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DISCORSO DI PAOLO VI
AI MEMBRI DELLA COMPAGNIA AEREA «ALITALIA»

Giovedì, 27 aprile 1967

 

Salutiamo il conte Nicolò Carandini, Presidente della Compagnia Aerea «Alitalia», e con lui salutiamo i Vice Presidenti, Generale Urbani e On. Giacchero, l’Amministratore Delegato, Ingegner Velani, e il Direttore Generale, Dottor Saracino.

E salutiamo di gran cuore voi, diletti membri tutti della Società, che avete ricevuto oggi un particolare riconoscimento per i vent’anni di ininterrotto servizio, in essa prestato, che coincidono con i vent’anni di vita della Società medesima.

Data per voi doppiamente significativa e importante, Signori Dirigenti e Maestranze della Compagnia Aerea; data ricca di ricordi e certo di emozioni, che ben meritava codesta vostra particolare solennità, e la costituzione, come Ci è stato annunziato, della nuova «Associazione fra gli anziani», che raccoglie appunto i più benemeriti e fedeli artefici dell’odierno incremento dell’«Alitalia». E Noi siamo ben lieti di portare, per parte Nostra, come il suggello e il compimento alla vostra soddisfazione.

Ci sentiamo infatti assai obbligati verso di voi, poiché il solo pronunciare il nome di codesta Compagnia porta al Nostro pensiero, più vivi e suggestivi, i ricordi dei voli compiuti con voi verso mete lontane di edificazione, di apostolato e di carità, a cui Ci ha portato, come con un balzo prodigioso e rapidissimo, la perfetta efficienza dei vostri servizi: Terra Santa, India (nel ritorno), Nazioni Unite. Sono state come altrettante pietre miliari, che hanno segnato il Nostro passaggio sulle vie del mondo per evangelizzare la pace (cf. Is. 52, 7; Rom. 10, 15); sono stati come altrettanti microfoni levati sul mondo, per farvi giungere, umile e ferma, la parola del Successore di Pietro, del Vicario di Cristo. Voi avete contribuito, forse oscuramente, certo fedelmente e sempre generosamente a questa irradiazione su scala mondiale del verbo cristiano e romano, per la quale il Signore si è servito delle Nostre modeste forze: e di questo, ancora una volta, Ci è grato esprimervi tutta la Nostra obbligazione e la Nostra stima.

Ma questa stima vi è dovuta oggi per un titolo tutto particolare: per i meriti che vi siete acquistati nei vent’anni di attività spesa per la vostra Compagnia. Altri vi diranno il valore umano, sociale, tecnico, economico, che tale dedizione ha portato e porterà sempre con sé: altri vi concederanno distinzioni e riconoscimenti più che graditi a voi, più che dovuti alla vostra fedeltà, certo impari alla carica immensa, che significa la vita di un uomo, quando è impiegata lealmente e coscientemente nel proprio dovere a servizio della società; ma a Noi, che rappresentiamo in terra il Signore, lasciate dire l’impareggiabile valore spirituale) sacro, diremmo, di codesta offerta quotidiana, se compiuta con debiti sentimenti e rinnovata come su di un altare; a Noi lasciate indicare il premio più alto e vero, che vi aspetta, la ricompensa promessa a chi sa guardare oltre il velo greve del tempo, oltre il peso faticoso del quotidiano affanno, per edificare sulla roccia dell’eternità: e voi ben sapete che tutto quello che avremo fatto quaggiù, sorretti dalla fede, dalla speranza, dall’amore cristiano, non andrà perduto come un qualcosa di effimero, ma rimane e fruttifica e zampilla qui in pace della coscienza, e in merito di Vita eterna. Ed è quanto anche il Concilio Vaticano II ha promesso a tutti gli uomini di buona volontà, chiamandoli alla collaborazione generosa per l’elevazione del mondo, nell’attesa del traguardo finale: «E infatti - hanno detto i Padri del Concilio - i beni, quali la dignità dell’uomo, la fraternità e la libertà e tutti questi buoni frutti della natura e della nostra operosità, dopo che li avremo diffusi sulla terra nello Spirito del Signore e secondo il suo precetto, li ritroveremo poi di nuovo, ma purificati da ogni macchia, illuminati e trasfigurati, allorquando il Cristo rimetterà al Padre il regno eterno ed universale, che è “regno di verità e di vita, regno di santità e di grazia, regno di giustizia, di amore e di pace”» Cost. past. Gaudium et spes, n. 39).

Noi vi esortiamo a continuare con gioia nel vostro così fruttuoso e segnalato impegno, e vi auguriamo di raccogliere in esso ogni più bella soddisfazione umana e spirituale; e mentre ancora vi ringraziamo per la vostra venuta, a tutti voi, qui presenti, impartiamo la Nostra particolare Benedizione Apostolica, che amiamo estendere ai vostri cari lontani, e a tutti i colleghi della Compagnia Aerea «Alitalia», ai quali porterete l’espressione del Nostro ricordo e del Nostro affetto.

                                                                                                



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