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DISCORSO DI PAOLO VI AI RAPPRESENTANTI
DELLA CASA EDITRICE «IL LIBRO DEL MONDO»

Sabato, 16 agosto 1969

 

Con sincera letizia Ci troviamo in mezzo a voi, Direttori, managers, produttori di vendita della casa Editrice «Il libro del mondo», che siete venuti a Roma per la vostra seconda Conferenza Nazionale.

Questo incontro, per quanto breve, ha un suo particolare significato perché viene con rappresentanti dei «produttori del libro», che è considerato a ragione una delle massime conquiste e manifestazioni della civiltà umana.

Il fenomeno odierno della diffusione capillare del libro, come di tutti gli altri mezzi di comunicazione sociale, è tipico del nostro tempo e, voi ben lo sapete, presenta, dal punto di vista sociologico, culturale, psicologico, e specialmente morale, una incidenza sempre più rilevante nel costume e nella circolazione delle idee.

Per questo la Chiesa, attenta sempre ai fenomeni umani e spirituali, nel Concilio Vaticano II, ha dedicato un decreto specifico a questi mezzi di comunicazione sociale, scorgendo in essi, con un sano ottimismo, gli strumenti meravigliosi, capaci di sollevare ed arricchire lo spirito dell’uomo (cfr. Decr. Inter mirifica, n. 1). Ma, data anche l’ambivalenza degli strumenti prodotti dalla intelligenza umana, non ha mancato di ricordare e richiamare, con materna insistenza, alle loro responsabilità gli Editori, che sono fra gli Autori ed i Lettori tramite indispensabile ed importantissimo. Per quanti «in qualsiasi modo partecipino alla preparazione e trasmissione delle comunicazioni - e ciò vale per la stampa e per i libri - è evidente - sempre il Concilio, che parla - quali e quanto grandi responsabilità li riguardino nell’evolversi della società odierna, avendo essi la possibilità di indirizzare al bene o al male l’umanità con le loro informazioni e pressioni» (Decr. Inter mirifica, n. 11).

È invalsa la mentalità di considerare l’Editore solamente sotto l’aspetto tecnico e strumentale: egli è colui che pubblica, semplicemente; e sotto l’aspetto economico e commerciale: egli è colui che divulga, vende e mette in mano il libro al cliente. Cioè si tende a rendere irresponsabile l’Editore rispetto al contenuto del libro o della rivista, e ad isolare la sua funzione nel segmento intermediario della circolazione del libro, quasi fosse funzione moralmente indifferente ed innocente. Invece la valutazione vera della divulgazione del libro, cioè della moltiplicazione dello strumento che mette il pensiero dell’Autore a disposizione dei Lettori, rende partecipe del merito e della responsabilità di tale pensiero anche l’Editore, e ciò in non scarsa misura. La diffusione della cultura è opera vostra; quali grandi e gravi corresponsabilità essa porta con sé! Se si considera poi il fatto della diffusione della stampa nel mercato avido ed indifeso della fanciullezza, esso acquista ancora più grande importanza. Chi non sa quale impressione, spesso decisiva per la formazione mentale e morale del ragazzo, hanno le prime letture! Esse possono decidere del suo avvenire. Esse sono ricordate, in qualche modo, per tutta la vita; esse hanno un’efficacia pedagogica, che non si può abbastanza considerare. Se si riflette anche con quale facilità oggi il ragazzo può procurarsi ogni sorta di letture, e quali sono i primi istinti morbosi della sua curiosità, è facile rendersi conto dell’epidemia negativa di impressioni e di passioni e di danni morali che possono produrre nella fanciullezza le letture, a buon diritto qualificate «cattive». Quali conseguenze sociali!

Non possiamo pertanto non esprimervi il Nostro compiacimento per le esplicite finalità, che presiedono al lavoro della vostra Impresa Editrice, quali sono la elevazione culturale e morale dei gruppi familiari e dei fanciulli. Il Nostro augurio, il quale è anche l’impegno, che vogliamo darvi in questa circostanza, è che, sempre fedeli a questi scopi, attraverso le vostre pubblicazioni, possiate favorire la buona cultura universale (cfr. Cost. Ap. Gaudium et spes, n. 61, indirizzando alla verità e al bene i vostri lettori. Con questi voti, Noi impartiamo su di voi, sul vostro delicato lavoro, sulle vostre famiglie la propiziatrice Apostolica Benedizione.

                                                  



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