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PAOLO VI

REGINA COELI

Domenica, 26 maggio 1968

 

Anche oggi una «giornata», cioè la scelta d’un motivo ispiratore di pensieri e di azioni particolari. La giornata mondiale sulle cosiddette comunicazioni sociali, intendiamo sulla stampa, sulla radio, sulla televisione, sulla pubblicità, sulla propaganda, sulle voci che dalla società entrano nel nostro spirito.

E queste voci sono così numerose, così forti, così seducenti e distraenti che le nostre menti ne sono invase, attraversate, istruite anche, e quanto! ma anche affascinate, tentate e talora ingannate e sconvolte. Siamo soggetti, siamo «alienati» dall’influsso, dal dominio che queste voci esercitano sopra di noi. Quasi senz’avvederti, perdiamo la nostra vita interiore, la nostra libertà di giudizio, la autonomia della nostra coscienza. Diventiamo «massa», che forma la cosiddetta opinione pubblica, manovrata da questi potenti e famosi mezzi di comunicazione sociale, che si arrogano ogni giorno più la libertà e la licenza di guidare e impressionare gli spiriti della gente, sempre più attenta, passiva, divertita, dominata da tali impressioni.

Il fenomeno è diventato così grande, così interessante anche, ma anche così ambiguo nei risultati, che la Chiesa, per decreto del Concilio, invita tutti i suoi figli, ed anche tutti gli uomini di mente sana ed in qualche misura responsabili, a riflettere e a fare quanto si può per rendere veramente degne dell’uomo queste voci che tanto influsso hanno su di lui.

Problema enorme, ma non per questo estraneo ai nostri interessi e ai nostri doveri: primo dovere di tutti, selezionare per sé e per gli altri le buone dalle voci infide e cattive.

Preghiamo intanto affinché il problema non si risolva in rovina, ma in progresso ed in fratellanza del genere umano.

                                  



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