cinesi e alla Chiesa universale conferma l’incidenza storica dell’accordo provvisorio sulla nomina dei vescovi tra Cina e Santa Sede, frutto di un dialogo in corso da almeno un trentennio. Il testo papale, semplice e solenne al tempo stesso, chiarisce al di là di ogni dubbio l’intento dell’accordo firmato a Pechino, che è quello di «sostenere e promuovere l’annuncio del Vangelo» e al tempo stesso di «raggiungere e conservare la piena e visibile unità della Comunità cattolica in Cina». A conferma che la Chiesa esiste per testimoniare e annunciare la salvezza portata da Cristo e che questa missione è tanto più credibile quanto più viene vissuta nella piena comunione.

Due citazioni, dal libro dei Salmi e dalla lettera ai cattolici cinesi di Benedetto XVI (che a sua volta cita due detti di Gesù trasmessi nei vangeli), aprono il messaggio e ne mostrano ancor più chiaramente il significato spirituale: la luce del piccolo gregge costituito dalla misericordia divina nel grande paese asiatico deve risplendere «davanti agli uomini», perché vedano le sue opere buone e rendano gloria a Dio. È dunque questo il compito di testimonianza a cui è chiamata la Chiesa, anche in Cina.

Consapevole della confusione ingenerata da un «turbinio di opinioni e di considerazioni», il Papa assicura di pregare ogni giorno per i cattolici cinesi, di cui ammira la «fedeltà» e la «costanza nella prova», e conferma la sua stima per l’intero popolo della Cina, che «fin dai tempi antichi è entrato in contatto con il messaggio cristiano». Su queste basi Francesco ribadisce che il dialogo «significa conoscersi, rispettarsi e “camminare insieme” per costruire un futuro comune di più alta armonia», al di là delle differenze.

In questo dialogo, certo non facile, si inserisce finalmente l’accordo provvisorio firmato a Pechino per sciogliere «la questione delle nomine episcopali», in continuità con il cammino degli ultimi decenni ma segnando nello stesso tempo il punto di partenza necessario per un «percorso inedito». L’accordo è «perfettibile» ma «per la prima volta introduce elementi stabili di collaborazione» tra le autorità cinesi e la Santa Sede. Lo scopo è quello di avviare un processo che coinvolga «Vescovi, sacerdoti, persone consacrate e fedeli laici» per «cercare insieme buoni candidati» all’episcopato, e non «funzionari per la gestione delle questioni religiose». Un processo dunque dell’intera comunità cattolica per arrivare alla scelta non di burocrati, ma di missionari.

E sull’accordo tra Cina e Santa Sede il Papa si è soffermato rispondendo ai giornalisti alla fine della conferenza stampa durante il volo di ritorno dai paesi baltici. Di questi e della loro storia tragica ed eroica Bergoglio ha parlato a lungo e con commozione. E ha concluso appunto con un elogio esplicito del metodo di questo lungo dialogo con Pechino e dei suoi principali tessitori vaticani, ma soprattutto con un’esaltazione senza riserve della fede e della testimonianza dei cattolici cinesi.

g.m.v.

 

(©L'Osservatore Romano, 26 settembre 2018)