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PAOLO VI

ANGELUS DOMINI 

Domenica, 2 luglio 1972 

   

La nostra riflessione si rivolge ancora alla pace nel mondo. Perché di pace v'è bisogno. Sono ancora aperte nel mondo alcuna piaghe sanguinanti per conflitti che non trovano fine; e poi le profonde divisioni interne di non poche Nazioni e diventate quasi istituzionali; e poi la delinquenza, che si organizza e si fa sempre più audace e criminale; e la disperazione che penetra nell'opinione pubblica di certi Popoli e che esalta la violenza rivoluzionaria come unica via di liberazione, ecc. La psicologia dell'umanità sta ricadendo nella convinzione pessimistica dell'impossibilità della pace, che solo il braccio di ferro delle forze e degli interessi contrastanti riuscirebbe a mantenere, come tregua temporanea e fittizia.

Vero è che nello stesso tempo il desiderio di pace si fa dappertutto più vivo, e impone alla politica felici esigenze e registra, proprio in questi giorni, risultati consolanti; pronostici positivi ed equilibri ragionevoli fra le grandi potenze si vanno delineando; e la sana e vera democrazia diffonde la mentalità e il costume del rispetto di tutti nel delicato, ma indispensabile connubio della giustizia con la libertà, cioè forma l'atmosfera della pace.

Noi non dobbiamo addormentarci su questi grandi pensieri, anche se le loro dimensioni superano ogni nostra personale possibilità; ma dobbiamo mantenere vigilante la certezza che la pace è e dev'essere possibile, con le tante arti di cui l'umanità civile è capace, ma soprattutto con il principio primo e universale che Gesù Cristo ci ha insegnato e reso operante, il principio dell'amore fra gli uomini, derivato dall'amore di Dio a noi e di noi a Dio.

Bisogno di pace vuol dire bisogno di amore. Amore che supera gli egoismi delle vedute e degli interessi particolari; amore che sa perdonare ed estinguere lo spirito di vendetta, innovando così rapporti irriducibili di odio e di gelosia; amore che sa dare, oltre il merito altrui e il profitto proprio; amore che trova maggior gaudio nella concordia che nella sopraffazione; amore che da religioso sa diventare saggiamente politico. Se questo è sogno ingenuo e pericoloso, noi non ci diremo illusi, ma idealisti e profetici, e non ci stancheremo di sperare e di lavorare per la pace nell'amore.

La Regina della pace ci assista.  

                            



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