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DISCORSO DEL SANTO PADRE PAOLO VI
ALLA STAMPA CATTOLICA

Domenica, 30 agosto 1970

 

Diletti Figli,

Nonostante i gravosi e molteplici impegni del Nostro ufficio, siamo lieti di dedicarvi un breve saluto, tanto più che una circostanza particolare rende maggiormente gradito e significativo questo odierno incontro: il venticinquesimo anno di pubblicazione del vostro settimanale diocesano «L’Esare Nuovo».
Mandiamo in questa occasione un riverente pensiero al vostro venerando ed infermo Arcivescovo, Mons. Antonio Torrini, e un cordiale e rispettoso saluto al degnissimo Amministratore Apostolico, qui presente, Monsignor Enrico Bartoletti, tanto da noi stimato ed amato; così siamo lieti di salutare Mons. Miro Dati, Vicario Generale; e con lui il Direttore del vostro settimanale, Don Francesco Ambrogi, come pure il gruppo delle valorose persone che prestano la loro opera per l’esistenza e per l’incremento del vostro periodico «L’Esare nuovo». Il saluto benedicente si estende a tutti i lettori e sostenitori del vostro periodico, specialmente a quelli che hanno preso parte a questo pellegrinaggio. Lucca, come sempre, si fa onore!
Siate dunque i benvenuti, figli carissimi, e grazie per la vostra visita, per il vostro affetto che sappiamo sincero e profondo, e soprattutto per il contributo alla causa cattolica da voi dato mediante il vostro settimanale, con uno zelo che ben riflette il fervore di fede e l’amore alla Chiesa che hanno sempre contraddistinto l’Arcidiocesi lucchese.
Ce ne congratuliamo vivamente con voi, e nell’esprimervi la nostra gratitudine ci piace cogliere questa occasione per esortarvi a sentire tutta la responsabilità di credenti nel promuovere e diffondere il vostro benemerito periodico. La nobiltà della causa, cui esso vuol servire, richiede da voi ogni più generoso sforzo. In una società soggetta a così rapide trasformazioni, qual è la nostra, l’apporto della stampa cattolica è indispensabile più che mai per orientare rettamente le coscienze, per mantener vivo ed operante nel popolo di Dio il senso e il costume della vita cristiana, e perché la società stessa si apra più facilmente all’influsso del regno di Dio.

Qui il discorso ci porterebbe a considerare più ampiamente la funzione della stampa cattolica (nella quale ci piace ricordare accanto al foglio settimanale il giornale quotidiano cattolico, il nostro «Avvenire», erede di tante tradizioni nobilissime, frutto di tante fatiche e sacrifici, e oggetto di tante speranze, bisognoso non meno del settimanale del vostro generoso interesse). Dovremmo ripetere la riflessione, diventata consueta, ma non mai superflua, né esaurita, della specifica funzione di questa nostra stampa. Voi certo ben conoscete il nucleo di questa riflessione, che porta ad assegnare alla stampa cattolica una duplice funzione: quella di gareggiare nobilmente con l’altra stampa, e di meritarsi una preferenza presso i buoni cattolici; e quella non solo d’informare i suoi lettori, ma di formarli, di abituarli a giudicare le cose e gli avvenimenti in conformità alla coscienza cristiana: compito questo insostituibile ed oggi più che mai degnissimo, anzi indispensabile. Voi ciò ben sapete; e noi ora non vi diremo di più.
Noi pertanto formuliamo di cuore l’augurio che il vostro provvido settimanale risponda a queste ardenti speranze della Chiesa, e possa proseguire il suo apostolato con generosità, nel rispetto della verità e della carità, e in scrupolosa lealtà di fronte alla Chiesa, all’insegnamento del suo Magistero e alle decisioni dei suoi sacri Pastori.
A tale scopo Noi invochiamo le più elette grazie del Signore, in pegno delle quali volentieri impartiamo ai redattori, promotori e lettori del vostro settimanale, presenti ed assenti, la propiziatrice Apostolica Benedizione.

                         



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