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DISCORSO DI PAOLO VI
AL SINDACO E ALLA GIUNTA COMUNALE DI ROMA


Martedì, 21 dicembre 1965

     

A Lei, Signor Sindaco, ai Membri della Giunta Comunale di Roma, qui presenti, il Nostro vivo ringraziamento per questa visita, che Ci reca con l’attestato della devozione e della cortesia della Amministrazione civica gli auguri natalizi graditissimi della Città di Roma, della Roma, che per tanti titoli spirituali dobbiamo, con tanto grave e gaudiosa coscienza, dire «Nostra»: l’Urbe a cui è legata per secolari e misteriosi vincoli tutta la storia del Pontificato che Romano si chiama, la Città che la Provvidenza ha voluto affidare alle Nostre cure pastorali, vale a dire alla Nostra più impegnativa responsabilità, al Nostro più profondo ed operante amore. Tanto a Noi è cara questa visita, che al di là delle forme protocollari, che la rendono consueta e simile ad altre che il Nostro ufficio Ci procura, ne vogliamo comprendere l’alto valore morale: è la visita dei Figli più prossimi ed a Noi congiunti dai rapporti più fecondi di sentimenti affettivi e di sempre nuove attività; è la visita dei Figli più consapevoli del carattere unico e storico della loro Città, e - per il fatto che tale coscienza vogliono avvalorare e manifestare con questo gentile e puntuale atto di omaggio - evidentemente risoluti ad una fedeltà, non pure formale, ma meditata e sincera, alla più significativa e gloriosa tradizione del Popolo Romano, fermamente, esemplarmente cattolico nel centro, nel cuore dell’universale comunità dei credenti in Cristo e nella sua Chiesa.

Dobbiamo perciò molto ringraziare e beneaugurare a Nostra volta. Ringraziare: sì, Signor Sindaco: di cuore La ringraziamo dei sentimenti, che, a nome della Città, Ella Ci professa e degli auguri che Ella così bene interpreta e Ci presenta. E l’occasione è propizia ad un ringraziamento più ampio: per quanto l’Amministrazione fa secondo le buone norme legali e le non meno buone forme della cortesia, per gli interessi e le necessità della vita religiosa romana, che cadono sotto la sua competenza o che le sono, per qualche legittima ragione, presentati dal Nostro Vicariato. Non dispiaccia a Lei, Signor Sindaco, e non dispiaccia a codesti suoi valenti Collaboratori, se ancora Noi raccomandiamo alla loro benevola considerazione i non pochi e non lievi problemi dell’assistenza religiosa alla popolazione romana, in questi anni tanto cresciuta e tanto bisognosa d’essere integrata alla Città di Roma, non solo per il fatto della residenza e del godimento dei servizi, che qui subito le sono prodigati, ma altresì per l’inserzione premurosa, sempre fraterna e libera, nell’anima spirituale della Città, vogliamo dire nella vita religiosa sua propria. Quanto dall’Amministrazione Comunale è fatto e sarà fatto per agevolare l’istituzione delle nuove Parrocchie e dei centri religiosi necessari per l’anagrafe e per la cura spirituale della popolazione, è e sarà da Noi vivamente apprezzato, e ne vogliamo, anche in questa occasione, esprimere il Nostro sincero ringraziamento.

Il quale ringraziamento ha ora un altro specifico motivo di manifestarsi; e cioè: Noi dobbiamo ringraziarla, Signor Sindaco, per le cure che la Città ha prodigato in ordine all’accoglienza e all’ospitalità del Concilio Ecumenico Vaticano II, testé concluso. Noi siamo grati del benevolo ed efficace interessamento della Città a questo riguardo, e volentieri, a suo onore, ne diamo riconoscente testimonianza. Della conclusione. poi di tale molteplice gentilezza Noi dobbiamo in modo particolare ringraziare, per la medaglia cioè data a ciascuno dei Padri conciliari e per il sontuoso ricevimento loro offerto ,alla fine del grande avvenimento; sappiamo che i Padri ne sono rimasti ammirati e riconoscenti; anche per questo vivissime grazie; Roma si è mostrata, una volta ancora, anche sotto questo aspetto, «patria communis», non senza sua gloria e non senza suo spirituale beneficio.

Dobbiamo alla fine ricambiare i vostri auguri. E sono, anche i Nostri, molto vivi e copiosi. Ci sono ben note le ultime vicende dell’Amministrazione capitolina; alludiamo specialmente alla approvazione, da anni attesa, del Piano regolatore; Ce ne compiacciamo anche Noi e facciamo voti che questa importantissima disposizione tuteli e promuova l’ordinato, moderno ed estetico sviluppo della Città. Così conosciamo quanti e quali problemi sollevi l’amministrazione d’una metropoli al giorno d’oggi. Ecco allora i Nostri auguri: perché l’aiuto di Dio dia a voi la saggezza e la forza di studiare e risolvere tali problemi; vi confermi nel proposito di leale e fattiva concordia e di efficace collaborazione; vi renda sempre fervorosi, integerrimi ed esemplari promotori del bene comune dei vostri Concittadini. Difficile e grande è la vostra missione: che la rettitudine della vostra coscienza, da un lato, quale a magistrati di Roma si conviene, e la divina assistenza dall’altro, per l’intercessione della Madonna «salus Populi Romani» e dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, diano a voi la fortuna e l’onore di compierla perfettamente.

La Nostra Benedizione Apostolica confermi questi sentimenti e questi voti: sono quelli del vostro Vescovo, quelli del Pontefice Romano, quelli del Vicario di Cristo.

    



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