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PAOLO VI

ANGELUS DOMINI 

Domenica, 2 gennaio 1972 

  

Ieri, primo giorno dell'anno, la nozione del tempo ha assalito i nostri spiriti. Nozione comunissima e quasi indefinibile e inesplicabile. Che cosa è il tempo. Vengono alla mente tutti gli strumenti e i termini con cui noi cerchiamo di misurarlo: orologi, cronometri, clessidre e meridiane, almanacchi e calendari; minuti, ore, giorni, settimane, mesi, anni, secoli; e poi: la storia, il passato, l'avvenire, il divenire ... Quanti pensieri si collegano a questa mobile e inafferrabile realtà!

Oggi, prima d'inoltrarci nel nuovo anno, è il momento di dedicarvi un po' di riflessione. Il tempo è la misura, si può dire, degli avvenimenti che si succedono. È la misura della nostra vita presente. Una misura che incute timore, perché ci fa vedere che l'ieri non esiste più, che il domani non esiste ancora; non esiste che l'oggi, anzi esiste per noi solo l'istante presente: viviamo solo sopra un punto mobile, un solo attimo fuggente ... E questo c'insegna a vivere in ragionevole intensità questo attimo attuale, del quale solo siamo padroni, e nel quale consiste la nostra unica esperienza della vita presente. Cioè ci insegna il valore del tempo; c'insegna a non perdere tempo; a impiegarlo per cose utili e buone, per cose che danno alla vita il suo senso, il suo valore. Ogni ora è preziosa, ogni giorno è unico. Ogni anno vale per sé.

Il tempo inoltre ci fa pensare al nostro destino. Perché viviamo? La fede religiosa ce lo dice: viviamo in questa forma fugace ed effimera per raggiungere una forma di vita piena e permanente, la vita eterna. Questa vita d'oggi, sebbene istantanea e passeggera, condiziona la vita del domani futuro oltre la giornata temporale. È una vigilia, è una prova. E il Signore ci esorta a profittare della nostra giornata terrena per raggiungere quella senza tramonto."Camminate, Egli dice, mentre ancora avete la luce, prima che vi sorprenda la tenebra".

Perciò ecco i nostri voti per l'anno nuovo; ch'esso sia buono, attivo, felice. Non passi giorno senza il compimento almeno di una opera buona; e non venga notte senza che la coscienza giudichi e rettifichi il nostro operare. Dobbiamo progredire non distratti e incoscienti, ma "come gente che pensa a suo cammino". Così, Fratelli e Figli carissimi! E che Maria, la Stella del mattino, orienti e renda buono e felice l'anno che già corre!

                             



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