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DISCORSO DI PAOLO VI AL TERMINE
DEL CAPITOLO GENERALE SPECIALE DELLA
SOCIETÀ SALESIANA DI SAN GIOVANNI BOSCO

Lunedì, 20 dicembre 1971

 

Salutiamo con affettuosa riverenza i membri del Capitolo Generale Speciale Salesiano, riuniti in Roma per l’aggiornamento delle loro Costituzioni e desiderosi, prima di ripartire per le rispettive sedi, di prestare la testimonianza della loro filiale devozione al Vicario di Cristo.

Vi ringraziamo di cuore, figli carissimi! È sempre motivo di gioia per Noi, ogniqualvolta ci è data la possibilità di incontrarci coi figli di San Giovanni Bosco, L’odierna visita, tuttavia, in una circostanza solenne come questa che ci fa vedere presenti qui davanti a Noi i rappresentanti delle settantatré Ispettorie salesiane sparse in ogni parte del mondo, richiama alla Nostra mente, più vivo e commovente che mai, il significato, il ruolo e l’impegno che la vostra grande famiglia religiosa svolge in seno alla Chiesa di Dio. Pensiamo all’immensa fioritura di opere e di attività dovute allo zelo e ai sacrifici talvolta eroici dei vostri confratelli. Pensiamo a tanta gioventù bisognosa che trova nei vostri Istituti una educazione sana e la possibilità d’inserirsi degnamente nella vita civile. Pensiamo al vasto campo delle Missioni, dove il vostro Istituto si è reso così altamente benemerito. Quanti motivi per ringraziare il Signore e felicitarci con voi! Siatene benedetti, figli carissimi. La Chiesa di Dio si onora della vostra diffusione, del vostro evangelico esempio, della vostra generosa dedizione apostolica.

Ma è chiaro che la continuità e l’efficienza del vostro lavoro non si conseguono senza una messa a punto coraggiosa, un adattamento serio delle vostre Costituzioni, per dare alla vostra Congregazione quella fisionomia aperta ed aggiornata che è richiesta dalle istanze di rinnovamento conciliare e dalla necessità dei tempi.

Precisamente questo è il compito a cui da un semestre siete applicati. Sappiamo che nelle lunghe e laboriose discussioni del vostro Capitolo voi avete già elaborato i canoni del vostro aggiornamento. Sappiamo con quanta ampiezza e competenza avete trattato i diversi problemi; e a Noi non resta che raccomandarvi di far tesoro di tanto studio e di dare volenterosa applicazione alle prescrizioni a cui vi siete impegnati.

Ma l’affetto che portiamo alla vostra Congregazione e l’importanza della sua missione in seno alla Chiesa di Dio ci spingono a manifestarvi alcuni pensieri che la vostra visita sveglia nel Nostro spirito. Non si tratta di riflessioni nuove, perché sono già state trattate nel corso delle vostre riunioni; ma ripetute da Noi in questo significativo incontro, potranno dare a voi e ai vostri confratelli il conforto di sapere che il Papa è in consonanza di spirito con le vostre direttive.

Indubbiamente. voi vi siete prefisso - come il Concilio prescrive e come vuole la ragion d’essere di ogni Istituto religioso - di ripensare alle origini, prima di tutto. Questo è il primo rinnovamento: una più sentita esigenza di vivere autenticamente la propria vocazione religiosa in conformità allo spirito primitivo. L’albero vive delle sue radici. E non vi è dubbio che la vostra più vitale radice sono gli esempi e gli insegnamenti di San Giovanni Bosco. Ogni opportuno adattamento non mai deve dimenticare, o peggio, alterare la fisionomia caratteristica che il vostro Fondatore ha voluto fin dall’inizio imprimere al vostro Istituto. E perciò: l’educazione della gioventù, la evangelizzazione degli infedeli, l’apostolato catechistico, l’amore al Papa, la devozione alla Vergine Santissima restano i tratti caratteristici della vostra Congregazione. Abbiateli cari, così cari da considerarli come prezioso retaggio, di cui dovete essere legittimamente fieri, e che vorrete conservare intatto, oggi specialmente che una mentalità eversiva tenta di sottomettere al vaglio di una critica corrosiva e di una revisione totale e impietosa ogni istituzione, anche la più sacra.

A questo punto, per l’affetto che abbiamo sempre portato alla gioventù ed ora ancor più per la carità paterna e pastorale del Nostro apostolico ufficio, non possiamo non rallegrarci nel vedere da voi riconfermata la sollecitudine per i giovani, specialmente i più poveri e bisognosi. Nello stesso tempo però sorge spontaneamente la domanda circa l’attualità della tradizione educativa di Don Bosco, vissuto in tempi così diversi dai nostri; se abbia qualche cosa ancora da dire il suo metodo ai nostri giorni, e se risponda ai bisogni della gioventù di oggi, così precocemente svegliata alla sensibilità, alla coscienza, alla scelta dei valori della vita, e nello stesso tempo così piena di difficili e complessi problemi. A questo dubbio subito risponde un fatto reale, che è la presenza dei vostri oratori, delle vostre scuole, dei vostri istituti professionali, dovunque diffusi ed ancora così vivi e fiorenti. Ciò significa che i principi umani e cristiani sui quali si basa la sapienza educatrice di Don Bosco, portano in sé valori che non invecchiano. Non è difficile scoprirne il segreto, giacché tale incomparabile esempio di umanesimo pedagogico cristiano, come già avemmo occasione di dirvi in un altro memorabile incontro, «affonda le sue radici nel Vangelo, dove vediamo Cristo abbassarsi per innalzare la creatura a Dio, farsi debole coi deboli per elevare l’uomo alla Verità e alla Bontà non con l’autorità estranea di chi impone pesantemente la legge, ma di chi con gravità e mitezza espone la legge di Dio come espressione del suo amore e condizione della nostra salvezza, ed insieme con l’educando alla stessa legge ubbidisce. In altre parole, Don Bosco trovò il suo segreto nella carità, che è come il compendio della sua opera educativa» (Discorso al Pontificio Ateneo Salesiano, 26 ottobre 1966).

Un’ultima raccomandazione abbiamo da farvi. Di fronte ai rischi dell’eccessivo attivismo e all’influsso della secolarizzazione a cui oggi più che mai sono esposte le comunità religiose, fate in maniera che occupino sempre il primo posto nella vostra esistenza la cura della vita interiore, la preghiera, lo spirito di povertà, l’amore al sacrificio e alla Croce. Se il desiderato aggiornamento non riconducesse il dinamismo apostolico ad un più intimo contatto con Dio, ma portasse a cedere alla mentalità secolaresca, ad assecondare mode ed atteggiamenti effimeri e mutevoli, a mimetizzarsi col mondo nelle sue forme e senza discernimento, allora sarebbe il caso di riflettere seriamente sulle severe parole del Vangelo: «Se il sale diventa scipito, non vale più a nulla, serve solo per essere buttato via e calpestato dagli uomini» (Matth. 5, 13 ). Lo spirito del vostro santo Fondatore, che in vita fu così aperto ai bisogni delle anime giovanili ma sempre così unito con Dio, sembra a Noi che oggi vi chieda soprattutto questo particolare impegno; e siamo certi che voi, come sempre, più di sempre, ne asseconderete l’impulso.

Ed ora un augurio e una preghiera. Che Maria Santissima Ausiliatrice, la buona stella di Don Bosco, l’ispiratrice la guida il conforto di ogni sua impresa, irraggi della sua luce la grande famiglia salesiana, rinnovata non solo nelle strutture esteriori, ma ancor più nel suo spirito genuino; Ella vi accresca sempre più, figli carissimi, l’amore per le anime; Ella vi faccia conoscere l’urgenza e la molteplicità dei bisogni della Santa Chiesa; Ella vi guidi sul sentiero di nuove ascensioni spirituali; Ella vi introduca un giorno nel possesso di Cristo e della sua gloria, a cui tutta la vostra vita vuole essere fin d’ora consacrata. E su ognuno di voi, sui vostri lavori, sull’intera vostra Congregazione discenda, larga e confortatrice, l’Apostolica Benedizione che in questo momento di gran cuore vi impartiamo.

                                          



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