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PAOLO VI

ANGELUS DOMINI

Domenica, 23 luglio 1972

 

Nel saluto, che a tutti rivolgiamo in questo contatto festivo col mondo circostante, noi vogliamo oggi rivolgerci specialmente ai giovani.

Salute a voi, giovani del tempo nuovo, giovani del vostro tempo. Dove siete? Vi pensiamo in vacanze, cioè fuori dei quadri delle vostre occupazioni consuete, lieti di godere un momento di libertà.

Questa è la vostra aspirazione personale più spontanea e più forte; cresce in voi col crescere della coscienza. Lo sappiamo: volete essere voi stessi, emancipati da ogni tutela esteriore: famiglia, scuola, lavoro, ambiente. Volete andarvene, provare ad uscire dalla gabbia delle costrizioni abituali; evadere, viaggiare, conoscere il mondo, rischiare la vita. Vi è fra voi chi si professa perfino annoiato di tutto, e affetta un radicale disprezzo di tutto quanto la civiltà, cosiddetta consumistica, offre con una prodigalità, che nasconde una seduzione illusoria: qui è tutto, questa è la verità, questa è la pienezza della vita. La generazione presente, anche quando profitta degli agi del mondo moderno, avverte che ciò non basta: anzi intravede che sarebbe sciocco che si fermasse a questa fiera facile e gaudente dell’esperienza opulenta e polivalente del materialismo moderno (perché tale, in fondo, è l’ideale di vita, che il progresso ci ha preparato). Voi, giovani di oggi, avete intuito l’inganno di questo incantesimo: e dite: questo non basta!

E allora: come siete? Voi siete, pare a noi, di nuovo alla ricerca. Della vostra autenticità umana innanzi tutto. Cercate il senso, il valore vero della vostra vita. Due fenomeni sembrano le risposte, provvisorie, ma per sé eccellenti: ritrovate lo stile preferito del vostro vivere nell’adesione ad un «gruppo»: rinasce nella spontaneità e nella omogeneità di un cerchio di amici la soddisfazione al bisogno della socialità, a cui pareva che aveste abdicato. L’uomo non può vivere solo: ha bisogno del complemento comunitario, della conversazione, dell’amicizia, del darsi e del ricevere, dell’amore. Poi, altro fenomeno, voi ricercate e ritrovate il ritorno alla natura selvatica, all’aria aperta, ai monti, ai campi, al mare. Preferite una semplicità rustica, quasi ascetica. Ma sentite il bisogno di ammirare il quadro delle cose genuine, e di godere della bellezza nativa e del canto spontaneo.

Ma basta tutto questo? Tutto questo non è forse uno stimolo, una prefazione, una forma di profezia per l’avvento di una voce che tutto dice, di un incontro che tutto dà? È Cristo, è ancora Cristo. Forse non sapevate che voi camminate verso di Lui. Noi vi diremo: Egli cammina verso di voi. E per celebrare il nuovo incontro di Cristo con la gioventù, oggi preghiamo.

 



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