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PAOLO VI

ANGELUS DOMINI

Domenica, 11 giugno 1972

 

A cominciare da domani, per tutta la settimana, avremo a Roma la IX Assemblea plenaria della Conferenza Episcopale Italiana, vale a dire la riunione di tutti i Vescovi di questa Nazione. È una istituzione recente, nuova, possiamo dire, com’è storicamente nuova l’unità geografico-politica dell’Italia; e nuova per lo spirito e per l’ordinamento che il recente Concilio ha impressi alla Chiesa cattolica; ed è istituzione assai importante, perché destinata a infondere vitalità, modernità e disciplina alla vita religiosa ed ecclesiale del cattolicesimo italiano. È la sua struttura principale.

Si parla molto, oggi, di strutture nella Chiesa, e non sempre con simpatia, quasi che la Chiesa ne potesse prescindere, mentre, se la Chiesa è Popolo di Dio, se è Corpo mistico di Cristo, se è edificio da lui costruendo, umano, visibile e stabile, se è tempio con ministero apostolico dello Spirito, non può mancare di quella organizzazione gerarchica, che Cristo ha voluto a base, a servizio e a guida della comunità dei credenti nella vera fede e degli aderenti all’unica e perfetta carità.

Dobbiamo acquistare migliore coscienza della forma autentica e storica che le strutture della Chiesa vanno assumendo, e dell’interesse solidale e filiale che tutti abbiamo alla loro validità spirituale e pratica.

Ed è ciò che noi oggi raccomandiamo alla vostra preghiera. Sì, preghiamo la «Madre della Chiesa», la Madonna, che assista specialmente in questi prossimi giorni l’Episcopato Italiano, affinché sia ripieno di sapienza e di virtù e possa in umiltà evangelica e in bontà pastorale compiere la sua missione salutare a bene della Chiesa e di tutto il Popolo, in questo Paese e con irradiazione benefica anche nel mondo.

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Vediamo con piacere, dalle bandiere e dagli striscioni che si alzano sulla consueta assemblea domenicale di piazza San Pietro, che sono oggi presenti anche numerosi lavoratori cristiani. Vi salutiamo tutti con affetto paterno; per codesta vostra significativa presenza, e vi ricordiamo con grande speranza la vostra missione di testimonianza religiosa e sociale, che, proprio in quanto Lavoratori cristiani, siete chiamati a dare dovunque si svolga la vostra fatica quotidiana, in una fedeltà senza compromessi a Cristo e alla Chiesa, e in sicura fiducia di giovare così all’elevazione nella giustizia e nella dignità a tutto il mondo del lavoro.

A tanto vi incoraggi il nostro augurio e la nostra preghiera.

   



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