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PAOLO VI

ANGELUS DOMINI

Domenica, 21 marzo 1971

 

Forse per il grande pubblico può essere un fatto poco rilevante, ma non per noi, non per quelli che cercano di seguire la vita della Chiesa nelle sue vicende interiori. Ieri, dunque, - questo è il fatto - si è concluso un «symposium», tenuto qui a Roma, del «Consiglio dei Laici», cioè dei Cattolici, fedeli alla Chiesa, nella sua espressione autentica, di cattolica ed apostolica, impegnati a gustarne il mistero di unità e di grazia che la vivifica e la caratterizza, ed a promuoverne all’interno una comunione di carità e di attività, all’esterno una irradiazione di testimonianza e di animazione cristiana. Questa riunione, ristretta nel numero dei partecipanti, mondiale, come è la Chiesa, nel valore rappresentativo, aveva per tema: «Il dialogo all’interno della Chiesa» stessa, cioè la posizione e la funzione dei Laici, qualificati per la loro fedeltà e per la comprensione dei bisogni della comunità cattolica e della sua responsabilità di fronte al mondo moderno. Tema noto, ma degno di riflessione, oggi più che mai.

È facile intuire quale sia stato il contenuto dei discorsi e dei propositi d’una simile riunione, dopo che il Concilio ha ratificato e allargato l’apporto che già i movimenti del Laicato cattolico, da oltre un secolo, offrono alla Chiesa pellegrina e militante. Questo contributo volontario, disinteressato, profondamente religioso e coraggiosamente apostolico del Laicato cattolico, di quello giovanile specialmente, è un fatto molto importante nella storia della Chiesa, nell’ora presente, la quale registra fenomeni tanto diversi, effervescenti alcuni, decadenti altri, dolorosi non pochi. Noi riponiamo in tale contributo molta fiducia, e lo giudichiamo uno di quei «segni del tempo», che sostengono la speranza temporale ed escatologica nella Chiesa, che rimediano alla epidemia della paura e del rispetto umano, riparano certe tristi defezioni, scandalo per i buoni e disonore per la nostra comunità, e che documentano la presenza di Cristo vivo ai nostri giorni.

Lo segnaliamo anche a voi questo fatto, perché è di per sé un monito ed un invito ad ogni laico, che vuol essere coerente con il suo Battesimo e con la sua appartenenza alla famiglia di Cristo: v’è bisogno di tutti, lavoro per tutti e premio per tutti. È la Chiesa che chiama.

                             



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