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  DISCORSO DI PAOLO VI
ALLA SEGRETERIA GENERALE DEL CONCILIO ECUMENICO


Venerdì, 17 dicembre 1965

      

Siamo lieti di accogliere questa visita dell’intero corpo degli Officiali e degli Addetti alla Segreteria Generale del Concilio Ecumenico Vaticano secondo, da pochi giorni felicemente concluso. Questa visita, infatti, Ci offre occasione di congratularci con voi del lungo, delicato e gravoso lavoro compiuto, che dobbiamo ritenere essere stato uno dei coefficienti principali dell’ottimo svolgimento tecnico del Concilio; anche sotto questo aspetto possiamo ben dire che nessun Concilio precedente ha avuto servizi interni così bene organizzati e così efficienti; i mezzi tecnici moderni messi a sua disposizione e adoperati da voi con maestria hanno reso possibile un funzionamento perfetto dei lavori conciliari, sia di quanti hanno avuto modo di osservare da vicino la complessità, la rapidità, l’esattezza dei servizi medesimi, dando allo svolgimento del grande Sinodo un’efficienza veramente mirabile, con ritmi ordinati, puntuali, molto apprezzati.

Daremo lode di quest’opera e dei suoi risultati innanzi tutto a Monsignor Pericle Felici, Segretario Generale del Concilio: ne abbiamo tutti ammirato le singolari doti, che hanno dato al suo ufficio un così plausibile rendimento. Tutto il Concilio ne è stato testimonio. Facciamo perciò Nostro il plauso a lui tributato, e lo ringraziamo ancora una volta e vivamente della dedizione, dell’attenzione, della competenza, della pazienza e della bravura da lui dimostrate nell’adempimento del non facile compito a lui affidato e da lui egregiamente adempiuto. Conosciamo poi anche lo spirito col quale egli si è prodigato, il suo amore alla Chiesa, la sua passione per il buon esito spirituale del grande avvenimento; ed anche di ciò gli diamo lode e gli esprimiamo la Nostra riconoscenza.

Dobbiamo insieme estendere a voi tutti tale lode e tale riconoscenza, ben sapendo come voi abbiate idealizzato il vostro servizio con l’amore a nostro Signore e alla Chiesa, acquistando perciò meriti che solo il Signore potrà degnamente valutare e ricompensare. Noi pure, tuttavia, vogliamo dirvi come Ci conforti cotesto aspetto del vostro servizio; non puramente tecnico e professionale, non compiuto per soli motivi di regolamento o di terrene retribuzioni, ma guidato e sorretto dall’amore e dallo spirito di dedizione, che dev’essere proprio di chi ha l’onore d’essere alle dipendenze della Santa Sede, cotesto servizio svela così una sua caratteristica spirituale che lo valorizza agli occhi di Dio e lo rende esemplare anche all’ambiente in cui si svolge; e l’ambiente, questa volta, è stata tutta la Gerarchia della Chiesa cattolica, segnando uno stile tecnico e morale che vorremmo diventasse tipico per il futuro perfezionamento dei Dicasteri della Curia romana.

Vorrete certamente conservare buona memoria degli anni passati lavorando per il Concilio ecumenico; ma conservate altresì lo spirito di fervore e di abnegazione con cui avete compiuto il vostro lavoro, e qualunque sia l’ impiego futuro della vostra attività, vogliate conservargli codesta spirituale dedizione; sarà così dimostrata, anche per quanto vi riguarda, la fedeltà e l’efficacia del Concilio ecumenico. A ciò vi esorta, con grande riconoscenza e benevolenza, la Nostra Apostolica Benedizione.

    



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