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DISCORSO DI PAOLO VI
AL PELLEGRINAGGIO DELLA CECOSLOVACCHIA
NELL'XI CENTENARIO DEL TRANSITO DI SAN CIRILLO

Venerdì, 14 febbraio 1969

 

Venerato e diletto Signor Cardinale!

Venerabili Confratelli,
Vescovi della nobile terra di Cecoslovacchia!

E voi tutti, diletti figli, di là
venuti a Roma per le celebrazioni dell’XI Centenario
della morte di San Cirillo!

Benvenuti in questa Roma, che, come accolse materna e regale i due santi fratelli Cirillo e Metodio, gli apostoli di cui tuttora vi gloriate, così oggi vi accoglie con grandissimo affetto! Benvenuti nella Casa del Padre Comune, aperta sempre a tutti i cattolici, a tutti i cristiani, a tutti gli uomini di buona volontà, e che oggi si spalanca per voi nel più cordiale dei saluti! Benvenuti in questo centro della cattolicità universale, benvenuti al Nostro cuore di Padre, che oggi vi vede con intensa gioia e più intensa commozione!

Diversi motivi Ci rendono tanto gradita la vostra presenza: dopo trent’anni, voi siete il primo pellegrinaggio ufficiale, così eletto, così numeroso, che giunge dalla vostra terra per venerare il Sepolcro di Pietro, e la sua Sede di verità e di amore. Voi venite a Roma, chiamati dalla voce di Cirillo, che qui attende la Risurrezione con i martiri e i santi di questa terra benedetta; venite, chiamati dalla confessione di lui e del fratello Metodio, camminando come sullo stesso cammino da essi percorso, e seguendone le orme. Voi venite a Roma portando in cuore le speranze, le preghiere, le ansie dei vostri connazionali, in questo particolare momento della vostra storia: e come non restare scossi da codesta vostra presenza, così vibrante e composta, così entusiastica e devota, così affettuosa e pia? Siate dunque i benvenuti, dilettissimi Fratelli e Figli Nostri, siate benedetti!

IMPRONTA SALDISSIMA

Il ricordo centenario della morte di S. Cirillo richiama con evidenza il pensiero all’impronta marcata e tuttora viva, che i due Apostoli hanno lasciato nella storia religiosa, culturale, nazionale dei vostri due popoli. Pur nei mutamenti, susseguitisi nella secolare vicenda del tempo, quel filone d’oro, portato a voi da Cirillo e Metodio col tesoro della fede e dei valori spirituali, non si è più inaridito.

Anzitutto, voi siete rimasti fedeli al patrimonio sacro ch’essi vi hanno lasciato: l’amore alla Liturgia divina, che amate accompagnare con i canti e gli inni religiosi nelle rispettive lingue, è ancor quello che i due santi hanno infuso in voi. Il rinnovamento liturgico, voluto dal Concilio Ecumenico Vaticano II, vi ha trovati come già predisposti, per l’opera presaga e provvidenziale, ch’essi, incoraggiati dalla Sede Romana, operarono all’alba della vostra storia, sottolineando in modo concreto una tradizione secolare della Chiesa, che ‘«favorisce e accoglie tutta la dovizia di capacità e le forme di vita dei popoli, in quanto sono buone, e, accogliendole, le purifica, le consolida e le eleva» (Lumen gentium, n. 13).

VITA RELIGIOSA E CULTURA

La devozione che portate ai vostri due santi, espressa anche nella miriade di chiese, istituzioni, opere e associazioni, ad essi dedicate, è stata il vessillo unificatore della vostra storia religiosa; i vostri migliori vescovi e sacerdoti, come l’Arcivescovo Stojan, il Vescovo Moyzes, i sacerdoti Susil e Holly, si sono ispirati a quell’azione instancabile. E che più? Voi condividete la venerazione per Cirillo e Metodio, con i fratelli separati, ed essa è un legame di più che stringe cattolici e ortodossi, insieme col battesimo, l’eucaristia, la devozione alla Vergine e con tutti gli elementi che uniscono, più numerosi di quelli che dividono (cfr. GIOVANNI XXIII, Ep. Ap. Magnifici eventus, 11 maggio 1963; A.A.S. 55, p. 437). E quando due santi sono reclamati come propri, e venerati da tanti popoli e tante nazioni, come lo sono i due fratelli, non si può non vedere in questa impressionante consonanza un singolare tratto di unione, che è doveroso mettere in luce.

Ma l’influsso di quei grandi apostoli del Vangelo non si è limitato soltanto alla vita religiosa, ma da questa è entrato nella storia civile, culturale e sociale: e anche a questo voi vi siete mantenuti fedeli. Ciò che più colpisce, nel considerare le vicende dei vostri popoli, è appunto il vedere che in essi la fede ispira la cultura, vi è strettamente associata, e la muove nelle sue forme anche elementari come in quelle più complesse: si passa dall’alfabeto alla conoscenza della Scrittura Divina, alla fioritura delle opere del periodo cirillico-metodiano. Davvero quel filone d’oro, partendo dai due santi Fratelli, non si è impoverito, ma si è ingrandito sempre più, traducendosi nella vostra creatività letteraria, artistica e scientifica, e continua ad arricchire anche oggi le vostre culture, irradiandosi perfino oltre le frontiere, come attesta la vitalità dei congressi di Velehrad.

La fede ha quindi portato anche a voi benefici, che non si limitano al campo strettamente religioso, com’è del resto insito, per divina disposizione, nel tesoro ineguagliabile della Rivelazione: e non è stato proprio San Cirillo a sottolineare che «il ritorno di tutti gli uomini al paradiso» determina, come causa ad effetto, «il ritorno del paradiso tra tutti gli uomini, e nei loro cuori»? I valori religiosi non escludono, ma impegnano il credente nella ricerca del bene naturale e dei sani valori umani: della vita, della cultura, del lavoro, della Patria.

Il vostro pellegrinaggio; per l’anniversario della morte di San Cirillo, acquista dunque un preciso significato. È una testimonianza, una promessa, una speranza.

Testimonianza anzitutto: essa dice che, anche oggi, quei valori che nella ieratica figura dei due apostoli trovano l’espressione e il simbolo, non sono venuti mai meno. Voi siete rimasti fedeli a Dio, a Cristo, alla Chiesa; siete rimasti uniti alla Sede di Pietro, che, da una parte, essi seppero riconoscere, pur in un momento di grave tensione tra la Sede di Roma e quella di Costantinopoli, conservandosi in comunione con essa con vera grandezza di spirito, mentre essa, dall’altra parte, conferì loro l’investitura solenne dell’apostolato fra i popoli slavi. Oggi, come in tutta la .vostra storia, voi avete saputo attestare, spesso con la dura sofferenza dignitosamente sopportata, la vostra convinzione profonda, la vostra fede cirillico-metodiana, cioè autenticamente cattolica. Ve ne ringraziamo di cuore, perché ciò che oggi è più necessario non sono le parole, ma gli esempi: e voi ne date testimonianza al mondo.

«CONTIAMO SU DI VOI»

Il vostro pellegrinaggio è ancora una promessa: di continuità, di fedeltà, di amore che non si estingue. E perciò sappiamo di poter dire che, come lo foste nel passato, così rimarrete sempre fedeli a Dio, a Cristo, alla Chiesa, alla Sede di Pietro. Noi contiamo su voi tutti, con un cuore che si apre trepido alla visione del domani. Contiamo su di voi, Vescovi e sacerdoti, affinché continuiate con zelo, prudenza e coraggio l’opera dei santi Cirillo e Metodio, nello spirito del Concilio Vaticano II, applicandone sempre scrupolosamente le norme direttive nel campo liturgico come in quello dell’apostolato, dell’educazione religiosa della gioventù e dei futuri sacerdoti, per la formazione delle famiglie. Contiamo su di voi, religiosi e religiose, il cui amore a Cristo e la fedeltà della vita sacrificata sono efficace dimostrazione delle realtà che non si vedono, della vita celeste, già operante qui in terra, della fede in Dio, che trasporta le montagne! Contiamo su di voi, diletti seminaristi, affinché sappiate tenere davanti agli occhi l’immagine dei santi Cirillo e Metodio per sostenere il vostro impegno di preparazione al sacerdozio, nella disciplina, nella preghiera, nello zelo, nello studio per l’acquisto di una profonda cultura! Contiamo su di voi, carissimi giovani, affinché, come sapete appassionarvi per ciò che fa grande la vita, e degna di essere vissuta, così non dimentichiate di guardare sempre a quegli uomini, generosi e pazienti, ardimentosi e umili, per avere forza d’animo e di sacrificio. Contiamo su di voi, laici credenti, perché il vostro esempio sereno, dignitoso, pacato dimostra con forza eloquente che la fede è feconda di ispirazione anche per la vita professionale e sociale, e la pietà è utile ad ogni cosa (cfr. 1 Tim. 4, 8). Contiamo su di voi, specialmente, sposi e genitori cristiani, affinché la vita dei vostri focolari sia profondamente cristiana, per dare ai vostri figli quella educazione di fortezza e di amore, che dalla fede trae la sua origine, e ha fatto grande nei secoli la vostra terra.

SERENITÀ E PACE RELIGIOSA E CIVILE

Questo pellegrinaggio è, infine, una speranza. Speranza di rapporti sempre più fraterni e cordiali con i nostri fratelli separati. Speranza di serenità e di pace religiosa e civile. Speranza di comprensione e di amore. La vostra attesa non sarà vana: che la vostra pazienza convinca tutti i vostri concittadini e i vostri governanti che avete inalienabile diritto alla libera professione delle vostre convinzioni, perché esse, professate con leale amore al vostro Paese, portano un reale beneficio anche alla società civile. La vostra storia è là a dimostrarlo: come abbiamo già rilevato, l’eredità di fede, ricevuta dai santi Cirillo e Metodio, ha permeato la civiltà e l’umanesimo. I vostri popoli si sono distinti per l’attaccamento a questi valori, che sono quelli della verità, della giustizia, della libertà e della pace: e questo fin dalla culla della vostra storia, quando giunsero a voi, messaggeri di Cristo, i due banditori della Parola di Dio. Ma questi beni sono indivisibili: non si è liberi, senza libertà anche religiosa; non è completa la cultura, che si nega ai valori trascendenti; non è genuina la giustizia, che non si applica ugualmente a tutti.

Leggiamo nei vostri occhi che cosa questo significhi per voi: non la richiesta di privilegi, ma la legittima espansione dei vostri diritti naturali. Sappiamo quanto desideriate che tutte le diocesi abbiano buoni Pastori, Vescovi che possano esercitare senza restrizioni indebite la loro spirituale funzione. Sappiamo che volete usufruire semplicemente delle forme oneste e fondamentali, in cui si possa svolgere ed esprimere la vostra vita religiosa: seminari, ordini e congregazioni religiose, stampa cattolica, insegnamento religioso. Abbiamo perciò la speranza che la sacra eredità del vostro passato possa garantire anche la soluzione delle questioni riguardanti la religione e la Chiesa. I primi passi intrapresi rafforzano la Nostra fiducia, e la buona volontà, finora manifestata, è di buon auspicio. Ma soprattutto l’aiuto di Dio conforti gli animi nostri.

Con l’animo pieno di questa grandissima speranza Noi vi salutiamo: portate la Nostra parola beneaugurante e cordiale a tutti i fedeli, a tutti i credenti in Cristo, a tutti i vostri connazionali. Dite che il Papa li ama, li ricorda, li affida, nella preghiera, alla protezione della gloriosa Madre di Dio, da voi tanto venerata a Boleslav, a Hòstyn, a Sastin, a Levoca, come all’intercessione sempre validissima dei santi Cirillo e Metodio. Invochiamo sui vostri popoli, sui vostri fratelli, su voi tutti qui presenti, e sui vostri cari lontani - specie sui piccoli, i sofferenti, e gli ammalati - la speciale protezione di Dio, della quale vuol essere auspicio e pegno la Nostra Apostolica Benedizione.



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