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DISCORSO DI PAOLO VI
AI PARTECIPANTI AL I CONVEGNO NAZIONALE
DEGLI AGENTI E DEI RAPPRESENTANTI DI COMMERCIO

Sabato, 10 aprile 1965

 

Salutiamo il gruppo più numeroso presente a questa udienza: è quello degli Agenti e dei Rappresentanti di Commercio, riuniti nel loro primo Convegno Nazionale. Questo incontro da loro desiderato attesta l’ispirazione morale e religiosa che deve presiedere all’Associazione e all’attività di coloro che vi appartengono o che vi sono in qualche modo collegati; e tanto basta perché questi Signori siano da Noi accolti con viva compiacenza e con particolare augurio.

L’affluenza di visitatori e di pellegrini in questi giorni del periodo pasquale non Ci consente di trattenere questa grande e distinta schiera di Agenti e di Rappresentanti di Commercio con lungo discorso; ma la loro sollecitudine nel recare a Noi l’omaggio della loro visita e nel chiedere a Noi il conforto della Nostra benedizione, Ci obbliga innanzi tutto a ringraziarli di così deferenti e filiali intenzioni; e poi Ci invita ad assicurarli della Nostra benevolenza e della Nostra considerazione.

Estranei, come siamo, totalmente al campo specifico della loro attività, possiamo tuttavia loro dire che ne comprendiamo la funzione e ne riconosciamo l’importanza; voi siete l’anello di congiunzione fra l’impresa produttrice o commerciale e gli acquirenti ed i consumatori; voi vi ponete nella fase distributiva dell’economia come i fattori dinamici più attivi e qualificati, e introducete nel ciclo del contratto commerciale quell’imponderabile ma rilevante elemento psicologico e morale, che rende possibile ed efficace la conclusione dello scambio economico, della valutazione monetaria della merce prodotta, del passaggio dei beni fungibili dalla loro sorgente o dal loro deposito al loro successivo possesso e finalmente al loro godimento. Nell’economia sociale voi potete accelerare la diffusione della produzione, voi potete moltiplicare il volume ed il numero degli affari, voi potete ad un tempo servire, intermediari quali siete, l’offerta e la domanda delle cose rese utili alla vita dell’uomo; voi potete largamente giovare al benessere economico della società. Il vostro servizio, che potrebbe teoricamente apparire, come ogni ufficio complementare e mediatore, riducibile a minime proporzioni, si afferma in pratica come assai utile e indispensabile, se del servizio conserva la coscienza e osserva le norme.

Ed ecco che, a questo punto, anche Noi possiamo entrare nel vivo della vostra professione con qualche Nostro suggerimento, che non tanto ne riguarda l’aspetto economico, quanto l’aspetto morale ed umano. Voi già ben conoscete questi suggerimenti, e certamente già li portate nella cella interiore ed operante della vostra coscienza; ma pare a Noi che qua voi siete venuti per sentirli ripetere, e per ricevere esortazione e conforto a farne precetto per la vostra attività ed espressione della vostra dignità. Appena vi accenniamo: può la vostra professione prescindere dalla sincerità della informazione e dalla fedeltà alla parola? Oh, la parola! Non è lo strumento pratico dei vostri affari e dei vostri scambi? e non è al tempo stesso la più nobile espressione dello spirito umano? non è il veicolo della verità, sia nei suoi gradi più eccelsi, sia nei suoi livelli più consueti della conversazione e dei rapporti fra gli uomini? Basterebbe questo Nostro ovvio suggerimento: siate uomini di parola; di parola sincera, leale, ferma, univoca, per dare alla vostra coscienza un ricordo preziosissimo e a questa udienza un valore memorabile.

Aggiungiamone un altro, di suggerimenti: voi dovete certamente tutelare gli interessi della vostra categoria; ma siate ragionevoli e moderati nella ricerca del profitto dei vostri servizi ed evitate speculazioni indiscrete! Lo richiede il bene comune, del popolo cioè che al commercio porta i propri risparmi e dal commercio riceve ciò che è necessario alla sua vita; lo richiede il principio economico stesso, su cui è fondata la vostra professione: la circolazione rapida e onesta delle cose commerciabili la quale non deve essere troppo appesantita nei suoi vari passaggi; lo richiede, Noi pensiamo, il vostro stesso interesse, che tanto maggiori vantaggi otterrà quanto maggiore sarà la fiducia, di cui la gente onorerà le vostre prestazioni. La fiducia sia la fonte dei vostri onorati profitti, e sia anche il titolo, che vi ottiene un altro indispensabile beneficio, di natura diversa e superiore a quella delle vostre cose temporali, ma a queste stesse cose temporali fecondo di bontà e di prosperità; vogliamo dire la protezione di Dio.

Ed è questo beneficio che Noi vi auspichiamo in occasione di questo incontro; possa la protezione di Dio assistere le vostre persone, le vostre famiglie, le vostre attività; possa conservare ed accrescere nell’esercizio della vostra professione quelle virtù morali e civili che le conferiscono superiore prestigio; anzi possa la protezione di Dio tener acceso nei vostri cuori, anche nell’affannoso lavoro a cui siete dedicati, il senso religioso della vita, il silenzio e la riflessione dei buoni pensieri, la capacità della preghiera e della bontà, il desiderio ed il merito della vita beata e futura. Sì, questo Noi auspichiamo per voi con la Nostra Benedizione Apostolica.

                                        



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