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DISCORSO DI PAOLO VI A CHIUSURA
DELL’VIII SESSIONE PLENARIA DEL «CONSILIUM
AD EXEQUENDAM CONSTITUTIONEM DE SACRA LITURGIA»

Mercoledì, 19 aprile 1967

 

È per Noi cosa grata esprimere la Nostra riconoscenza al Card. Giacomo Lercaro per le nobili ed ossequienti parole rivolteCi anche a nome di questa Assemblea.

Abbiamo volentieri aderito, nonostante la pressione degli impegni di questi giorni, alla domanda di questo incontro, per salutare i membri di questo «Consilium ad exsequendam Constitutionem de sacra Liturgia», da Noi istituito per studiare la revisione dei libri liturgici di rito latino, secondo lo spirito e le norme del recente Concilio, e per procurare così a Noi e al Nostro dicastero preposto alla disciplina dei Riti una saggia collaborazione in materia di tanta complessità e di tanta importanza.

E veramente il «Consilium» merita che Noi gli rinnoviamo l’espressione della Nostra stima, della Nostra fiducia, del Nostro incoraggiamento. Sappiamo infatti da quali e da quante persone esso sia composto: assai qualificate per scienza e per amore della sacra Liturgia; sappiamo a quale mole di lavoro il «Consilium» abbia dovuto porre mano, quale gravità e varietà di problemi esso debba affrontare, quale ritmo impegnativo di lavoro si sia prefisso per concludere entro termini ragionevolmente brevi il compito affidatogli. Sappiamo anche quali criteri presiedano ad opera così difficile e così delicata; e sono quelli così chiaramente affermati nella Costituzione «Sacrosanctum Concilium», al n. 23, e da cotesto nostro «Consilium» fedelmente ricordati. Giova onorarli citandoli: «Per conservare la sana tradizione, e per aprire nondimeno la via ad un legittimo progresso, la revisione delle singole parti della Liturgia deve essere sempre preceduta da un’accurata investigazione teologica, storica e pastorale. Inoltre devono essere prese in considerazione sia le leggi generali della struttura e dello spirito della Liturgia, sia l’esperienza derivante dalle più recenti riforme liturgiche e dagli indulti qua e là concessi. Infine non si introducano innovazioni, se non quando lo richieda una vera e accertata utilità della Chiesa, e con l’avvertenza che le nuove forme scaturiscano organicamente, in qualche maniera, da quelle già esistenti».

E comprendiamo perciò come l’impresa, alla quale voi attendete e dalla quale la Santa Sede attinge materia e argomento per la sua grande missione animatrice e direttrice della preghiera del Popolo di Dio, possa suscitare reazioni di diverso genere, casistiche varie, problemi nuovi, non senza qualche interpretazione abusiva, o qualche discutibile commento. Se è nella natura delle cose che le innovazioni producano talora valutazioni inadeguate e applicazioni imperfette, Noi tuttavia sentiamo di dovere al «Consilium» la Nostra riconoscenza e la comune soddisfazione; così che Ci è propizia l’occasione non solo per incoraggiare l’ardua opera del «Consilium», ma per esortare altresì Clero e Fedeli ad apprezzarne il valore e ad assecondarne l’efficacia.

Non possiamo, a questo proposito, tacere la Nostra amarezza per alcuni fatti ed alcune tendenze, che non favoriscono certamente i buoni risultati, che la Chiesa attende dagli studi operosi del «Consilium». Il primo di questi fatti riguarda l’ingiusto e irriverente attacco, proveniente da una recente pubblicazione, contro la venerata persona dell’illustre ed eminente Presidente del «Consilium» stesso, il Signor Cardinale Giacomo Lercaro.

Tale pubblicazione, com’è ovvio, non può avere il Nostro consenso; essa non edifica alcuno, e non reca perciò alcun vantaggio alla causa che vorrebbe difendere, la conservazione cioè della lingua latina nella liturgia; questione questa degna certamente d’ogni attenzione, ma non risolubile in senso contrario al grande principio, riaffermato dal Concilio, della intelligibilità, a livello di popolo, della preghiera liturgica, non che a quell’altro principio, oggi rivendicato dalla cultura della collettività, di poter esprimere i propri sentimenti, più profondi e più sinceri, in linguaggio vivo. Lasciando quindi da parte la questione del latino nella liturgia, pregiudicata piuttosto che difesa dalla pubblicazione in parola, Noi desideriamo rivolgere al Cardinale Lercaro l’espressione del Nostro rammarico e della Nostra adesione.

Altro motivo di dolore e di apprensione sono gli episodi d’indisciplina, che in varie regioni si diffondono nelle manifestazioni del culto comunitario, e che assumono spesso forme volutamente arbitrarie, alcune volte totalmente difformi dalle norme vigenti nella Chiesa, con grave turbamento dei buoni Fedeli e con inammissibili motivazioni, pericolose per la pace e l’ordine della Chiesa stessa e per gli esempi sconcertanti, che esse diffondono. Noi vorremmo ricordare, a questo proposito, quanto riafferma il Concilio, testé celebrato, sull’ordinamento della sacra Liturgia; ordinamento che «è unicamente di competenza dell’autorità della Chiesa» (Const. Sacros. Conc. n. 22); ma più Ci preme esprimere la Nostra fiducia che l’Episcopato vorrà vigilare su questi episodi e tutelare l’armonia propria del culto cattolico nel campo liturgico e religioso, oggetto in questo momento post-conciliare delle cure più assidue e delicate; così estendiamo questa Nostra esortazione alle Famiglie religiose, dalle quali la Chiesa attende oggi più che mai contributo di fedeltà e di esempio; e poi la rivolgiamo al Clero e ai Fedeli tutti, affinché non si lascino invaghire da velleità di capricciosi esperimenti, ma cerchino piuttosto di dare perfezione e pienezza ai riti prescritti dalla Chiesa. Raccomandazione questa che tocca anche una delle prerogative del «Consilium», quella di moderare sapientemente i singoli esperimenti liturgici, che sembrassero meritare responsabile e studiata attuazione.

Ma più grave causa di afflizione è per Noi la diffusione d’una tendenza a «desacralizzare», come si osa dire, la Liturgia (se ancora essa merita di conservare questo nome) e con essa, fatalmente, il cristianesimo. La nuova mentalità, di cui non sarebbe difficile rintracciare le torbide sorgenti, e su cui tenta fondarsi questa demolizione dell’autentico culto cattolico, implica tali sovvertimenti dottrinali, disciplinari e pastorali, che Noi non esitiamo a considerarla aberrante; e lo diciamo con pena, non solo per lo spirito anticanonico e radicale che gratuitamente professa, ma ben più per la disintegrazione religiosa, ch’essa fatalmente reca con sé.

Non ignoriamo che ogni movimento ideologico può contenere qualche buon frammento di verità, e che i promotori di novità possono essere persone buone e colte; e Noi siamo sempre aperti a considerare anche gli aspetti positivi di ogni fenomeno ecclesiale; ma non dobbiamo nascondere, a voi specialmente, la minaccia di spirituali rovine, che quello su accennato Ci sembra rappresentare.

Ad ovviare a tanto pericolo, a richiamare persone, riviste, istituzioni, che ne possono essere suggestionate, a collaborazione positiva e sapiente con la Chiesa di Dio, a difendere le dottrine e le norme del Concilio ecumenico, voi ora, più che altri, siete chiamati a delineare quel volto della sacra Liturgia, che ne dimostri la verità, la bellezza, la spiritualità, e che lasci sempre meglio trasparire il mistero pasquale in essa vivente, per la gloria di Dio e per la rigenerazione spirituale delle folle distratte, ma assetate, del mondo contemporaneo.

Ed abbiamo fiducia che questo possa felicemente avvenire, con l’aiuto di Dio, se dobbiamo giudicare dalla serietà e dall’importanza dei vostri lavori, e dai primi risultati della riforma liturgica, i quali sono, sotto certi aspetti, veramente consolanti e promettenti. La preghiera autentica della Chiesa rifiorisce nelle nostre comunità popolari; e questo è ciò che di più bello e di più promettente offre allo sguardo d’ogni amoroso di Cristo il nostro tempo, così enigmatico, così inquieto e così pieno di terrena vitalità.

Continuate dunque serenamente ed alacremente nel vostro lavoro; «Dio lo vuole», potremmo dire, per l’onore suo, per la vita della Chiesa, per la salvezza del mondo; e sempre con la Nostra Apostolica Benedizione.

                                                



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