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UDIENZA GENERALE DI PAOLO VI

Mercoledì, 27 maggio 1964

 

Daremo in questa udienza un particolare pensiero alla Madonna. Ci preme innanzi tutto farvi notare che anche in questa Basilica, dedicata al Principe degli Apostoli, San Pietro, qui forse martirizzato e qui certamente sepolto, la Madre di Cristo ha un suo degnissimo altare. Fedeli e visitatori spesso non vi dànno l’attenzione che esso merita, sia perché eretto al culto di Maria, la quale, come tutti sappiamo, è venerata dalla Chiesa in modo del tutto speciale, e sia per la dignità della sua costruzione e della sua decorazione, che lo fanno pregevolissimo. Ma non è così appariscente da attrarre lo sguardo della gente, abbagliato com’è dalle tante meraviglie della Basilica, quanto meriterebbe. Si trova, come certo conoscete, sul lato destro della Basilica stessa, ed è situato in una delle quattro Cappelle minori, disegnate da Michelangelo, la quale si chiama Gregoriana dal nome di Papa Gregorio XIII, che ne terminò la costruzione, e la volle ornata magnificamente, e che nel 1580 vi trasportò una immagine allora e tuttora veneratissima, detta «Madonna del Soccorso», piccola icone del secolo XI, e un tempo collocata nell’oratorio di San Leone. Chi sa guardare scoprirà tante cose intorno a questo monumento della pietà mariana, che diranno come essa sia a Roma nutrita di riferimenti biblici, e professata con la fede e l’arte.

Ma il ricordo di Maria Santissima, Madre di Dio e Madre nostra, perché Madre di Cristo, in questo luogo e in questa circostanza, richiama la mente ad un’altra considerazione, cioè ad un tema dottrinale della massima importanza, e per le discussioni che se ne fanno nel mondo religioso e in occasione del Concilio ecumenico, tema di grande attualità, quello cioè della relazione che corre fra Maria e la Chiesa! Oh! non intendiamo di svolgere un tema di tanta ampiezza e di tanta profondità. Ci basta proporlo alla vostra attenzione, alla vostra devozione, quasi a memoria di questa udienza. Chi vorrà meditare su questo binomio: «Maria e la Chiesa» troverà ragioni bellissime per associarne i due termini in una viva ammirazione del disegno di Dio, che ha voluto la cooperazione umana, quella di Maria, quella della Chiesa, al compimento della Redenzione; troverà nella tradizione secolare della teologia e della liturgia spesso riferiti a Maria e alla Chiesa i medesimi simboli; troverà che Maria è la figura ideale della Chiesa, «Ecclesiae typus», il modello della Chiesa, come dice sant’Ambrogio (in Luc. 11, 7); colei, come scrive poi S. Agostino, che: «figuram in se sanctae Ecclesiae demonstrat» (De Symb. ad catech. 1; P.L. 40, 661), colei che rispecchia in sé l’immagine della Santa Chiesa; possiamo dire di più: in Maria, piena di grazia, troviamo tutte le ricchezze che la Chiesa rappresenta, possiede e dispensa; in Maria soprattutto abbiamo la Madre virginale di Cristo, nella Chiesa la Madre virginale dei cristiani, naturale quella maternità, mistica questa.

Dice ancora S. Agostino: «Maria generò fisicamente il capo del Corpo mistico, e la Chiesa genera spiritualmente le membra di quel capo» che è Cristo (De Sancta Virg. 2; P.L. 40, 397). Ma non solo si può contemplare in Maria la figura della Chiesa, ma si possono scoprire tante altre relazioni che mostrano come l’elezione di Maria è congiunta con quella dell’umanità redenta: basterebbe ricordare la presenza della Madonna nel Cenacolo, il giorno di Pentecoste, per ammirare come quella data, ch’era per Maria nuova e terminale pienezza di grazia, era per la Chiesa il momento iniziale dell’effusione della grazia, quasi la nascita alla vita dello Spirito Santo; così che, anche per questo titolo, la Madonna può essere considerata e onorata come Madre della santa Chiesa, la quale è pure insignita del dolcissimo e altissimo titolo di madre, la Madre Chiesa: le prerogative della Vergine si comunicano alla Chiesa; Maria possiede e riassume in se, in grado eminente e perfetto, tutte le perfezioni e le grazie, di cui Cristo ricolma la Chiesa.

Concludiamo fissando nei nostri animi la convinzione che Maria e la Chiesa sono realtà essenzialmente innestate nel disegno della salvezza a noi offerta dall’unico principio di grazia e dall’unico mediatore tra Dio e l’uomo, che è Cristo; essenzialmente! E che chi ama Maria deve amare la Chiesa; come chi vuol amare la Chiesa deve amare la Madonna. Saper congiungere nella nostra devozione, salva ogni proporzione e ogni differenza, Maria e la Chiesa, sia il ricordo di questa udienza, e lo confermi la Nostra Benedizione Apostolica.



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