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DISCORSO DI PAOLO VI AI PARTECIPANTI
AL CONVEGNO DELLA FEDERAZIONE ITALIANA
DELLE CONGREGAZIONI MARIANE

Lunedì, 24 aprile 1972

 

Il nostro affettuoso saluto a voi, figli carissimi, rappresentanti qualificati delle Congregazioni Mariane d’Italia, che in occasione del vostro Congresso avete voluto attestarci di presenza i sentimenti del vostro affetto, della vostra devozione. Ve ne siamo grati; e siamo lietissimi che una tale circostanza vi abbia portati qui, permettendoci di intrattenerci alquanto con voi e di conoscere più da vicino la vostra pietà filiale e i programmi della vostra Organizzazione.

Ne siamo, inoltre, tanto più lieti perché desideriamo esprimervi il nostro compiacimento per la vostra attività, conoscendo com’essa si svolga su di un piano di costante serietà d’impegno, di generosità e di fede, di interiorità e di fervore, in una parola, di spirito genuinamente cattolico e apostolico. Virtù, queste, che non possono che sbocciare pienamente sul terreno fertile di una spiritualità come la vostra, la quale trova il suo fulcro e la sua ragione di essere nella imitazione degli esempi di Maria Santissima, che la Chiesa considera sua immagine ideale e non cessa di additare ai suoi figli come maestra di vita interiore, guida a Cristo, modello di ogni operosità apostolica.

Questo vi diciamo non tanto perché voi siate fieri di appartenere ad una famiglia spirituale così benemerita e così ricca di gloriose tradizioni secolari - il che è pur legittimo quando si riconosca Dio sorgente di ogni bene e tutto a Lui si indirizzi - quanto piuttosto perché sentiate la responsabilità di conservare questo prezioso patrimonio alla Chiesa e di adattarne lo spirito e l’attività alle condizioni particolari di questo periodo postconciliare.

Permetteteci, adunque, di affermare che ciò che noi attendiamo prima di tutto dalle Congregazioni Mariane nel momento presente, ciò che a noi sembra debba costituire la vostra gioia e il vostro onore è una totale e generosa fedeltà alla Chiesa. Non ad una chiesa immaginaria, che ognuno concepirebbe e organizzerebbe a suo talento, come oggi purtroppo spesso succede, ma alla Chiesa cattolica quale Cristo l’ha voluta, e quale si presenta a noi oggi con i suoi problemi, le sue difficoltà, come pure con le inevitabili deficienze dei suoi membri.

Perciò, figli carissimi, abbiate sempre davanti agli occhi i grandi bisogni di quest’unica vera Chiesa di Cristo. Non dovete essere spettatori inerti ed estranei dello sforzo rigeneratore che essa sta compiendo in questo periodo, e tanto meno dovete arrogarvi la parte di critici e di scettici; dovete invece sentire il bisogno di essere i collaboratori generosi e disciplinati della gerarchia e i fautori qualificati ed esemplari di una autentica vita cattolica con la vostra obbedienza, con le vostre virtù ascetiche e pratiche, e con uno slancio apostolico che sia l’effusione di una intensa vita interiore.

Per questo motivo noi vi esortiamo a specchiarvi sempre di più negli esempi di Maria Santissima, modello perfetto di vita spirituale ed apostolica, la quale, come insegna il Concilio Ecumenico Vaticano II, «mentre viveva sulla terra una vita comune a tutti, piena di sollecitudini familiari e di lavoro, era sempre intimamente unita al Figlio suo, e cooperava in modo del tutto singolare all’opera del Salvatore» (Apostolicam Actuositatem, 4).

Maria, quindi, vi insegni lo spirito di fede, Ella che dalle labbra di Santa Elisabetta udì la lode a Lei rivolta dallo Spirito Santo: «Te beata, perché hai creduto» (Luc. 1, 45); Ella vi insegni la docilità a Cristo e ai suoi legittimi rappresentanti, come fece a Cana quando suggerì ai servi di fare tutto ciò che avrebbe detto loro il suo Figlio divino; vi ottenga, infine, un’immensa carità fraterna ed apostolica, come Ella fece con la sua preghiera in mezzo ai primi cristiani riuniti nel Cenacolo. E nel suo Nome santissimo, a tutti voi qui presenti e a tutte le vostre care Associazioni, con effusione di cuore impartiamo la propiziatrice Apostolica Benedizione.

                                              



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