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PAOLO VI

ANGELUS DOMINI

Domenica, 28 settembre 1969

 

A noi pare, questa volta, d’avere davanti allo sguardo dello spirito lo spettacolo stupendo delle file interminabili, delle schiere innumerevoli di adolescenti, i nostri ragazzi e le nostre ragazze, in movimento, sereno ma insolitamente composto e pensoso; è una folla di gioventù che si avvia alla scuola. In questa settimana, il primo ottobre, tutti potremo vedere qualche scena di questo spettacolo magnifico: si aprono le scuole.

Ci incanta, ci commuove, ci fa sognare questa marcia della fanciullezza, dell’adolescenza, della gioventù verso questa scala ascendente, verso questa porta della vita, ch’è la scuola. Li guardiamo tutti questi figlioli; e come Gesù, un giorno, guardando un giovane, dice il Vangelo, cordialmente, divinamente lo amò (Mr 10, 21), così sentiamo di amarli, uno per uno, e tutti insieme questi alunni incamminati verso la scuola; e li vorremmo salutare, con i loro Genitori, durante quei loro passi che vanno verso la loro apertura al sapere, all’età adulta, al destino futuro.

Perché che cosa è la Scuola? Vi è forse, con quello del focolare domestico e quello del tempio della preghiera, nome più alto, luogo più sacro? Dove l’uomo piccolo diventa grande, dove egli impara a conoscere, a pensare e a parlare; dove acquista il senso della verità e della bontà; dove il suo animo aprendo il libro vede l’universo, e dove l’universo sembra entrare nel cuore dell’alunno e farsi coscienza. Officina che forma l’uomo, la Scuola; onoriamola tutti, amiamola.

E tutti rendiamo onore a chiunque là assume degnamente il nome grande e vitale di Maestro. Il Maestro insegna, cioè trasmette il sapere, educa e quasi estrae spiritualmente dal suo acerbo allievo l’uomo maturo; è l’artista che forma la persona e la rende alla fine libera ed autonoma, responsabile; il Maestro può svelare all’alunno perfino «come l’uom s’eterna» (DANTE, I, XV, 85). Funzione sociale primaria quella dell’Insegnante; missione, che esige in chi la compie una vocazione lucida e strenua; in chi ne profitta riverenza, riconoscenza, amore.

Quale visione più bella e più grande di questa?

Oh! pensiamo oggi alla Scuola, ai suoi Alunni, ed ai suoi Maestri: non mai il nostro interesse sarà pari al loro merito. Per questo mondo scolastico è oggi la Nostra Benedizione e la Nostra preghiera.

                                



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