Index   Back Top Print

[ IT ]

PAOLO VI

ANGELUS DOMINI

Domenica, 16 ottobre 1977

 

Abbiamo oggi fra i nostri Uditori di Piazza San Pietro molti Confratelli Vescovi, che sono a Roma per il Sinodo appunto dei Vescovi, il quale, come si sa, si celebra ogni tre anni, e convoca qui, presso la tomba di S. Pietro, i Rappresentanti dell’Episcopato mondiale, eletti dai loro Confratelli locali, in proporzione al numero dei membri delle singole Conferenze episcopali, che sono nel mondo novantatré.

Noi salutiamo con devota e cordiale riverenza tutti i componenti di questa importantissima assemblea, lietissimi di vederla integrata dai Rappresentanti delle Chiese Orientali, dai Capi dei Dicasteri della Curia Romana, dai Delegati dell’Unione dei Superiori Generali delle Famiglie Religiose (sono dieci), dal gruppo dei membri nominati, come stabilisce la legge del Sinodo, da noi stessi come esponenti di Chiese particolari, ai quali tutti sono uniti due Prelati particolari, il benemerito Segretario Generale del Sinodo, il Polacco Monsignor Rubin e il Cardinale Poletti, nostro Vicario Generale per la Diocesi di Roma, accompagnato dal Clero e da tanti fedeli della Diocesi stessa.

La quale Diocesi è stata promotrice, con i Dirigenti del Sinodo, della celebrazione della Santa Messa, ora da noi, con alcuni Cardinali rappresentativi, offerta al Signore, in occasione, tutti lo sanno, del nostro ottantesimo genetliaco. Si è voluto fare festa, una festa d’origine personale e domestica, diventata comunitaria e universale. Così sia, non certo per ciò che ci riguarda individualmente, ma per ciò che riguarda la Chiesa, dapprima la Chiesa del nostro Battesimo, poi quella del nostro Sacerdozio, Brescia; poi la Chiesa di Milano, che ci volle pur piccolo Pastore, su le orme incancellabili e tanto impegnative, ma anche tanto confortanti e luminose, di S. Ambrogio e di S. Carlo; e poi questa Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, «Urbis et Orbis, Mater et Caput», cioè proprio concepita storicamente e da Cristo spiritualmente così voluta, per il gaudio della Chiesa universale stessa, quasi a mettere nel cuore e sulle labbra di tutti l’esclamazione del Salmo: «ecco quanto è buono e quanto è soave che i fratelli vivano insieme» (Ps. 132, 1).

Questo grido di fratellanza, la quale ha Cristo per vero Maestro e per intimo operatore, sì, ci consola e ci rassicura, mentre qui Maria ci si rivela per Madre buona e sapiente del Popolo Romano.

                                               



Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana