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Il cardinale Suhard a Parigi

Un vescovo in terra di missione

La memoria del cardinale Suhard, arcivescovo di Parigi dal 1940 al 1949, resta legata al celebre titolo — La France, pays de mission? — del piccolo libro uscito a Lione il 12 settembre 1943 e scritto dai due cappellani della Jeunesse ouvrière catholique, Henri Godin e Yvan Daniel, ai quali un anno prima il porporato aveva chiesto di preparare un rapporto sulla situazione religiosa degli ambienti operai parigini. Quattro anni dopo era lo stesso cardinale a Lisieux, nel cinquantenario della morte di santa Teresa, a confermare la diagnosi antiveggente dei due preti che aveva già fatto il giro del mondo: «Non inganniamoci: domani non è più solo la nostra patria, è il mondo intero che rischia di essere “paese di missione”; quello che noi viviamo oggi, i popoli lo vivranno a loro volta». Ed è proprio la chiave missionaria quella che utilizza il sociologo Jean-Pierre Guérend per ricostruire l’episcopato parigino del porporato in un bel libro aperto da una prefazione di Émile Poulat (Cardinal Emmanuel Suhard archevêque de Paris, 1940-1949. Temps de guerre, temps de paix, passion pour la Mission, Paris, Les Éditions du Cerf, 2011, pagine 370, euro 27) dopo i due volumi dedicatigli nel 1965 da Olivier de La Brosse (Cerf) e dopo la biografia del 1983 scritta da Jean Vinatier (Centurion). Grande figura spirituale, il cardinale Emmanuel Suhard — scrive Poulat — era «preoccupato prima di tutto della presenza della Chiesa in mezzo agli uomini e del suo futuro che dipendono in parte dalla sua audacia e dalla sua libertà di spirito. È stata la sua forza e la sua grande idea». (g.m.v.)

(©L'Osservatore Romano 09-10/07/2012)