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DISCORSO DEL SANTO PADRE PAOLO VI
IN OCCASIONE DELLA «FESTA DELLA SCUOLA ROMANA»

Giovedì, 14 maggio 1970

 

Ringraziamo di cuore il Nostro zelantissimo Cardinale Vicario per le sue parole e, soprattutto, per averci portato qui, stamane, il vostro gruppo gioioso e attento, carissimi alunni delle Scuole romane, che rappresentate davanti ai Nostri occhi, in questa splendida occasione, come un giardino fiorito di letizia e di giovinezza. Davvero, la vostra festa è la festa del futuro, come ha detto il Cardinale Dell’Acqua; è la festa della speranza, che si apre radiosa sull’avvenire, perché voi siete la promessa del domani: un domani più ordinato, più sereno, più serio, più giusto.
Siamo pertanto assai lieti di accogliervi, insieme con le Autorità scolastiche, con i vostri ottimi Capi-Istituto e con i vostri Insegnanti, tanto benemeriti della vostra educazione. Vi diciamo «grazie» per l’omaggio che ci portate; vi diciamo «bravi» per l’esempio dato, con la volonterosa partecipazione alla «Piccola Crociata» e alla «Spiga d’oro della carità», con iniziative spirituali e benefiche le quali attestano la bontà del vostro cuore, aperto all’amore di Dio e alla sensibilità per i fratelli che soffrono. Il Signore, che non misura mai i suoi doni, saprà ricompensarvi Lui con ogni pienezza di grazia per voi, per le vostre famiglie, per le vostre Scuole. Noi lo preghiamo per voi.
Sapete, carissimi ragazzi e giovani, Noi facciamo tanto affidamento su di voi: conosciamo le aspirazioni e le attese che si muovono nel vostro cuore, la vivacità trasparente dei vostri sentimenti, la generosità e lo slancio di cui siete capaci. Trepidiamo, è vero, al pensiero dei pericoli che si trovano sul vostro cammino, per i principi e gli esempi che oggi si diffondono, e che potrebbero inaridire la limpida sorgente delle vostre forze spirituali, ancora fervide e intatte, se trovassero in voi qualche breccia aperta. Sappiate essere forti, pensosi, maturi: la gioventù di oggi lo è molto più di quella di ieri, e perciò abbiamo viva speranza che dalle vostre generazioni sorga una umanità nuova, quella auspicata dal Concilio Vaticano II, aperta alle sofferenze del mondo, consapevole delle esigenze della società, desiderosa di portarvi una risposta concreta di collaborazione e di aiuto, entusiasta per le conquiste del cosmo, ma non per questo dimentica delle sofferenze e dei bisogni della maggior parte del mondo.

La Scuola, di cui oggi celebrate la festa, vi educa a questa grande, entusiasmante, necessaria coscienza e alla sua conseguente missione: per imparare l’amore ai valori della vita, bisogna amare la scuola; essa davvero è per voi un preziosissimo aiuto, di cui dovete sapervi avvantaggiare con tutte le forze. Siatene grati ai vostri maestri, siatene fieri, siate lieti di essere formati a una tale fucina, che, «con cura costante - come ha detto il Concilio - matura le vostre facoltà intellettuali, sviluppa la capacità di giudizio, mette a contatto col patrimonio culturale acquisito dalle passate generazioni, promuove il senso dei valori, prepara la vita professionale, genera un rapporto di amicizia . . . disponendo e favorendo la comprensione reciproca» (Gravissimum educationis, 5). E soprattutto ringraziate il Signore, che vi concede di potervi preparare e sviluppare in scuole, che veramente corrispondono all’ideale descritto da Pio XI, nostro Predecessore sulla Cattedra di Pietro: quello di accordarsi nel modo più perfetto con la comunità nazionale, con la famiglia e con la Chiesa, in modo «da poter costituire, insieme con esse, un solo santuario, sacro all’educazione cristiana» (Divini illius Magistri, 31 die. 1929; A.A.S. 22 (1930), p, 76).
Ci congratuliamo pertanto con i vostri insegnanti, che con tanta dedizione portano il loro contributo alla vostra maturazione intellettuale e morale: la «Lavagna d’oro» è un degno riconoscimento, che ridonda anche a onore di tutti e di ciascuno di essi. E vi auguriamo, sulla fine ormai prossima di quest’anno scolastico, di far tesoro dei loro insegnamenti, per compiere un decisivo passo in avanti sulla via della vostra formazione integralmente umana e cristiana.
Vi sorride la Madonna, la Vergine Santa, Madre della Chiesa, che in ciascuno di voi vede il suo Figlio; e sotto la sua guida, come Gesù adolescente, crescete anche voi, «in età, sapienza e grazia, davanti a Dio e agli uomini»! (Luc. 2, 52) È questo il Nostro augurio affettuoso, che suggelliamo con la particolare Benedizione Apostolica, invocando che la grazia celeste scenda su tutte le Scuole di Roma, come su tutte le vostre famiglie, per suscitarvi fermi propositi di virtù e di amore.

                      



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