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PAOLO VI

ANGELUS DOMINI

Domenica, 17 novembre 1968

 

Il calendario delle opere buone si intreccia oramai con quello liturgico; ed oggi ci porta la così detta «Giornata del quotidiano», cioè ricorda ai buoni cattolici il bisogno di avere ed il dovere di sostenere un giornale che rifletta le loro idee, le illustri, le difenda e le diffonda. È una disposizione della Conferenza Episcopale Italiana, e trae la sua ispirazione dal Decreto conciliare sulle «Comunicazioni sociali».

È un tema importante, perciò; e Noi lo ricordiamo al vostro spirituale e pratico interesse. Si è parlato, giorni fa, a Taranto, in un Congresso nazionale, della deontologia, cioè dei doveri della stampa cattolica; oggi si parla dei doveri dei lettori fedeli e intelligenti verso quella stampa, la quale merita, almeno per le buone cause che difende, per il sano contributo che offre all’opinione pubblica, e per il valore e la dedizione delle persone che la sostengono, sempre maggiore stima, maggiore sostegno, maggiore diffusione.

È cosa evidente. Dove la coscienza individuale e collettiva è sensibile all’urgenza di questo moderno dovere è da bene sperare d’un popolo, che voglia essere coerente con le sue tradizioni morali e religiose, e che voglia fare di esse sorgente innovatrice di progresso culturale e civile.

Allargando l’orizzonte del Nostro sguardo prendiamo questa occasione per salutare nel Signore quanti fanno del giornalismo con alto sentimento di dare alla verità dei fatti e delle idee integra testimonianza, e di compiere una missione benefica di pedagogia sociale. La situazione del mondo presenta tanti altri gravi motivi di riflessione e di preghiera: ma oggi avremo per la causa della stampa buona una intenzione speciale.

                                        



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