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 DISCORSO DI PAOLO VI
AI DIRIGENTI, FUNZIONARI E MAESTRANZE DELL’E.N.I.


Venerdì, 29 maggio 1964

      

Signor Presidente!
Diletti figli, dirigenti, impiegati e operai
dell’Ente Nazionale Idrocarburi!

Salutiamo il vostro distinto gruppo con paterno affetto. L’odierno incontro, che avete desiderato sullo spirare di questo mese mariano con espressioni di devota pietà, che tanto Ci hanno rallegrato, riveste per il Papa che vi parla un carattere festoso, intimo, familiare. Infatti, come sempre avviene per le memorie vive ed eloquenti, che Ci legano alla Nostra Milano dilettissima, non possiamo non ricordare con animo commosso gli incontri, che avemmo allora più volte con la grande famiglia di quella Metanopoli, di cui l’E.N.I. ha fatto suo modernissimo centro. Come Pastore della diocesi ambrosiana, abbiamo visto crescere e affermarsi quel centro di studio e di lavoro, sorto con le sue possenti strutture, che hanno modificato radicalmente quell’angolo quieto e pittoresco della campagna lombarda, dandovi l’impronta propria dei tempi nuovi.

Conosciamo dunque per qualche diretta esperienza il valore di quel complesso, e siamo lieti di esprimervi il Nostro compiacimento, per le affermazioni di carattere scientifico, industriale, sociale ed economico, per cui esso si impone alla considerazione e al rispetto della Nazione e dell’Estero. Ma soprattutto non Ci sfuggono gli importanti problemi di indole religiosa, pastorale, assistenziale che l’organizzazione di un grande centro industriale, come il vostro, ha portato con sé: problemi che, con lodevole tempestività, mediante la vostra generosa collaborazione, sono già stati in parte risolti per quanto riguarda le necessarie strutture edilizie: e Noi fummo lieti di intervenire in particolari momenti, per invocare le benedizioni del Cielo sulle opere felicemente realizzate, per riconoscere il merito delle vostre efficaci prestazioni e per attestare la sollecita presenza della Chiesa nel mondo del lavoro umano. Altri problemi attendono ancora la loro soluzione, imposta dal crescente sviluppo industriale della zona: sappiamo che dovrà sorgere una nuova chiesa, a ricordo del compianto Enrico Mattei; e sarà anche doveroso pensare agli adolescenti e ai giovani, affinché, in apposite scuole e oratori, possano prepararsi, nello studio e nella cristiana educazione, alle responsabilità del domani. Siano benedetti tutti gli sforzi, le provvidenze, le iniziative, che voi vorrete prendere a cuore per la soluzione di queste esigenze, che, pur essendo di natura spirituale e formativa, sono strettamente collegate con il programma delle opere sociali della grande famiglia del vostro Ente.

Codesta visione larga ed organica di tutti i bisogni, anche religiosi e morali, della popolazione d’un centro industriale moderno non può non avere una benefica ripercussione sul buon ordine e sul retto andamento anche delle attività di indole puramente tecnica: perché - ed è questo l’insegnamento costante della dottrina sociale della Chiesa - non bisogna mai dimenticare che il soggetto della vita economica è la persona umana, creata da Dio e redenta dal Cristo, con i suoi problemi spirituali e con le sue quotidiane responsabilità della famiglia e dell’educazione dei figli. Quando si viene provvidamente incontro a questi fondamentali postulati della persona umana, oh allora si è posto un fondamento sicuro anche per la solidità ed efficacia del suo apporto alla vita civile, mediante la sua serena, positiva, volonterosa applicazione al dovere, che le viene affidato. Così il progresso tecnico procede di pari passo con lo sviluppo religioso e morale, collegandosi armoniosamente coi valori eterni dell’uomo, nella globalità della sua vocazione.

Vengono a Noi spontanei questi pensieri per averli altra volta raccolti nelle rare, ma dense conversazioni che avemmo con due alte personalità, oggi defunte, a cui sentiamo il dovere di dare il tributo della Nostra riverente memoria, e a cui l’E.N.I. deve tanto della sua origine e della sua prosperità: vogliamo dire l’on. Prof. Ezio Vanoni e l’Ing. Enrico Mattei. L’uno e l’altro in momenti diversi, ma quasi collegati da una medesima meditazione di fondo, ambivano confidarci come fosse loro ispiratore proposito quello di dare grande impulso allo sviluppo industriale del Paese, perseguendo in prima linea l’interesse pubblico, e considerando nello schema produttivo il fattore umano non alla sola stregua dell’efficienza fisica ed economica, ma a quella altresì d’un soggetto vivo e responsabile, degno di valutazioni sue proprie, che lo fanno assurgere al livello dell’umana eguaglianza e poi a quello della graduale corresponsabilità e della cristiana fratellanza.

L’odierna temperie del progresso della scienza e dell’industria, lo sforzo per raggiungere una efficienza crescente e la soddisfazione, stimolatrice di nuove conquiste, per i risultati conseguiti, possono mettere in pericolo questa visione totale dell’uomo, alla luce cristiana; e cioè l’eccessivo e predominante tecnicismo potrebbe soffocare ogni altra esigenza, fino a dimenticare la grande dimensione spirituale, l’unica che dia valore all’uomo di oggi e di sempre, la sola che lo salvi dalle insidie dell’autosufficienza egoistica come dalle ansie della solitudine e dell’incomunicabilità, come è invalso dire. Solo la visione cristiana della vita e del lavoro, delle responsabilità esaltanti dell’uomo come delle sue immancabili delusioni, può dare stabilità ferma all’umano progresso, ancorandolo alle radici dell’eterno.

Siamo certi che condividete con Noi queste verità, e vi auguriamo che esse diano sempre luce di orientamento al vostro vivere quotidiano. E per confermarvi nelle vostre ottime disposizioni, invochiamo su di voi e sul vostro lavoro i continui favori del Signore, di cui vuol essere pegno e riflesso l’Apostolica Nostra Benedizione. Scenda essa sui vostri cari lontani, sui vostri colleghi, sui luoghi della quotidiana attività, e avvalori l’operosità e gli sviluppi dell’Ente Nazionale Idrocarburi nei suoi quadri dirigenti, come nel compatto organismo delle sue laboriose maestranze.

 



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